Andromeda entrò in biblioteca un'ora prima dell'orario pattuito da Ted. Tremava. Si era controllata la pettinatura tre volte davanti allo specchio, prima di ricordarsi che in fondo, che diamine, lei era una Black, e non controllava di essere perfetta, ERA perfetta.
Appena arrivò nella maestosa stanza si sedette ad un tavolino appartato.
Estrasse i compiti di incantesimi e cercò di rilassarsi.-Ancora lei? Sei patetico Teddy.
Andromeda si fece improvvisamente attenta.
- Non sono affari tuoi Milly.
Era la voce di Tonks. Andromeda aveva la gola secca.
- Sì che lo sono. Sei un mio amico, e sappiamo entrambi che lei non sarebbe quella giusta per te.
- Non ti deve interessare. E se fossi davvero mia amica mi supporteresti.
- Non capisci che ti sto aiutando? Per quelle come lei tu vali meno di zero!
- Come lei? Come lei come, sentiamo.
- Purosangue. Ricche. Potenti. Ben vestite. Serpeverde. Black.
Andromeda sentì un blocco allo stomaco, come se qualcuno le avesse dato un pugno particolarmente forte. Parlavano di lei?
- Milly, smettila.
- Ted, ti farebbe soffrire. Ti fa già soffrire. Per loro i mezzosangue come noi sono feccia. Non ci parlano. Non ci considerano. Ci eliminerebbero dalla faccia della terra se potessero, lo capisci? E anche la tua Andromeda lo farebbe.
Andromeda dal suo nascondiglio iniziò a tremare. Si alzò di scatto e iniziò a rimettere via incantesimi, ammucchiando libri, pergamene e boccette d'inchiostro.
- Non sai cosa farebbe lei.
- Ah no? Allora dille che hai corrotto la professoressa Sprite perché vi lasciasse insieme per il progetto del MAGO. Ne sarebbe contenta, immagino.
- Milly, ora smettila.
Andromeda chiuse la borsa e raccolse la sciarpa verde e argento da terra.
- Teddy, ti prego, basta con lei. Sono anni che non fai che pensare ad Andromeda.
- Io... a me piace, Milly. E non sarai tu a farmi cambiare idea.
Andromeda fece per andarsene, ma capì all'ultimo secondo che anche la cara Milly era stufa della conversazione, e si nascose dietro lo scaffale.
Una ragazza piena di lentiggini, con i capelli biondo paglierino, le passò accanto senza vederla con lo sguardo lucido di lacrime e il viso sconvolto.
Andromeda guardò Ted Tonks.
Era seduto con le gambe a penzoloni della finestra e aveva gli occhi chiusi. Si era legato i capelli biondi in un codino sopra la testa. Bella avrebbe commentato che sembrava una ragazza, ma aveva le spalle troppo larghe, la linea delle labbra troppo dura, per...
Andromeda si riscosse, dandosi un vigoroso pizzicotto sul braccio.
Non poteva restare lì.
Si incamminò di soppiatto verso l'uscita.
- Oh, Black, sei arrivata.
Andromeda sentì le ginocchia piegarsi. Si raddrizzò e si girò verso Tonks, fissandolo con tutto il disprezzo che riuscì a raccattare nella sua mente sconvolta.
- Tonks.
- Sei anticipo.
- Anche tu.
Lui le sorrise, sghembo. Andromeda sentì qualcosa muoversi ad altezza stomaco. Ricacciò indietro ogni maledetto pensiero su di lui.
- Hai portato Erbologia, vero? Siediti qua che ti spiego cosa dobbiamo fare. Allora...
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Narcissa si lisciò la gonna dell'abito argentato davanti allo specchio. Era bellissima, pensò. Non che le importasse così tanto, essere bella. I suoi genitori le dicevano sempre che la bellezza era importante. Le avrebbe fatto sposare un uomo importante. Le avrebbe dato una casa importante.
E se a lei non fosse interessato solo quello?
Narcissa Black era attratta dal potere, non lo negava, anzi. Ma non avrebbe mai voluto essere pilotata nella sua vita. Prima l'avevano pilotata i suoi genitori, e il suo nome, e ora sarebbe potuto arrivare uno spasimante da un momento all'altro.
Non le importava nessuno degli idioti figli di papà che le presentavano in società.
Nessuno ne valeva davvero la pena.
Narcissa si diede un'ultima occhiata allo specchio e scese le scale del dormitorio.
Sua sorella Bella la stava aspettando, avvinghiata al braccio di Lestrange.
- Sei pronta, principessa?
Cissy la ignorò e si incamminò da sola verso la stanza del Lumaclub. Mentre scendeva verso le segrete sentì una risatina provenire da una classe. Si fermò, le orecchie tese. La porta si spalancò e ne uscirono Lucius Malfoy e Arabella Zabini.
Narcissa si bloccò, le orecchie in fiamme.
Zabini le rivolse un'occhiata sardonica, mentre Malfoy boccheggiò qualche secondo.
- Di nuovo senza accompagnatore, Black?
La voce chiocciante di Arabella la graffiò con la solita cattiveria, che lei sapeva evitare con la forza dell'abitudine.
- Meglio sole che mal accompagnate, Zabini.
Malfoy trasalì, colpito nell'orgoglio, e Arabella rimase con il sorriso appiccicato storto e posticcio sulla bocca.
Cissy allungò il passo, per evitare di mostrare a quell'orrendo platinato cosa stava succedendo dentro di lei.
Un Black non piangeva mai.
Cissy si asciugò una lacrima vagante con una mano e compose il suo volto nella fiera maschera dei Black. La maschera di chi non viene mai sconfitto, mai.
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Sirius era sdraiato sul suo letto, un pacchetto di Cioccorane aperto sulle lenzuola rosso sangue.
James era sdraiato nel baldacchino accanto al suo, una cravatta da grifone legata sulla fronte a mo' di selvaggio.
Peter era seduto elettrizzato per terra, e Remus stava dando fondo alla scorta di Gelatine Tuttigusti+1.
- I serpeverde danno una festa domani.
James non diede segno di aver sentito.
- Se Mocciosus invita Lily sei fottuto, amico.
James lo guardò.
- Mocciosus ha urlato a Lily "sporca mezzosangue" davanti a cinquanta persone. Non ha speranza.
- Ma non la hai neanche tu se continui a fare così.
Remus cercò di stemperare la tensione.
- Quando inizia il campionato?
James si girò verso di lui.
- Fra due domeniche. Noi e i serpeverde. Devo dare a Malfoy il favore dell'anno scorso. Una notte in infermeria per un suo calcio ben piazzato. Lo faccio morire.
Sirius grugnì.
- Dagliene uno anche per me amico. Mio padre dice che Malfoy è il figlio che tutti vorrebbero.
Peter abbassò lo sguardo.
- Non è una cosa carina.
- No, affatto.
Assentì Remus.
- Sapete com'è fatto, no? Black solo serpeverde, cattivi e ricchi. Spero solo che le mie cugine non diventino così. E anche Reg. Spero, almeno.
![](https://img.wattpad.com/cover/98572707-288-k381749.jpg)
STAI LEGGENDO
TO BE A BLACK
FanfictionEssere un Black è un onore, un privilegio e un grandissimo dovere. E la parola d'ordine di un Black è "io posso tutto". Nella Hogwarts degli anni settanta i Black sono addirittura cinque, e le faccende da sistemare nella scuola più amata del mondo...