Capitolo 21

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Finalmente dopo così tante ore di volo siamo atterrati a Verona. Qui è notte fonda, saranno circa le due e trenta. Caspita è vero, il fuso orario! L’Italia va avanti di sei ore rispetto a New York. Ma non mi interessa, perché io Jennifer Carter sono a Verona. La città più bella del mondo, quella che ha ispirato Shakespeare per la storia d’amore più romantica e drammatica di tutti i tempi.
- Siamo quii! - Lila saltella appena prendiamo i nostri bagagli.
- Fermati tesoro, così rischi di slogarti una caviglia - Tom cerca di fermare la sua fidanzata che ormai sembra irrecuperabile per quanto è elettrizzata.
- Ma come faccio a fermarmi, siamo a Verona! - Viene ad abbracciarmi ed io ricambio con un largo sorriso. Chiamiamo un taxi che ci porta al nostro hotel. - Sei felice? - Mi domanda Sam nell’orecchio.
- Tanto - sorrido e lo bacio lievemente sulle labbra.
La hall dell’hotel è molto ampia e luminosa. Un signore gentile con capelli scuri e un’elegante divisa ci consegna le chiavi delle nostre stanze. Quando entriamo nella nostra camera ci ritroviamo difronte uno spettacolo stupefacente. Decisamente diversa dalla stanza del nostro weekend a Hamptons, ma comunque molto elegante.
- Che bella! - afferma Sam guardandosi intorno. Anch’io ammiro questa meraviglia tipicamente italiana. Tutto intorno a noi è principesco: pareti dorate, un gigantesco armadio a muro color ciliegio, mobili con uno stile romantico, letto laccato in oro con copriletto bianco. Ma quello che colpisce è un bellissimo tappeto persiano marroncino posizionato ai piedi del letto.
- Puoi dirlo forte - affermo con gli occhi che brillano. Inizio ad appendere i miei vestiti nell’armadio, sono stanchissima ma ho paura che si sgualciscano - Sei sicura che l’armadio basterà? Ma quanti indumenti ti sei portata?
- Te l’avevo detto che non mi sarei risparmiata – dico sogghignando.
- Sì, hai ragione. Me l’avevi detto - alza le mani in segno di resa ed io faccio una smorfia di divertimento.
- Chissà Lila e Tom come se la passano nella loro stanza - mi domanda Sam incuriosito.
- Ora le telefono, vediamo cosa dice - prendo il mio cellulare e scorro Lila nella rubrica.
- Ok, io nel frattempo vado a farmi una doccia – Sam si avvia verso il bagno.
Quando Lila apre la chiamata dice assonnata.
- Ehi Jen.
- Com’è la vostra stanza? - le chiedo.
- Bellissima, molto romantica. È sul rosso. E la vostra?
- Anche la nostra è stupenda è sul dorato.
- Bene Jen, ora andiamo a dormire sono distrutta e il fuso orario non aiuta - mentre Lila sbadiglia io le dico - Sì hai ragione, a domani buonanotte.
- Notte - chiudiamo la comunicazione e quando Sam esce dal bagno, vado anch’io a farmi una doccia rinfrescante. Indosso solo la biancheria intima e vado a sdraiarmi sul letto accanto a lui.
- Sono stanchissima - nonostante abbia dormito abbastanza sull’ aereo sono più stanca che mai. Tutte queste ore di distanza da New York sono destabilizzanti.
- Anch’io piccola, buonanotte - mi bacia castamente le labbra ed io mi rannicchio accanto a lui e mi addormento.

All’alba apro gli occhi e noto che Sam non è accanto a me nel letto. Mi guardo intorno e lo vedo guardare fuori dalla finestra.
- Amore, tutto bene? - gli chiedo piano alzandomi per raggiungerlo.
- Scusa, non volevo disturbarti. È solo che mi sono svegliato assetato e non ho potuto far a meno di affacciarmi e godermi questa meraviglia – ha ragione. L’alba è sempre bellissima ma qui in Italia è ancor più suggestiva.
- Non importa. Anzi sono contenta di essermi svegliata, così posso ammirare tutto questo insieme a te. Sono fortunata sai? L’ho sognato per così tanto tempo che noi due stessimo insieme che non avrei mai immaginato potesse realizzarsi davvero. Mi guarda negli occhi, i nostri sguardi emanano tutte le emozioni che sentiamo dentro - Anch’io, non immagini quante volte ho desiderato che fossi mia. Mi sembra di sognare Jen, davvero. E ho paura di svegliarmi - si china su di me e inizia a baciarmi, inizialmente piano ma subito dopo la passione prende possesso dei nostri corpi attirandoci l’uno verso l’altro.
- Non è un sogno amore, è la realtà. La nostra realtà – sono così felice che potrei quasi toccare il cielo con un dito. Lo desidero, lo voglio, lo amo.
Ormai è tutto per me. È il mio mondo e morirei se mi lasciasse.
Con braccia esperte mi solleva e mi poggia sul letto - Ti voglio - gli dico piano accarezzandogli il viso mentre lui inizia a baciare ogni centimetro del mio corpo. - Sono felice di sentirtelo dire perché anch’io ti desidero con tutto me stesso. – E con queste parole facciamo l’amore per ben due volte mentre il sole piano piano si alza illuminando tutta la stanza.

(Non) Odio quando mi chiami Principessa #Wattys2017. (COMPLETATA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora