Tensioni

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Hal mi preoccupa. Non sta andando affatto bene, sono passati mesi da quando quella stronza di Karen l'ha baciato, e come immaginavo, gli ha fatto qualcosa. Lui è andato in come e non si è svegliato per tre settimane. Poi quando si è finalmente svegliato abbiamo scoperto che era paralizzato. Quella stronza deve avergli fatto qualcosa: si sveglia tutto sudato, fa ogni notte degli incubi, e non me ne vuole parlare. Sono successe anche delle cose strane, una mattina abbiamo trovato la sedia a rotelle in un altro posto di dove l'avevamo lasciata, e un'altra mattina ho trovato i suoi stivali nell'armadio, erano tutti sporchi di fango, ma come fanno ad essere sporchi se non toccano mai terra?
Io gli sto sempre accanto, quando fa riabilitazione, quando gli serve qualunque cosa, ma sento che non possiamo andare avanti così, è ovvio che sta male, in più mi hanno affidato un altro compagno di squadra, Hal non può più andare in ricognizione o usare la moto, quello che può fare è stare sulla.

Il mio nuovo compagno si chiama Lars, è simpatico, ma è un vero deficiente, mi da sempre fastidio.
Parlando di Lars, lo sento che sta cercando di conquistare una ragazza che sta servendo la colazione, le sta raccontando delle storie inventate che avrà già raccontato a metà campo.
"Sta mentendo. Quando ha raccontato a me questa storia ha detto di aver abbattuto tre Skitter e un Mech con una chiave inglese." Dico, avvicinandomi e ridendo.
"Se speri che una ragazza venga a letto con te dovrai inventarti una storia più credibile di questa, Lars." Gli sussurro, cercando di non ridere.
"Se la ragazza fossi tu, Maggie, farei di meglio. Inizierei con un regalo, un mazzo di fiori appena colti, poi ti porterei a cena nel locale di Pope, aprirei una bottiglia dei suoi champagne migliori e poi..." Smette di parlare e guarda alle mie spalle.
Mi volto e vedo Hal, in sedia a rotelle, ovviamente, in mezzo alla strada, che ci guarda.
"Hal! Che cosa ci fai qui?" Chiedo avvicinandomi.
"Ti ho vista uscire e volevo fare colazione con te, ma mi sembri occupata." Ma che sta dicendo? È veramente geloso di Lars?
"Hal! Hal!" Lo rincorro, perché se n'è sta andando. "Io e Lars siamo amici, scherzavamo, noi ci punzecchiamo di continuo."
"Si, certo, è stato così anche tra noi, e poi sai cos'è successo."
"Pensi seriamente che potrei andare a letto con Lars?"
"È così?" Non ci credo, l'ha veramente chiesto? L'ha veramente anche solo pensato?
"È incredibile solo pensarlo, dopo quello che abbiamo passato negli ultimi sette mesi."
"Maggie, mi dispiace, non meriti questo."
"Hai ragione, non me lo merito." Gli dico, e lui fa per andarsene.
"Non sei intrappolato su quella sedia, so che puoi alzarti quando vuoi."
"Basta con la storia del fango sugli stivali, non cammino nel sonno, è impossibile."
"Allora come sei riuscito a sporcarli?"
"Lo sai bene come ho fatto. Credi che basti la piuma magica di Dumbo per farmi camminare di nuovo?"
"Senti, so che Karen ti ha fatto qualcosa, non so come, ma ti ha messo lei su quella sedia, e ora per qualche motivo ti rifiuti di alzarti." Mi abbasso, per guardarlo dritto negli occhi, ma lui evita il mio sguardo. "Tu mi stai nascondendo qualcosa, Hal, lo vedo tutte le volte che ti guardo negli occhi. E so che pensi che ti stia mentendo, prendendo in giro, ma sei tu che stai nascondendo qualcosa a me, vorrei solo sapere perché cavolo lo fai." Aspetto qualche sua risposta, ma non arriva.
"... Okay." Dico seccata, mi alzo e me ne vado.

~

Eravamo in missione, siamo entrati in un edificio dove abbiamo scoperto delle specie di ibridi fra umani e alieni, una cosa schifosa, erano come umani che si stavano trasformando in Skitter.
La cosa più brutta è che Lars è stato attaccato da uno di questi, erano un bambino, ma sembrava tutto tranne che un bambino. Lo abbiamo portato direttamente in ospedale, ha delle ferite gravi, la dottoressa Glass non pensa che c'è la farà.
In questo momento sono nella stanza dell'ospedale con lui, Tom Mason e Hal.
Appena Tom esce, Lars mi chiama.
"Si." Dico, avvicinandomi al lettino.
"Le mie piastrine, mi piacerebbe che le tenessi tu. Sei l'unica famiglia che ho."
"Puoi starne certo."
Gli tolgo la collana con tutte le piastrine e la stringo in mano. Sento che Hal si è avvicinato, appoggio le mani alla testa e piango in silenzio. Era un bravo soldato, ed era un mio amico. Un semplice amico, niente di più.

~

Mi sveglio dopo una lunga dormita, mi rigiro nel letto, sono stanca, esausta. Però non sento nessuna presenza accanto a me. Apro gli occhi e non vedo Hal, però c'è la sua sedia a rotelle, ecco, come immaginavo. Lo sapevo.
Mi alzo e mi vesto velocemente, vado subito nel bosco qui vicino, il fango e le foglie attaccate sotto ai tuoi stivali non possono che venire da lì.
Dopo qualche minuto di camminata lo vedo, sta camminando, senza stampelle, senza sedia, nulla.
"Hal! Hal!" Gli corro incontro, ma non rispondo."
Svegliati!" Gli urlo, scuotendolo. Lui sembra uscire da una trance.
"Che c'è, che succede?"
"Stai camminando, lo vedi? Non sei paralizzato." Lui si guarda le gambe, che gli cedono. Cerco di sorreggerlo.
"Cammino..." Dice, sorpreso, quasi sconvolto.
"Andiamo, ti porto a casa."

Unexpected Love | Maggie & HalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora