Molto Vicini

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Sono seduta su un tronco di un albero, affacciata alla città diretta dagli alieni. Vengo sempre qui, è il mio posto, mi rilassa stare qui e sentire la brezza dell'aria fresca e godermi un po' del mondo che ci rimane.

Sento qualcuno camminare verso di me, cercando di fare meno rumore possibile. Ma sento il suo strascicare dei piedi sulle foglie fresche. È Hal, lo so perché solo lui cammina così.
"Lo sento che sei tu." Gli dico.
"Ah... Okay, okay."
"Quando cammini strisci i piedi."
"Mia madre diceva la stessa cosa."
"Aveva ragione."
"Ma non era un consiglio su come sopravvivere ad un'invasione aliena."
"Forse no, ma io come tuo partner di chiedo.."
"Di sollevare i piedi."
"Almeno quando siamo di pattuglia."
"Sissignora."
"Come facevi a sapere che ero qui?"
"Perché non eri nella tua tenda e tu vieni qui quasi ogni mattina."
"Che cosa? Sbaglio o mi stai spiando?"
"Non proprio spiando... Sto solo.."
"Spiando."
"No... Tengo d'occhio il mio partner."
"Se lo dici tu, Hal Mason. Se lo dici tu... Che c'è?"
"Weaver vuole che perlustriamo le farmacie e gli ospedali. Anne ha esaurito le scorte."
"Bene. Stare qui per una settimana mi avrebbe fatto impazzire."

~

Io ed Hal stiamo aspettando Tector e fuori dal primo ospedale. Loro arrivano e gli chiediamo: "Trovato qualcosa?"
"Soltanto un po' di cotone."
"E una bottiglia di dextrometo... qualcosa."
"Togliamoglielo dalle mani prima che se lo beva."
"Manca solo un altro ospedale, non va bene." Mi dice Hal.
Vediamo dei Mech in lontananza, cavolo.
"Nascondiamoci, presto." Fa Hal.
Gli altri entrano in una macchina, così io ed Hal facciamo lo stesso.
"Abbassati." Dico ad Hal.
"Cosa?"
"Giù!" Gli faccio io, avvicinandomi a lui. Siamo tutti e due distesi, io sopra di lei. Mi avvicino al suo viso e lui mi stringe forte. Siamo davvero vicini.
"Sta calma. Calma."
"Io sono calma. Tu sei calmo?"
"Molto calmo, mai stato più calmo."
"Pure io."

"Ah.. Ma come è scomodo..."
"La prossima volta ti porto un cuscino."
Sentiamo dei Mech avvicinarsi e lui mi stringe di nuovo forte.
"La mia prima auto era una Civic. Aveva 150.000 km. Nessuno capiva perché la volessi, ma stavo frequentando una ragazza... Rita. E non c'erano tanti posti dove andare, quindi quell'auto..."
"Era come un appartamentino."
"Amavo quei vetri scuri. Erano la mostra privacy."
"Rita.."
"Cosa c'è che non va con Rita?"
"È un nome da vecchia."
"Okay, Margaret." Ci mettiamo entrambi a ridere.
"Lei non era vecchia, anzi... era una ballerina di jazz. Ballava nelle recite della scuola, e indossava quei strettissimi pantaloni da danza."
"Calzamaglia?"
"No, non erano calzamaglia. Erano dei particolari pantaloni da jazz. La prima volta che la vidi in scena ballare, m me innamorai. Fu amore a prima vista."
"Amore a prima vista per i pantaloni jazz."
Ci mettiamo a ridere entrambi, poi arriva un altro Mech e mi stringo a lui. Ha un odore buonissimo, nonostante siamo in guerra.
"Non ho mai incontrato nessuno che parla quanto te."
"Nemmeno Rita?"
"Beh, a dire il vero io e lei non parlavamo molto."
"... O Karen."
"A dire il vero... Non ho avuto modo di verificarlo." Hal si rabbuia.
Che stupida, perché ho tirato fuori l'argomento Karen? Stupida, stupida, stupida.
"Oh... Scusa."
"No, non fa niente, non fa niente..." Mi dice per rassicurarmi. "Credo che adesso potremmo provare ad uscire." Dice alzandosi.
Perché devo essere così insensibile? È ovvio che non gli è passata la storia di Karen. Che illusa sono stata anche solo pensarlo. Il problema è che io credo di essermi innamorata di lui.
Stiamo sempre insieme, spero non se ne sia accorto.

Lo seguo fuori dall'automobile.
"Il mio problema è che non riesco mai a fermarmi quando esagero." Gli dico.
"Te l'ho già detto, non è un problema."
"Invece deve esserlo. Quindi non dovevo lasciarmi andare, scusami."
"Okay."
"Avrei dovuto fermarmi alla vecchia Rita... Senza rancore?"
"Ovvio."
"Okay."

Unexpected Love | Maggie & HalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora