Apre lentamente la porta e entra trascinandomi con lei. Con le dita sfioro quel muro sul quale sono stata picchiata troppe volte. Ricordo perfettamente la prima volta in cui ha fatto sul serio. Lui continuava a "massaggiare" il mio corpo in cerca di qualcosa. Gli avevo ripetuto diverse volte di smetterla, ma lui non ha voluto farlo. Così mi ha chiusa tra le sue braccia e ancora ricordo quelle parole. "Ascoltami piccola puttanella, tu sei il mio giocattolo, un oggetto per i miei divertimenti". Io l'ho saputo solo tempo dopo, ho imparato quell'affermazione solo mesi dopo. Però in quei momenti ancora non sapevo, non sapevo dei suoi modi. Per questo gliel'ho urlato, gli ho urlato di non toccarmi. Velocemente ha chiuso la mano a pugno, e quello stesso pugno, che in poco tempo ho imparato a conoscere, mi ha colpito lo stomaco con forza. Una lacrima ora mi riga il viso, l'acqua salata mi raggiunge la mascella e cade a terra. Lei sorride e continua la sua camminata. Arriva fino alla camera e nota come, ancora incrostate, ci sono minuscole gocce di sangue che non sono riuscita a pulire. Il suo sorriso sparisce per poco tempo, ma subito riappare quando mi guarda in volto.
- Ehi, tranquilla - accende la luce e osserva la stanza.
- Questa casa è fantastica Lucy! Sembra nuova! - chiude gli occhi e fa una giravolta.
- Nuova, ma con ricordi che si sono ripetuti, cose sofferte per troppo tempo. - mi prendo un gomito con la mano e osservo il pavimento lucido.
Il suo sorriso svanisce e si avvicina a me.
- Lucy... - mi accarezza una spalla e mi osserva.
- Lasciami da sola per favore... - glielo chiedo gentilmente e lei annuisce andando nell'altra stanza. Entro nel bagno e mi chiudo dentro. Mi guardo allo specchio e sospiro. Dov'è Lucy? Alzo la felpa e la tolgo. La pelle è ricoperta da macchie viola. Un brivido mi percorre la schiena. È come se adesso lo vedessi allo specchio. È dietro di me, mi tiene i fianchi e con un ghigno mi sussurra all'orecchio.
"Sei stata creata per essere il mio divertimento. Ogni parte del tuo corpo è modellata per le mie mani, per ogni gesto che ti possa donare dolore. Un inutile oggetto." Stringo i pugni e sospiro mentre nuovamente piango. Guardo allo specchio come sono ridicola e debole difronte a lui, difronte al mostro che è, difronte a ciò che lui ha creato. Mi prendo il viso tra le mani e mi siedo a terra. Faccio schifo. Mi odio, odio il mio corpo, il mio viso, il mio carattere così debole, ogni singolo particolare. Vorrei andarmene, non ho nulla da perdere, se non il dolore. Cosa se ne fa il mondo di una come me? Guardo le mie braccia, vedo solo segni e cicatrici di ciò che ho passato. Se mi guardassi di nuovo allo specchio non vedrei una persona, ma uno di quei giochi per divertirsi, vedrei una bambola creata per soddisfare ogni suo piacere. Tolgo le mani dal viso e appoggio la testa sulla vasca.
- Perché esisto? - la mia è una domanda che pongo al mondo, ma sopratutto a me. Guardo la felpa azzurra di Natsu e la raccolgo. Ha un profumo che mi rilassa. Indosso la felpa che mi copre i lividi. Sono talmente inutile che non riesco a dimenticare, non riesco a coprire da sola quei marchi che lui mi ha lasciato. Mi alzo in piedi e mi guardo di nuovo. Sospiro nel vedere Lisanna da un lato che sorride e dall'altro Natsu. Lei mi tiene la mano, mentre lui rimane a distanza. Nella mia testa rimbombano le loro voci. Sorrido e con le dita sfioro lo specchio. Sospiro nuovamente e mi asciugo un po' il viso con la manica della felpa. Esco dal bagno e osservo Lisanna seduta nella sala mentre si tiene le meningi tra le dita.Il mio riflesso mi ha guardata e mi ha sorriso. "Esisti per le persone che un tempo ti hanno voluto bene e per quelle che oggi vogliono ancora farlo."
Sting Eucliffe, colui che mi ha uccisa interiormente.
(Avviso: aggiornamenti casuali)
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Nalu ~ Vestita di lividi [Sospesa]
FanficMentre urli alla tua donna c'è un uomo che desidera parlarle all'orecchio. Mentre offendi, umili, insulti e sminuisci la tua donna c'è un uomo che la corteggia e le ricorda che è una grande donna. Mentre la violenti c'è un uomo che la ama. Mentre...