Mi sveglio con un piccolo tremolio, quasi percettibile.
Apro gli occhi di scatto.
Sono sull'aereo.
Come ci sono arrivata? Cerco di alzarmi ma qualcosa me lo impedisce.
Abbasso lo sguardo. I miei polsi sono legati con un nastro nero come la pece, ad un pezzo di plastica di un grigio chiaro.
I ricordi iniziano a riaffiorarè lentamente.
Come sta il dottore? Cerco di dimenarmi il più possibile per guardare dal lato opposto dell'aereo. Non lo vedo. Spero stia bene. Non so perché ho fatto un'azione tanto brutale nei confronti di una persona che cercava solo di fare al meglio il suo lavoro.
Sento del prurito ovunque. Come se dei piccoli aghi venissero infilati lentamente nella mia pelle.
Vedo passare una hostess.
《Mi scusi? 》cerco di richiamare la sua attenzione.
《Cosa desidera?》mi sorride gentilmente. Indossa una semplice camicia bianca abbinata ad una gonna rossa. Ha i capelli biondi. Il suo viso è curato, privo di occhiaie o rughe.
Ha un sottile strato di mascara, il qualche le incornicia gli occhi chiari.
《Sa dov'è il dottor Mike?》le domando.
《Il dottore è stato portato con urgenza al pronto soccorso.》fa lei.
《Oh...》è tutto quello che riesco a dire.
《Non dovrei farlo, ma...》si guarda intorno furtivamente. Prende dal carrello davanti a sé un sacchetto di piccoli snack e si avvicina. Allenta il nastro quanto basta per permettermi di portare il cibo alla bocca.
Me lo porge e mi fa l'occhiolino.
《Sarà il nostro piccolo segreto.》sussurra coprendosi la bocca.
Le sorrido.
È la prima persona finora che mi ha trattata con rispetto.
Si sistema la gonna sgualcita e si allontana.
《Forza! Muoviti!》una voce maschile fa il suo ingresso《È rimasto un posto libero?》
《Sì, laggiù, in fondo. 》sento dire alla hostess.
Chiudo gli occhi istintivamente e ritraggo la mano con gli snack. Non voglio che qualcun'altro mi ricordi di ciò che è accaduto prima.
Appoggio la testa di lato e mi sforzo di sembrare naturale.
《Stai buono qui.》continua l'uomo.
Sento un piccolo tonfo alla mia sinistra.
La fragranza della menta mischiata al fumo, m'invade i polmoni.
《Non tentare di fare una delle tue solite cazzate.》annuncia l'uomo prima di andarsene.
Io continuo a far finta di dormire.
Non voglio parlare con nessuno, tanto meno con uno sconosciuto.
Lo sento muoversi. Sta cercando di andarsene.
Si lascia cadere a peso morto sullo schienale.
《Finito lo spettacolino?》domanda. Il suo tono di voce è forte. Sembra determinato e sicuro di sé.
Faccio finta di niente.
《Allora,》inizia 《come ti chiami? 》
Mi giro verso di lui e apro gli occhi.
Il suo sguardo si sofferma sul mio.
I suoi occhi color caramello mi scrutano come se cercassero di infiltrarsi in chissà quale fessura della mia mente per scovare delle informazioni.
《Clare.》rispondo.
Improvvisamente mi sento stanca. Come se avessi esaurito tutte le energie contenute all'interno del mio corpo debole e fragile.
《Molto lieto. Dwight. 》mi sorride 《Sai, ti bacerei la mano se non fossi incatenato qui.》fa lui, posando il suo sguardo sul nastro che blocca i suoi polsi.
《Già.》sibilo. Mi sporgo a guardare fuori dal finestrino.
Tutto sembra più piccolo visto da questa prospettiva. È incredibile come noi sembriamo una massa insignificante in confronto a tutto questo.
《Hai ragione.》dice.
Lo guardo con aria interrogativa.
《Riguardo all'immensità di quello che c'è la fuori.》indica il finestrino con un cenno del capo.
Come ha fatto a... leggermi nella mente? È davvero possibile?
Anche se non è la cosa più strana alla quale io abbia mai assistito.
《Ho sentito di una che ha conficcato un dolcetto in gola ad un dottore.》fa lui avvicinandosi.
Non voglio che sappia che sia stata io a farlo.
《Davvero?》mi fingo interessata.
《Già. Qui girano i più pericolosi psicopatici.》continua. Sul suo volto si crea una smorfia.
《Tu sei uno di loro?》chiedo.
《Altrimenti non sarei legato.》ridacchia. Prende questa faccenda un po' troppo alla leggera.
Lo stomaco mi inizia a brontolare.
Prendo gli snack e inizio a mangiarli con la mano "libera".
Lui li guarda.
《Ne vuoi uno?》gli domando.
Sembra quasi sorridere.
《Sì. 》risponde 《Ma non so come fare.》
Ineffetti è impossibile mangiare in una condizione del genere.
《Cerca di avvicinarti il più possibile alla mia mano.》gli consiglio.
《Così posso rimediare con il bacio?》sorride malizioso.
《Così non muori di fame.》preciso.
Si avvicina e addetta uno snack che ho nella mano sinistra.
Lo guardo.
Cos'ha questo ragazzo di così grave, per essere finito in questo posto?
《Oh, quasi dimenticavo.》si protende verso la mia mano e la bacia.
Questo piccolo gesto mi provoca dei brividi.
Si rialza e mi guarda di nuovo.
Ha gli occhi tutti neri. Non s'intravede nemmeno una parte bianca. Sembrano privi di vita.
《Dwight?》lo chiamo.
Si forma una specie di sorriso sul suo volto privo di espressione.
Iniziano a spuntargli delle vene bluastre lungo il suo collo, sui lati del viso e della fronte. Circondano i suoi occhi e fanno perdere il colore rossastro delle sue labbra.
Sento un urlo. Poi un'altro e un'altro ancora.
Sono bloccata.
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La mia lettera D
ParanormalClare non è mai stata come tutte le altre ragazze. Ha sempre avuto quella caratteristica che la differenziava dalle altre sue coetanee. Entrerà a conoscenza di un mondo sovrannaturale con l'arrivo improvviso di Dwight, e scoprirà ciò che è veramente...