Capitolo 23

28 11 18
                                    

Apro lentamente gli occhi.
Non sono più a casa di Vernon.
Ricordo solo le sue mani togliermi la vita.
Come ha potuto farlo?
Mi alzo.
Intorno a me è tutto buio: quando si muore non si dovrebbe vedere la luce?
《Clare?》conosco questa voce.
Mi volto e vedo mia sorella.
《Oh mio Dio...》corro ad abbracciarla.
È ancora una bambina.
La stringo forte al petto.
《Mi sei mancata tantissimo.》inizio a piangere.
Si allontana da me.
《Ora devi ascoltarmi.》inizia《Non appartieni più ai vivi, sei dell'altra parte.》
Sentir pronunciare queste parole mi provoca una fitta allo stomaco.
Ma in fondo lo sapevo.
Il lato positivo è che non tornerò in quel manicomio.
《Quindi ora sono un fantasma o roba del genere?》chiedo confusa.
Lei scuote il capo.
Sono morta. Non riesco a descrivere quello che sento in questo momento.
《Perché è tutto nero?》domando.
《Qui è il posto che spetta alle creature sovrannaturali.》spiega.
Creature sovrannaturali? Quindi io che cosa sono?
La vedo scomparire.
《No non andartene!》urlo《Ho bisogno di te...》le lacrime iniziano a scendere roventi.
Sono sola.
Mi asciugo le guance e continuo a camminare.
Mi sembra di essere rinchiusa in qualche stanza al buio.
Questo posto mi ricorda la cantina.
Sento un mal di testa atroce.
Metto le mani sulle tempie.
Il dolore si fa più forte.
Dalla mia bocca, esce un urlo smorzato.
Mi accascio al suolo e chiudo gli occhi.
Chi è morto non dovrebbe essere privo di emozioni?
Tutto svanisce.
È solo un brutto sogno.
Ora mi sveglierò al nascondiglio.
Lo ripeto a me stessa più volte al fine di convincermi.
《Vattene!》qualcuno urla questa parola con tutta la voce che possiede.
Mi ritrovo faccia a faccia con un uomo incappucciato.
Mi avvicino per vedere.
《Non toccarmi!》continua.
《Non posso farti del male, siamo entrambi morti.》continuo a pronunciare queste parole con fatica.
Gli sfilo il cappuccio senza fretta.
Lui mi lascia fare.
Vedo il suo volto.
No. Non può essere veramente lui.
Credevo fosse vivo.
《Papà?》sono sconvolta.
Lui annuisce.
Rimango con gli occhi sbarrati.
《Cos'è successo? E quando?》sono sconvolta. Come può essere morto?
《Non posso dirti niente.》risponde《Altrimenti mi uccideranno.》
《Non lo dico a nessuno, te lo prometto.》gli sorrido, anche se è un gesto chiaramente inutile.
《Ci ascoltano. Non posso.》mi accarezza il viso.
Mi blocco.
Dietro di lui ne vedo una. Un'ombra.
Rivolgo uno sguardo a mio padre.
Cado all'indietro.
L'ombra si è impossessato di lui.
Corro il più lontano possibile.
Se n'è andata.
Continuo ad avventurarmi in questo rende labirinto.
Vedo un altro ragazzo.
Ha due occhi azzurri e i capelli castani.
Sulla schiena ha due ali candide. Resto stupefatta fissarle senza fiatare.
《Chi sei?》chiedo infine.
《Sono Daniel.》risponde.
《Clare.》
《Bello avere delle presentazioni in questo luogo eh?》scherza.
Vedo mio padre davanti a me.
Daniel si alza e gli strappa letteralmente il cuore dal petto.
Il suo corpo cade inerte a terra.
《No! Papà!》mi accovaccio accanto a lui.
Daniel mi tira indietro.
《Non è lui ferma!》mi urla.
Ha ragione.
Il suo corpo diventa quello di un'ombra.
《Ne hai uccisa una?》non so se essere felice o spaventata.
《Non durerà allungo, abbiamo al massimo cinque minuti credo.》mi lascia andare.
《Grazie...》sussurro.
《È stato un piacere.》sorride.
《Ho saputo che questo è il posto delle creature sovrannaturali, tu cosa sei?》chiedo disinvolta, conoscendo già la risposta.
Non sembra essere infastidito dalla mia domanda.
《Sono come te.》si limita a dire《Un angelo.》
《Io sarei un angelo!? E tu come fai a saperlo?》starà sicuramente mentendo.
《Perché hai le ali.》risponde come se fosse una cosa normale.
Cerco di guardarle, ma niente.《Non riesco a vederle...》sto iniziando a rendermi conto di quanto sia assurda questa conversazione.
《Sono astratte, invisibili.》
Rido《Eppure non sembrano così invisibili.》gli faccio notare.
《Che cosa?》sembra sconvolto.
《Tranquillo terrò la bocca sigillata.》dico.
《Okay...》mi mostra un debole sorriso.
《Da quanto tempo sei qui? Magari c'è qualcosa che possiamo fare per scappare.》
《È da trecentoventidue anni che sto cercando un modo di fuggire.》
《Siamo spacciati.》mi passo una mano tra i capelli.
Mi siedo accanto a lui.
《Come mai non sapevo di essere un angelo?》ho così tante domande.
《Di solito inizia tutto dalla morte. Io prima di morire, non sapevo di esserlo. L'ho scoperto grazie ad un'amica.》spiega.
《E dov'è in questo momento?》
《Probabilmente avrà trovato la pace.》
Sono confusa.
《Non siamo già morti?》una piccola speranza si accende in me.
《Tecnicamente, siamo in un purgatorio, ci troviamo in mezzo tra il bene ed il male.》
《È terribile...》deglutisco a fatica.
《Mica tanto. Il lato positivo è che le emozioni umane non si perdono del tutto.》
《E cosa c'è di bello in questo?》
《Che conservi la tua parte razionale, e non cadi nelle loro mani.》
Annuisco.
Mi volto. L'ombra è sparita.
Daniel scoppia a ridere.
《Cosa c'è?》
《La tua espressione.》ridacchia.
《Non è divertente.》sbotto.
La sua risata mi porta a ridere insieme a lui.
《Dai andiamo.》dice infine.
《Dove?》
《Lo vedrai.》
Cammino senza sapere dove andare.
Sento due mani coprirmi gli occhi.
《Aspetta...》Daniel mi fa avanzare di altri passi.
《Quando posso aprire gli occhi?》gli domando.
《Ora puoi.》
Li apro. Il colore rosso mi acceca la vista.
Non è possibile, è come nel sogno...
Una pianta di rose rosse fa sembrare questo posto qualcosa di magico.
Si propaga da un piccolo prato circolare, e sembra non avere fine.
《È meravigliosa...》non ne vedevo una da molto tempo.
Ne prende una fra le mani e me la porge.
《Grazie.》gli sorrido.
《Consideralo un regalo di benvenuto.》

La mia lettera DDove le storie prendono vita. Scoprilo ora