Capitolo 17

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Riapro lentamente gli occhi. Non riesco a vedere molto.
《Andrà tutto bene...》sento dire a qualcuno.  Sono sola.
Questa frase, mi porta alla mente il sogno. Ogni cosa sta avvenendo a suo tempo.
Sento il sangue ghiacciarsi nelle vene.
L'ultima cosa che ho visto era quella figura bionda dagli occhi neri.
Quindi il mio destino è già programmato?
Mi sento come se qualcuno potesse anticipare ogni mia mossa.
Una piccola lampadina si accende, illuminando leggermente un piccolo tavolino.
Mi avvicino a quest'ultimo, ispezionandolo da cima a fondo.
Una lettera D è incisa nel legno.
Cosa significa questa lettera?
Sta per Dwight?
Sì avvicina cautamente quella figura dagli occhi bui.
Indietreggio. Ci troviamo ai lati opposti del tavolo.
Inizia a frugarsi nelle tasche di una lunga veste nera, e vi estrae un chiodo arrugginito.
Rimango immobile. Vuole farmi del male? Sono loro le persone di cui nessuno vuole parlarmi?
Me lo passa, lentamente.
Resto stupefatta per il suo gesto improvviso. Lo afferro senza rimuginarci su troppo allungo.
《Simbolo.》dice. La sua voce è profonda. Mette i brividi.
《Quale simbolo? 》
Fa una specie di grugnito, e lo vedo avvicinarsi velocemente.
《Disegna un simbolo.》mi ordina seccato.
Rivolgo uno sguardo al tavolino.
《Perché dovrei?》non ricevo nessuna risposta. Mi giro: è sparito.
Prendo il chiodo e inizio ad incidere.
La croce al contrario è la prima immagine che mi passa per la testa.
Blocco quel pensiero e inizio a finire di deturpare questo tavolino.
Tutto inizia a scomparire in una nuvola di fumo.
Dinnanzi a me, compare una figura. Non riesco a capire chi sia.
Mi avvicino. Siamo ad un metro di distanza.
Alza una mano e la avvicina al mio volto.
Al contatto, una scossa mi riporta nel mio vialetto di casa.
Vedo Addison giocare.
Sto rivivendo i miei nove anni, il giorno dell'incidente.
Ma è possibile? Lei non c'è più, ma è così reale.
Vorrei correre ad abbracciarla, ma il mio corpo non si muove.
Vedo il suo giocattolo rotolare in mezzo alla strada.
Mi rivolge uno sguardo《Clare lo vai a prendere?》
Vorrei rispondergli di si, perché so come andrà a finire, ma mi limito a dire 《Non posso, devo finire di pettinare la mia bambola.》
Vorrei prendere questa stupida bambola e buttarla da qualche parte, e vorrei impedirle di andare in mezzo alla strada.
Sono intrappolata nel mio corpo da bambina.
Sono bloccata nei miei nove anni, e non posso fare niente per impedire ciò che sta per accadere, sono condannata a restare a guardare questo terribile ricordo.
Si alza, e corre dal suo giocattolo.
Vedo i fari di una macchina avvicinarsi, per poi schiacciarla sotto tutto il suo peso.
《Addison!》urlo, andandole incontro.
L'uomo esce terrorizzato dalla macchina.
Non so chi è più bianco, se lui o mia sorella...
La mamma esce alla svelta.
Vedo un'ombra uscire dal corpo inerte di Addison.
Non può essere... Sono state loro. Si sono impossessate del suo corpo.
Rivolgo uno sguardo alla mamma: la vedo contorcersi e scoppiare in lacrime.
Non riesco a trattenere le mie.
《La prossima sei tu.》mi minaccia l'ombra. Non le guardo il volto. Continuo a tenere la testa bassa. Alzo lo sguardo per vedere la mamma, e mi accorgo che l'ombra è sparita.
Sento di nuovo una scossa.
La figura nera è di nuovo davanti a me.
Toglie la sua mano, e la ripone lungo il suo fianco.
《Sono dappertutto.》dice riferendosi alle ombre.
Vengo catapultata all'entrata di questo posto.
Mi ritrovo paralizzata davanti alla scalinata.
Continuo a mantenere lo sguardo puntato davanti a me.
《Clare! 》è Dwight. Mi sta cercando.
《Dwight!》lo chiamo.
Mi corre incontro e mi avvolge con le sue braccia muscolose.
《Scusa... Per tutto.》
Sorrido. 《Scusami anche tu...》sussurro.
Si allontana leggermente. Guarda le scale.
《Cosa ci fai qui?》domanda.
《Qualcuno mi stava inseguendo...》inizio a spiegare, ma vengo interrotta bruscamente da lui.
《Sei entrata li dentro?》
《Sì... Una persona dagli occhi neri mi ha trascinata e...》mi blocco.
《E? 》mi incalza.
Non voglio dire quello che ho visto.
《È poi mi sono ritrovata qui fuori.》dico, evitando di raccontare la parte più importante.
《Non ti hanno detto niente?》continua.
《Di disegnare un simbolo.》spiego.
Sbarra gli occhi.
《Tu non l'hai fatto, vero?》
《Io... Ne ho disegnato uno. Una croce la contrario. Ma che importanza ha?》chiedo immediatamente.
《Come fai a sapere della croce?》
Perché vuole sapere tutte queste cose? Ogni volta che sono io a chiedergli una domanda di questo genere, rimane in silenzio, quindi perché dovrei dirglielo?
《Ne parleremo dopo.》mi limito a rispondere.
Mi guarda contrariato, per poi annuire.
Ci dirigiamo al nascondiglio.
Gli spiegherò tutto dopo, ma tutti loro, prima dovranno darmi una spiegazione plausibile su ciò che sta accadendo, e farò di tutto per averla.
L'unico pensiero che continua a ronzarmi in testa, è l'ombra.
Ha ucciso mia sorella.
Ma perché non mi sono mai ricordata quella minaccia?
È come se il ricordo fosse stato rimosso, ma la vera domanda, è da chi?
Sento la rabbia in ogni parte del mio corpo.
Scoprirò ciò che sta succedendo, fosse l'ultima cosa che faccio.



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