♡5♡

45 3 0
                                    

Alicia's POV

Ho deciso di aspettare un po' a dire a Michele dei biglietti e di mio padre, prima abbiamo un'altra questione da sbrigare.

Arrivo a scuola come sempre, mi siedo al mio posto e appena mi giro verso il mio compagno di banco abbasso lo sguardo un po' in imbarazzo, vedo che anche lui evita io mio sguardo, altrettanto imbarazzato e così decido di prendere io la parola:<<Ehm... tutto bene?>> gli chiedo senza guardarlo in faccia <<Si... tu?>> <<Si bene... ho avuto una buona domenica, anche grazie a te.>> dico alzando leggermente lo sguardo e incrociando i suoi favolosi occhi color ghiaccio con i miei verdi <<Anch'io, grazie per la bella serata di sabato.>> dice appoggiando la sua mano sulla mia, gli sorrido con un sorrisino timido e poi mi chiede:<<Beh, cos'hai fatto domenica per essere stata una bella giornata?>> <<Beh, prima di tutto... lo sai, ci sei stato tu... poi mio padre è venuto a trovarci.>> sorride alla prima frase e poi chiede confuso:<<Tuo padre? Mica avevi detto di non avere un padre?>> <<Mi ha contattata qualche giorno fa dicendo che era da queste parti e che quindi sarebbe passato a trovarci; mia zia era in contatto con lui da tempo, ma non ce lo ha mai detto.>> <<Una domanda: chi è tuo padre?>> chiede dubbioso <<Gerard Way.>> vedo la sua espressione diventare sorridente <<Gerard Way, il cantante dei My Chemical Romance?>> <<Sì, proprio lui.>> Michele diventa felicissimo <<Quindi tuo zio è Mikey Way?! Lo adoro! Ti prego dimmi che lo conoscerò, voglio che mi insegni a suonare tutte le canzoni al basso!>> <<Aspetta, suoni il basso?>> fa segno di "si" con la testa scuotendo i capelli biondi <<E Vladimir suona la batteria.>> <<Oddio! Io suono la chitarra! Potremmo formare una band!>> grido l'ultima frase <<Stavo per dirlo io!>> grida anche lui felice, gli butto le braccia al collo e lo abbraccio forte, sento le sue braccia stringersi forte attorno alla mia vita e abbracciarmi; il resto della classe ci sta guardando male e Frank sta ridendo, quando ci stacchiamo gli mostro il dito medio e gli dico:<<Non ridere scemo!>>.

Con Frank eravamo molto amici, però fuori da scuola; suo fratello è il mio tatuatore ed effettivamente sto pensando di voler fare un'altro tatuaggio, e andavo da loro due quando volevo parlare e così io e Frank sparlavamo dei nostri compagni.

Frank aveva un problema con la droga, solo che spacciando non riusciva a smetterla, Gregory, suo fratello, ne era al corrente e non sapeva come fare perché era l'unico della famiglia che gli restava e se lo avesse mandato in una clinica non l'avrebbe più visto per non si sa quanto.

Frank ride ancora di più e ricambia il gestaccio e rido anch'io.
<<Tu e Frank siete amici?>> mi chiede Michele <<Si, però a scuola non ci parliamo praticamente mai.>> <<E come fate ad essere amici?>> <<Sono amica di suo fratello e di conseguenza quando sono lì da loro parliamo. Siamo amici normali, solo che a scuola non parliamo perché lui non vuole essere scambiato per uno come me e io non voglio che gli altri pensino che io sia una come lui.>> dico lasciandogli qualche dubbio, ma lui non fa domande e continua a guardare Frank che si è girato perché l'insegnante della prima ora è entrato.

Finita scuola decido di aspettare Vladimir con Michele; quando il ragazzo dai capelli corvini arriva si stupisce di vedermi lì con suo fratello ma mi saluta comunque <<Beh, come mai se qui, Alicia?>> dice sorridendo <<Perché ho scoperto che suoni la batteria.>> rispondo sorridendo a mia volta <<Si, ma non capisco... cosa intendi?>> chiede parecchio confuso <<Formiamo una band! Io, te e Michele.>> dico felicissima, all'inizio ha ancora un'espressione confusa, ma poi capisce quello che intendo e sorride alzando la mano in modo che io gli batta il cinque e così mi tocca alzarmi sulle punte dei piedi e ancora non ci arrivo perché ha messo la mano troppo in alto, se ne accorge e abbassa la mano così posso battere la mia sulla sua <<Scusa non avevo visto che non ci arrivavi.>> dice passandosi l'altra mano tra i capelli dopo che gli ho dato il cinque <<Tranquillo.>> dico sorridendogli <<Bene, quando iniziamo a suonare?>> chiede Michele <<Quando vuoi, per me andrebbe bene anche adesso.>> <<Ehi frena ragazza! -mi ferma Michele alzando una mano- Prima dobbiamo mangiare.>> <<Ma la musica è il mio cibo.>> <<Beh, allora non dobbiamo neanche apparecchiare per tre.>> dice Vladimir scherzando, rido alla sua battuta e mentre ci incamminiamo dico:<<Beh, prima di tutto devo prendere la mia chitarra.>> i due ragazzi fanno segno di consenso con la testa e ci separiamo mentre vado a prendere la mia amata chitarra, un plettro e l'accordatore.

Entro in casa e Alexia sta già pranzando, salgo le scale ignorandola, come faccio sempre, e scendo poco tempo dopo con tutto l'occorrente <<Dove cazzo stai andando?>> mi chiede con i suoi modi sempre gentili <<Dove cazzo non te ne frega.>> le rispondo con la sua stessa gentilezza e poi esco chiudendo fragorosamente la porta alle mie spalle.

Arrivo a casa dei miei compagni musicisti e citofono, Vladimir viene ad aprirmi e mi fa entrare.
Appoggio la chitarra al muro e mi siedo a tavola con i due ragazzi, guardo cosa c'è nel piatto e noto una bistecca:<<Io... io non posso mangiarla...>> dico un po' imbarazzata, Michele mi porta via il piatto e mi chiede se c'è qualcos'altro che io possa mangiare, gli dico che andrebbero benissimo dei pomodori non conditi, me li serve in una ciotolina di vetro trasparente, lo ringrazio e ci rimettiamo tutti a mangiare.
<<Come mai non puoi mangiare carne?>> mi chiede Vladimir <<Perché sono vegetariana.>> <<Wow figo!>> dice il ragazzo e lo guardo storto per poi sorridere.

Prendo la chitarra e seguo i due gemelli in una stanza dove probabilmente suonano perché lì vedo una chitarra acustica nera con una fiamma rossa disegnata attorno alla cassa acustica attaccata sul muro e poi c'è la batteria azzurra di Vladimir e una custodia nera, enorme, dove con molta probabilità c'è il basso di Michele.

Appoggio la mia chitarra a terra e la estraggo dalla sua custodia rigida: ecco la mia Less Paul Junior nera e arancione che viene portata alla luce dopo un po' che non la suonavo; faccio passare la cintura della chitarra attorno alla mia testa così da legarmi lo strumento al corpo, in modo da non perderlo, poi mi siedo a terra e prendo l'accordatore e inizio ad accordare la mia chitarra. Non è molto scordata, è il bello di questa mia piccola gioia: si scorda molto raramente.

Vladimir sistema i componenti della sua batteria e Michele estrae dalla custodia un bellissimo basso nero e bianco che è grande quanto me e si mette ad accordarlo anche lui.

Finito di accordare il tutto chiedo loro cosa suonano solitamente <<Bah... un po' di tutto, quello che ci passa per la testa.>> risponde Vladimir <<Tu cosa suoni?>> <<Principalmente canzoni dei Green Day, ma sostanzialmente di tutto.>> <<Non dirmi che anche tu mai matta per quei tre...>> dice Vladimir roteando gli occhi, sia io che Michele lo guardiamo male <<Cosa stai insinuando? I Green Day sono la band migliore al mondo, sono la mia vita, la mia famiglia, il mio tutto. Tu non puoi capire come quei tre ragazzi mi abbiano sostenuta in tutto questo tempo!>> dico guardandolo male, Vladimir si scusa e poi Michele mi chiede:<<Preferisci i Green Day ai My Chemical Romance?>> <<Sì, perché loro ci sono sempre stati e mio padre no.>> <<Ma tuo padre lo sa?>> <<Sì, e si è pentito di non esserci stato.>> <<Ma aspetta, mica non aveva un padre?>> chiede Vladimir a Michele non capendo <<È venuto a trovarla ieri.>> risponde il biondino al mio posto <<Già, e pensate che io non volevo vederlo, e guarda un po', si è rivelato il cantante di una band che mi piace.>> Vladimir è profondamente confuso e non sta capendo un cazzo di niente <<Gerard Way, l'hai mai sentito nominare?>> gli chiedo, fa segno di "si" con la testa <<Beh, sono sua figlia.>> dico per poi incitarli a suonare qualcosa.

Ci ritroviamo a suonare "Knockin' On Heaven's Door" dei Guns 'n' Roes.
<<Siete magnifici ragazzi!>> dico applaudendo loro, Vladimir si alza e fa qualche inchino e così ci mettiamo a ridere.

Purtroppo ora sono a casa, chiusa in camera mia, come sempre.
Non ho cancellato il numero di mio padre, forse perché penso che possa rimediare in qualche modo; decido di contattarlo con un messaggio:"Suono, contattami quando hai tempo" molto schematico ma preciso.

Dopo neanche un'ora squilla il mio cellulare e sullo schermo appare la scritta "Dad", rispondo e subito mio padre mi chiede di cosa ho bisogno, gli spiego il tutto e mi dice che possiamo passare di lì sabato; prima di riattaccare però aggiunge:<<Ah, Alicia, non è che potresti passare venerdì tu da sola? E porta anche tutta la tua attrezzatura.>> <<Certo papà, ci vediamo venerdì.>> <<Okay, ti voglio bene.>> <<Anch'io papà.>> un atto d'affetto, forse ha fatto solo lo sbaglio di non volerci portare via per via dell'odio verso la mamma, che non ho mai propriamente conosciuto, o forse era annebbiato dalla rabbia per non vederci.

♡Be my bassist player♡Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora