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Radioactive - Imagine Dragons

Gli occhi verdi del dottor Dream sono su di me, ma lui non sembra arrabbiato. Certo, non lo conosco affatto, ma la sua espressione pare totalmente disinteressata, come se la mia affermazione sul dottor Styles fosse del tutto priva di significato.

Solleva un sopracciglio ed io faccio un passo indietro. Non riesco a capire perché sia qui, ma potrebbe essere una specie di assistente del dottor Styles. Oppure, si sta semplicemente chiedendo cosa diamine stia facendo io qui dentro.

Sono ferma, immobile, inutile come un'ameba, a fissare i suoi occhi chiari. Non credo di aver mai visto occhi più belli, sinceramente. Anzi, non credo di aver mai visto un ragazzo così bello e basta. I suoi capelli castani, scompigliati abilmente — oserei perfino dire alla perfezione — , gli regalano un'aria sbarazzina, ma si accoppiano in modo pressoché perfetto con i lineamenti duri del suo viso.

Il vero problema, però, è che sembro una stupida. Lo sto guardando come se fossi imbambolata e lui sta continuando a mantenere un sopracciglio sollevato, aspettando un mio cenno. Mi devo sforzare di parlare. Devo farlo per forza, o penserà a qualche specie di mutismo.

Mi schiarisco la voce, nonostante la mia gola si sia prosciugata di colpo. «Oh, ehm...», inizio, grattandomi nervosamente il retro della testa. Diamine, perché questo tizio ha un così forte ascendente sulle mie capacità mentali?
«Stavo cercando... il dottor Styles», mi sforzo di spiegare, con la voce ridotta quasi ad un sussurro.

Il dottor Dream sorride appena e i miei occhi guizzano sulla fossetta che si forma sulla guancia destra.

Si volta e chiude la porta, provocando un altro passo indietro da parte mia. Sono in una stanza chiusa, nel piano più deserto dell'ospedale, in compagnia del più bel dottore che abbia mai visto fino a questo momento. Non è una buona accoppiata, dovrei fuggire e cercare il dottor Styles.

«Prego, Charlotte. Si sieda», dice con tono cordiale, indicandomi una delle sedie vicino alla scrivania. Come ho immaginato in precedenza, ha una voce che si addice perfettamente al suo aspetto fisico: roca, un po' graffiante, ed estremamente affascinante. Mi sorprendo a sentire il mio nome uscire dalle sue labbra. Non pensavo neanche che si fosse accorto della mia esistenza ma, sorprendentemente, conosce anche il nome.

Cerco di allontanare le mie fantasie e di non entusiasmarmi troppo. Ha solo detto il mio nome, non mi ha mica proposto un appuntamento galante.

Dato che continua a guardarmi e io sto iniziando seriamente a sudare freddo, mi stringo nelle spalle e mi siedo sulla prima sedia che mi capita a tiro. Sento i suoi passi farsi più vicini e lo vedo mentre fa il giro della scrivania, posizionandosi direttamente davanti a me. Incrocio i suoi occhi per appena una frazione di secondo, ma abbasso la testa, sentendo le guance pizzicare per il sangue che, nel frattempo, vi affluisce.

«Bene», commenta, spezzando il silenzio. Afferra un fascicolo e stringo gli occhi in due fessure per mettere a fuoco. Sembra quasi... «Charlotte Cooper. Si è laureata con il massimo dei voti, vedo. Ha anche lavorato in una clinica privata. Dico bene?»

Sta leggendo le informazioni presenti nel mio dannato fascicolo personale, ma non dovrebbe averne libero accesso.

«Sì, esatto», confermo. «Ma come fa ad averlo?»

«Nata e cresciuta a Boston, venticinque anni...» prosegue, ignorando la mia domanda.

«Sì, ma...»

Doctor Dream 1&2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora