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Porcelain - Moby


«Non metta tutto quello zucchero.»

Roteo gli occhi, approfittando del fatto che lui sta dietro di me, e fingo di schiacciare il tasto per diminuire la quantità di zucchero.

Nonostante durante i tragitti in macchina di questi ultimi due giorni sia rimasto in silenzio, mentre lavoriamo non fa altro che dare ordini. Inizia seriamente a stancarmi e diventa complicato tenere a freno tutti gli epiteti poco gentili che vorrei vomitargli addosso. Mi chiedo ancora perché si ostini tanto a volermi accompagnare a casa o al lavoro, ma immagino che domandarglielo equivalga a un biglietto di sola andata per il baratro. In più, mi fa comodo, perciò evito di lamentarmi. Tuttavia, più passo del tempo con lui, meno lo sopporto. Non fa altro che dispensare ordini perentori: "Charlotte, mi segua"; "Cooper, vada a prendermi le cartelle"; "Tenga la sua agitazione fuori dal Pronto Soccorso" e cose simili. Non ha la facoltà di impormi niente, ma rimane la speranza che, assecondandolo, riesca a sciogliersi almeno un po'.

Quando il caffè è pronto, afferro il bicchiere caldo e lascio girovagare lo sguardo un po' dappertutto, ma sento i suoi occhi addosso, una cosa che fa spesso quando è convinto che io non me ne accorga. Nei momenti in cui mi guarda, riesce a mettermi in soggezione. Preferisco di gran lunga quando si limita a dare ordini senza dedicarmi occhiate prolungate.

A dir la verità, iniziano a irritarmi perfino i miei stessi pensieri riguardo la sua bellezza. Non riesco davvero a non ammirarlo di nascosto, ma cerco di non preoccuparmene: tre giorni al Pronto Soccorso e mi sono già accorta di non essere l'unica a guardarlo, perché non mi sono passate inosservate le occhiate trasognanti che dottoresse, infermiere e pazienti riservano al dottor Dream.

"Dream" solo per definizione; finché si riferisce solo alla sua bellezza potrebbe anche aver senso, ma nient'altro.

«Dottore!»

Io e il dottor Styles ci voltiamo entrambi verso la donna che si sta affrettando a raggiungerci. È la moglie di un uomo che è stato portato qui questa notte per una presunta intossicazione alimentare.

«C'è qualche problema?» chiede lui.

«Mi hanno appena detto che mio marito può tornare a casa», spiega la donna. «Quindi sta bene? È tutto a posto?»

Il dottore annuisce. «Sì, signora. Si assicuri solo che suo marito segua la terapia segnata nel foglio di dimissioni.»

«Grazie a Dio», sussurra, ravviandosi una ciocca di capelli biondi dietro all'orecchio.

«No», ribatte lui. «Grazie ai medici.»

Batto le palpebre e quasi mi va di traverso il caffè. Perfino la donna viene scossa da un breve attimo di turbamento.

«E faccia fare a suo marito il test delle intolleranze. Non si sa mai», aggiunge.

«S-sì...» balbetta la donna. «Grazie, dottor Styles.»

Mi pare di notare una certa soddisfazione nel mezzo sorriso che lui sfodera, come se la stangata data alla donna fosse di suo gradimento.

«Prego, signora Montez.»

La donna fa un cenno con la testa a mo' di saluto e torna dal marito, fermo poco più avanti mentre parlotta con un altro medico.

Doctor Dream 1&2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora