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Hey Brother - Avicii

Il rumore di un'anta che sbatte mi fa aprire gli occhi di colpo. Sento, per prima cosa, il collo intorpidito e mi rendo conto di non avere più il cuscino sotto la testa. Mi sporgo appena oltre il letto e, infatti, lui è lì, per terra. Sono consapevole di muovermi tanto durante la notte, soprattutto se faccio sogni che mi fanno agitare, e devo aver buttato il cuscino sul parquet mentre mi muovevo convulsamente.

Mi guardo intorno, dopo essermi stropicciata gli occhi con le mani. Sono a casa di Harry e dalla finestra entra la luce del mattino. Guardo l'orologio che porto al polso: sono quasi le sette. Riprenderei volentieri a dormire ma, dato che sicuramente Harry è già in piedi, decido di alzarmi anche io.

Mi sfilo la sua tuta e la ripiego ordinatamente, indosso i miei vestiti e do una sistemata al letto, prima di uscire dalla stanza. Avanzo lentamente fino alla cucina e, come immaginavo, Harry sta armeggiando con i fornelli. Mi sta dando le spalle, ma riesco comunque a notare i capelli scuri scompigliati, un pantalone nero di tuta leggermente calato sui fianchi e la schiena scoperta, dato che non sta indossando la maglietta.

«Cooper» esordisce, continuando a darmi le spalle.

Mi schiarisco la voce e scuoto la testa, nel vano tentativo di smettere di fissarlo, e mi siedo velocemente su una sedia. «Buongiorno, Harry» rispondo.

Lui si volta verso di me, dandomi così la possibilità di guardarlo completamente. È abbastanza muscoloso, ma questo lo avevo già notato in precedenza. La cosa che attira di più la mia attenzione, però, sono tutti i suoi tatuaggi; ne ha sulle braccia e sul petto. Alcuni del braccio destro li ho già visti, ma il resto no, e stringo gli occhi nel tentativo di capire che tipo di disegni siano. Non ci riesco comunque, perché piazza davanti al mio naso una tazza piena di qualcosa.

«Cosa è?» chiedo.

«Tè, rigorosamente non zuccherato» spiega, sedendosi di fronte a me.

Questo lo so, ma ammetto di non essere particolarmente entusiasta all'idea di bere qualcosa non zuccherata. Io, che metto lo zucchero perfino nella cioccolata calda, a differenza di quasi tutte le persone normali.

«Grazie» mi limito a dire, abbozzando un sorriso.

Harry ricambia il mio sorriso e abbasso immediatamente lo sguardo. «Hai dormito bene?» domanda.

«Sì» rispondo, annuendo.

«Bene.»

Cala il silenzio tra noi e non sento il bisogno di riempirlo con le mie domande. Mi limito a bere il mio tè e Harry fa lo stesso, lanciando di tanto in tanto occhiate al suo orologio. Alle sette e venti circa, mi dice che è ora di andare; mette le tazze vuote dentro il lavello e si infila una camicia bianca, prima di uscire entrambi dal suo appartamento.

«Liam ha detto che è tutto in ordine, comunque» esordisce, quando siamo ormai dentro la sua auto.

«A me non ha detto niente» ribatto.

«L'ha detto a me. Mi ha telefonato, verso le quattro di questa mattina. Lui e i suoi colleghi hanno controllato l'appartamento e sembra tutto a posto» spiega.

Immaginavo che Liam si sarebbe occupato personalmente del controllo. D'altronde, si tratta pur sempre dell'abitazione della sorella e lui, essendo un poliziotto, non si sarebbe potuto di certo mettere da parte. «Hai detto che non vi conoscete» gli ricordo. «Come faceva ad avere il tuo numero?»

Doctor Dream 1&2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora