05

48K 2.6K 1.3K
                                    

Get Lucky - Daft Punk & P. Williams

Sono riuscita per un pelo a evitare l'ennesimo ritardo, ma devo necessariamente avere qualche genere di problema con la mia sveglia, perché riesco a spegnerla anche durante il sonno.

«Ho una relazione abbastanza complicata con la mia sveglia», ammetto infatti a Lydia e Zoey, che ho raggiunto vicino al distributore di bevande.

Ho la fronte imperlata di sudore per la corsa che ho dovuto fare per arrivare in tempo e il respiro frammentato.

«Non sei l'unica», commenta Lydia, dopo avermi passato un bicchiere pieno di caffè. «Zayn è un ritardatario cronico, ma viviamo insieme e riesco a svegliarlo presto. Quando viveva solo, arrivava sempre in ritardo.»

«Ti capisco. Anche mia sorella è così», rispondo.

Annabelle sostiene – per chissà quale mistico motivo – che arrivare puntuale in qualsiasi posto sia "roba da sfigati". Più piccola di me di otto anni, ha delle rigide idee che ritengo ragionevolmente strambe. Siamo legate come di solito lo sono due sorelle, ma una l'opposto dell'altra. Mio padre dice sempre che io sono un mare calmo e piatto, mentre lei uno tsunami, e nessun'altra descrizione potrebbe rappresentarci meglio.

«Com'è andata ieri?» chiede Zoey. «Con il dottor Dream, intendo.»

«Smetti di chiamarlo così. Ha un nome», ribatto in automatico. «È andata come sempre. Mi ha fatto fare alcuni prelievi, mantenere le cartelle, misurare la pressione e cose del genere. Niente di nuovo.»

È già passata una settimana da quando ho iniziato a lavorare con lui. In sette giorni, comunque, non abbiamo parlato un granché. Ho anche smesso di chiedergli di non chiamarmi "signorina Cooper", perché ho capito che non cederà e non abbandonerà facilmente i modi formali. Tuttavia, ignoro cosa lo stia spingendo a volermi ancora con sé, perché ho imparato a muovermi da sola da ormai qualche giorno e non ho più bisogno del suo aiuto.

«Non è l'emblema della simpatia, ma almeno godi di una bella vista», sussurra Zoey, dedicandomi un occhiolino rapido.

«Preferirei uno meno carino con il quale scambiare due chiacchiere, anziché correre dietro di lui in quasi totale mutismo», ribatto asciutta.

Butto il bicchiere vuoto nel cestino e mi sistemo la divisa. Sono quasi le nove, ma sono già passata dal signor George per la terapia e ho scambiato due chiacchiere con lui. L'ho anche rassicurato sul fatto che verrà sicuramente dimesso a breve, perché sta collaborando e non rifiuta più le cure.

«Ehi, quella nuova», esordisce una voce alle mie spalle. La signora Lee è dietro di me, con le braccia conserte, che mi fissa con un sopracciglio inarcato.

«Charlotte», la correggo. Ho ripetuto più volte il mio nome, ma non le importa. Non credo di starle molto simpatica, ma in fondo dubito che le vada a genio qualcuno in particolare.

«È lo stesso. Vieni qui.»

Recalcitrante, occhieggio le due ragazze che distolgono l'attenzione e fanno finta di chiacchierare, e mi avvicino alla signora Lee.

«Il dottor Styles è stato chiamato in Pronto Soccorso», spiega. «Potresti andare anche tu?»

«Perché?» chiedo d'istinto.

Doctor Dream 1&2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora