L'orologio segnava le quattro e venti di mattina,la sua stanza era molto grande con un letto singolo,un comodino,un grosso armadio e peluche di ogni genere appoggiati in ogni angolo della stanza. Di fronte la finestra c' era un grosso specchio. Lei era lì,nuda,si guardava da già mezz'ora e cercava di intravedere qualcosa di carino,ma nulla. I suoi capelli biondi tinti erano ormai spenti, lunghi fin sotto le spalle,i suoi occhi verdi avevano perso ogni forma di vitalità,le sue braccia cadenti,il seno piccolo e si stava chiedendo perché a soli 43chili vedeva tutto quel grasso. Si vedeva uno schifo. La sua autostima era andata a farsi benedire,dietro di lei.. ancora quell'ombra ma questa volta aveva qualcosa di diverso. Dalla sua mano fuoriusciva qualcosa,forse un coltello. Si avvicinò a lui,prese quel coltello dalla lama affilata. l'ombra gli indicó di riguardarsi allo specchio,si girò e vide la sua immagina riflessa in quel vetro privo di ogni emozione,proprio come lei. Lui le stava dicendo la verità,lo specchio non mentiva mai,era brutta,inutile,un peso. La sua mano guidò il coltello proprio dentro il suo torace.
Era sola. Anche questa volta.
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Tieni La Mia Mano
LosoweÈ sempre dietro di lei,quell'ombra oscura che si aggira nel corridoio dell'ospedale del st Elizabeths. Stanza 356,la sua attuale dimora. Stanza 357,la sua svolta. Un padre aggressivo,una madre assente. La solitudine è sua amica e non vuole condivide...