Ciao, lettore di questa storia!
Incredibile che sia ancora nella libreria di qualcuno, dopo più di sei mesi di assenza totale da wattpad... sono rimasta piacevolmente sorpresa dai continui voti e commenti di questa storia, soprattutto su alcuni capitoli. La verità è che ho avuto un problema con la scrittura in generale e credo che possiate capire quanto demoralizzante sia perdere una passione per colpa di alcune persone. Sono sei mesi che non scrivo, non che non pubblico e non mi era mai successo. Ho intenzione di riprendere la mia passione, tentando di trasmettere qualcosa, tentando di mettere me stessa nella scrittura sebbene mi abbiano impedito di farlo per due anni interi a scuola, influenzandomi anche nella vita quotidiana. Che dire, siete fantastici come lettori, soprattutto perché molti di voi aspettano da più di un anno e sinceramente mi dispiace, ma ciò che è successo non è dipeso da me.
Spero sinceramente di riuscire a riprendere con la scrittura, passo dopo passo.
Julie, xx
richiesta di @marti_mendes
La ragazza fissava le goccioline di pioggia cadere sui finestrini di quel vecchio autobus di periferia come se fossero la cosa più interessante al mondo. Aveva talmente tante cose per la testa in quel momento che l'unica cosa che le riusciva bene era avere uno sguardo assente e triste. I pensieri le frullavano in testa ad una velocità tale che era difficile concentrarsi su uno di essi per più di cinque secondi. Il trasferimento rapido e inaspettato nella zona industriale della sua città, dalla parte opposta della sua vecchia casa, era sicuramente la parte peggiore del grande milkshake che era la sua mente quel mercoledì di ottobre. Non era stato facile lasciare la casa in cui era cresciuta, i suoi amici di sempre e la sua routine.
I pensieri giravano come a bordo di una stupida giostra del lunapark ma uno in particolare si ripeteva continuamente. Più Martina cercava di evitarlo, più la frequenza delle sue apparizioni aumentava, finchè non poté più resistere.
Hunter Rowland. Questo era il nome del pensiero, della persona più difficile da lasciare indietro ma soprattutto del contatto che la stava chiamando a ripetizione in quegli ultimi cinque minuti. Alla quindicesima chiamata, la ragazza cedette e fece scorrere il dito sul su cellulare.
- Hunter.- disse Martina con voce roca dallo stare troppo in silenzio.
-Hey, Marti! Sopravvissuta al viaggio infernale?-
-Non sono ancora arrivata...-
-Brr... riesco a percepire la tua freddezza da qui. -
-Non sono in vena, Hunter. Ho una orrenda giornata alle spalle e voglio solo andare a casa. E giusto per intenderci, casa è casa, non questo nuovo affare comprato vicino all'azienda di mio padre. Come se non bastasse, la nuova scuola fa tremendamente schifo. Non è passata neanche una settimana dal trasloco e non ne posso già più, Hunter!- disse alzando leggermente il tono.
Il ragazzo sospirò, non sapendo come rassicurare l'amica. Nel frattempo la ragazza prese la sua borsa e si diresse verso l'uscita dell'autobus, data la prossimità della fermata.
-Hunter, ci sei?- chiese la ragazza una volta scesa da quel trabiccolo.
-L'unica cosa che ti posso dire è di girarti.-
-Come?-
-Girati, Martina.-
La ragazza obbedì ed il suo migliore amico era lì. Commedia romantica, gelato, pizza, schifezze varie e un buffo sorrisetto in faccia. Martina si fiondò tra le sue braccia, inebriandosi del profumo di lui. Le ricordava casa sua, i momenti felici, la sua scuola vecchia e tutte quelle piccole cose che rendevano la sua vecchia vita così speciale, così sua.Ognuna di quelle piccole cose, presa singolarmente non era nulla di che, ma insieme alle altre, creava la vita di Martina. Ora che aveva perso quasi ogni cosa di quei giorni felici, non le restava che il ricordo di quelle piccole cose.
- Grazie, Hunter, grazie.- sussurrò nella grande felpa del ragazzo.
Il cuore le batteva forte e come sempre quando stava con lui, non desiderava altro che lui la baciasse. Erano anni che lo aspettava ma si chiedeva se stesse sbagliando a provare qualcosa per lui, o se dovesse fare lei la prima mossa. L'unica cosa che sapeva con certezza era che i sentimenti che provava con Hunter accanto erano unici.
Il ragazzo le prese il mento delicatamente per guardarla negli occhi. Quegli occhi che da tempo lo avevano fatto ridere, piangere, intimidire ma soprattutto innamorare. Vedere Martina triste riempiva il cuore del giovane di uno sconforto talmente grande da fargli provare dolore fisico. Avrebbe fatto di tutto per Martina e per non rovinare il loro rapporto ma il desiderio di baciarla era più forte di qualsiasi pensiero razionale che la sua mente potesse formulare. Così, per la prima volta in sedici anni ascoltò il suo cuore e fu la scelta più giusta che potesse fare.
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Magcon Imagines (#Wattys2016)
RandomBrevi immagina sui ragazzi del Magcon Tour, sia Old che New. HIGHEST RANK #14 in storie brevi #87 in fanfiction [ 23/08/16] #78 in fanfiction [ 24/08/16] #51 in fanfiction [ 18/09/16]