Capitolo nove

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A mio cugino, la persona che mi ha fatto provare tante cose brutte, ma tantissime cose belle.

Cominciai a disegnare. Era una cosa che mi aveva sempre rilassato, sin da piccola. Disegnai di tutto, fino alle quattro di mattina. Prima di addormentarmi vidi i miei disegni, e la maggior parte raffiguravano Alessio, da diverse angolazioni, con diverse espressioni.
Tutti questi erano segni che quello che stavo facendo davvero era sbagliato. Il fatto era che io ne ero consapevolissima, ma non ero in grado di smetterla. Io dovevo dimenticarlo, io non potevo dipendere da lui, non potevo dipendere da una persona che non mi voleva. Mi sentivo così stupida, così debole.

Mi svegliai alle otto, avevo dormito pochissimo, eppure il sonno mi sembrava scomparso completamente. Mi fiondai sotto la doccia, forse un po' di acqua fredda mi avrebbe fatto bene. Ero solita pensare sotto la doccia, a tutto. Dalle cose più banali come una semplice cosa detta da mia madre, alle cose più importanti. E a cosa pensai la maggior parte del tempo? Ad Alessio ed Antonio.
Mi veniva spontaneo scusarmi con la mia coscienza per il mio assillarmi continuamente, eppure mi era inevitabile.
Uscii dalla doccia e dopo essermi asciugata i capelli, ancora in intimo, mi guardai allo specchio. Ero grassa, troppo grassa, in effetti mangiavo malissimo. Avevo delle cosce e le braccia enormi, e la mia pancia era oscena. Avevo smagliature ovunque. Non ci avevo mai fatto così caso, non mi ero mai guardata così tanto allo specchio, e forse avrei dovuto, per evitare di diventare l'oscenità che ero. Il mio corpo era orribile, dovevo dimagrire, assolutamente.
Mi vestii ed entrai in camera. Misi tutto a soqquadro. Tolsi le lenzuola al letto, misi a terra la roba sulla scrivania e il comodino e svuotai completamente l'armadio. E poi?
Poi misi tutto in ordine, cosa che non c'era mai stata nella mia stanza. Ero soddisfatta almeno su quello potevo avere il controllo.
Decisi di scendere, dovevo fare una spesa per me ed andare in farmacia, e ci andai correndo. Erano le dieci e c'era un sacco di gente al supermercato, ma riuscii a comprare tutto. Comprai cose integrali, frutta, verdura e barrette energetiche. Certo, non che mia madre non facesse la spesa, ma di certo non potevo mangiare la mortadella per fare la dieta.
Passai anche in farmacia, per prendere una crema per le smagliature.
Non volevo "cominciare una nuova vita" come dicevano tutte quelle persone che decidevano di fare la dieta, io volevo solo dimagrire, essere più bella, accettare il mio corpo.
Volevo assomigliare a tutte quelle modelle che vedevo su internet, loro erano così perfette. Io no, io non mi avvicinavo neanche alla bellezza.
•••••
-Mi sono trovato davvero bene con te, che ne dici se ci rivediamo?.-
Guardai e riguardai il messaggio di Antonio non sapendo cosa rispondere. Dopo un sacco di tempo risposi semplicemente di sì, mentendogli per l'ennesima volta.
Ci saremmo visti due giorni dopo per una passeggiata nel pomeriggio, e speravo che quel giorno non arrivasse, perché il senso di colpa in me cresceva.
Eravamo usciti solo una volta, e già non ce la facevo più.

Dumb| Alessio Iodice. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora