Capitolo tre

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Al mio Alessio, a quella persona che mi ha lasciata, che probabilmente a me non ci tiene più. Ti amo.

Pov's Alex
La mia sveglia cominciò a suonare, ma io ero già sveglio. Non avevo dormito, ero nervoso.
Ero sicuro che Sarah mi odiasse per quello che era successo, e mi odiavo per aver mandato tutto a puttane. Il fatto era che faceva troppo male, e non reggevo quella situazione. Non accettavo il fatto di non averla più con me, perché, se dovevo essere sincero, lei mi era sempre piaciuta. Non avevo per niente voglia di andare a casa sua. Ovviamente ero felice di vederla, felicissimo, ma avevo una fottuta paura perché  ero sicuro che la situazione non sarebbe stata come prima.

Pov's Sarah
I raggi del sole mi colpirono in pieno viso, evidentemente avevo dimenticato di chiudere le tende. Odiavo svegliarmi con la luce del sole, mi dava un fastidio tremendo.
Appena mi svegliai per bene mi alzai dal letto per fare colazione. Ero nervosa, non ero pronta a vedere Alessio.
Salutai mia madre e mia sorella, per poi sedermi a tavola. Non mangiai molto, non avevo molta fame, la colpa probabilmente era del nervosismo. Decisi subito di preparami. Avevo due occhiaie assurde dato che avevo dormito poco, e dovevo assolutamente rimediare, quindi, dopo essermi vestita, preso il mio correttore e cercai di coprire il danno che era la mia faccia. Riuscì più o meno a sistemare un po', eppure non ero soddisfatta. Non lo sarei mai stata, non mi ero mai piaciuta fisicamente. Certo, non mi ero mai definita un mostro, ma c'erano milioni di persone che definivo infinitamente più belle di me. Scesi per aiutare mia madre a finire di cucinare e a mettere la tavola insieme ad Anna.
Il tempo sembrava volare, e speravo con tutto il cuore che facessero ritardo, in modo da essere anche solo un po' più pronta, ma le realtà era non lo sarei mai stata. La famiglia Iodice, però, era sempre fottutamente in orario. Mia madre andò ad aprire per poi chiamarci per venire in salotto, e lo vidi.
Era uguale, solo un po' più alto. Stesso modo di vestire, stesso taglio di capelli, stessa faccia e stessa bellezza. Ci guardammo negli occhi senza parlare, senza far trasparire emozioni, anche se dentro di me stava succedendo un casino.
Dopo quella che mi era sembrata un'eternità lo sorpassai andando a salutare i suoi genitori e suo fratello.

<<Sarah, Alessio, non sentitevi in imbarazzo. Non vi vedete da una vita, abbracciatevi.>>
Fulminai mia madre con lo sguardo, eppure tutti ci incitavano. Decidemmo, giusto per farli tacere, di farlo. Quell'abbraccio mi fece provare mille emozioni. Aspirai il suo profumo sentendomi a casa, eppure non potevo far finta di nulla, lui mi aveva fatto star male. Sentii una piccola lacrima scorrermi sul viso, e mi staccai bruscamente da lui. Non potevo crollare lì, davanti a tutti. Lui mi guardò, aveva capito, mi conosceva troppo bene.
Fortunatamente gli altri non mi avevano vista, erano troppo occupati a parlare tra loro. Ci sedemmo poco dopo a tavola, e fecero mettere, ovviamente me e Alessio vicini. Evidentemente non si erano accorti di nulla, ma infondo, loro non potevano sapere.
Non mangiai molto, la situazione che si era creata mi aveva completamente chiuso lo stomaco. Come ogni domenica, il pranzo fu interminabile, e ci alzammo da tavola alle quattro e mezza per poi spostarci in salotto.
Mia mamma frugò in un mobile e cacciò fuori un album di foto.
L'avevo riconosciuto, dato che l'avevo sfogliato un sacco di volte. Conteneva foto delle estati passate tutti insieme. Andavamo spesso in vacanza insieme, specialmente fuori Italia.
Mentre tutti parlavano ricordando vecchi aneddoti io mi immersi nei miei pensieri.
Mi era difficile non fissare Alessio, era così bello. Mi mancavano i vecchi tempi, e sarei corsa a braccia aperte da lui, ma mi aveva fatto soffrire troppo, e non era giusto, a parer mio, far finta di niente. Avevo passato degli anni d'inferno e lui probabilmente non pensava a me, anzi, secondo me se n'era proprio dimenticato.
Eppure, avrei tanto voluto andare a casa sua, stare insieme a lui sotto le coperte del suo letto, abbracciati, e parlare di tutto. In realtà, avrei voluto anche baciarlo, non sarebbe stata la prima volta, ma non potevo.
Ci furono momenti, durante quella giornata, in cui mi sentivo di crollare, ma non potevo, dovevo aspettare la sera.
Finalmente, tornarono a casa, e io corsi in camera sotto lo sguardo di mia sorella. Lei sapeva che avevamo bisogno di star sola, quindi non mi seguì, pur sapendo come mi sarebbe accaduto.
Mi buttai sul letto, e dopo pochissimi secondi cominciai a piangere. Non riuscivo a reggere tutto ciò, non riuscivo ad essere indifferente ad Alessio, perché infondo, io ero innamorata di lui, follemente innamorata.
Dovevo solo ammetterlo a me stessa.

Me.
Allora, questo è il terzo capitolo (ma dai?).
Vado davvero fiera della mia...unica...lettura, però sh, sto solo ai primi capitoli. Ehm, e niente, non so più che dire quindi spero che il capitolo vi sia piaciuto,
Sarah.💕

Dumb| Alessio Iodice. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora