Capitolo tredici

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A tutte le persone che non hanno mai creduto in me, siete solo degli inutili moscerini.

Il giorno dopo mi svegliai verso mezzogiorno, e avevo ancora sonno. Mi ero addormentata alle quattro, non riuscivo a dormire. Il fatto era che mia sorella mi aveva svegliata mentre dormivo beatamente, e non era la prima volta.

<<Ieri sera sei tornata tardi, ma devo troppo dirti una cosa.>> disse allegramente.
<<Spero sia davvero importante, perché mi ha->>
<<Io e Marco ci siamo fidanzati.>>
<<Oh mio Dio Anna.>>
Le saltai addosso abbracciandola forte.
<<Era tutto ciò che volevi, sono così felice per te, Dio mio.>>
<<Non puoi pensare quanto ne sia i-oddio devo scappare, sarà a minuti qui.>> disse uscendo da camera mia di corsa. Ero davvero felice per lei. Marco ed Anna si erano rincorsi per molto tempo, è finalmente avevano capito di piacersi. Ma infondo, a chi non piaceva Anna, lei era perfetta. E poi Marco era davvero un bravo ragazzo, e sapevo l'avrebbe trattata bene.
••••
Quel pomeriggio sarei uscita con Vittorio, aveva detto che aveva voglia di parlare, dato che nel locale aveva lasciato tutto in sospeso. Mi dispiace farlo stare costantemente ad ascoltarmi, e assillarlo sempre con le stesse lamentele, ma ne avevo davvero bisogno.
Ci incontrammo nel parco, al solito muretto. Eravamo a marzo, e faceva leggermente più caldo.
<<Ti va di andare a mangiare qualcosa?>>
<<Ehm, no, grazie.>>
<<Tutto okay?>>
<<Si sto solo a dieta.>>
<<Inutilmente.>>
<<Ma non è vero. Guardami.>>
<<Ti guardo, e sei dimagrita un sacco.>>
<<Bugiardo.>>
<<Ma s->>
<<Senti, parliamo di cose serie e non di stronzate.>>
<<Come se questa cosa non fosse seria, comunque, eravate davvero carini.>>
<<È stato bello.>>
<<Siete stupidi.>>
<<Ma...ehi.>>
<<Scusa eh, ma potreste essere così felici e invece no.>>
<<Ti devo ricordare quello che ha fatto durante questi quattro anni?>>
<<Si, okay, ma io ti devo ricordare che l'altro ieri stavate limonando su una panchina, chiaro segno che gli piaci, qui->>

Vittorio si bloccò all'improvviso. Mi girai verso il punto dove lui aveva portato lo sguardo, e mi maledissi per averlo fatto.
C'era Alessio, che rideva con una ragazza, e io la conoscevo. Era una sua amica da quando eravamo piccoli, solo che abitava a Milano. Emma mi era sempre stata antipatica, e non potevo sopportare il fatto di vederla, lì, che rideva, con Alessio, con il mio Alessio. Feci una risata amara ricordando che, in realtà, di Alessio non mi apparteneva assolutamente niente. Sentii di crollare, di star male, quindi mi girai, e senza neanche salutare Vittorio me ne andai.
Lui probabilmente aveva capito la situazione, e fortunatamente non mi seguì. Certo, poi avremo parlato, ma non era il momento.
Non sopportavo tutto ciò, non sopportavo il fatto che lui stesse con lei, e non con me. Mi sentivo così stupida, a pensare che avrei potuto parlarci, che sarebbe potuto succedere qualcosa fra di noi, e invece no, lui si stava divertendo con Emma, non pensando minimamente a me, era così felice.
Arrivai a casa e mi stesi sul letto, e moltissime lacrime caddero bagnando il cuscino. Ero sola in casa, ed era meglio, almeno potevo sfogarmi quanto volevo. Potevo urlare, singhiozzare, tanto nessuno mi avrebbe sentita. L'unica cosa che mi serviva, oltre a un abbraccio, -magari il suo- era mangiare Nutella fino a scoppiare. Non potevo, però, stavo a dieta. Effettivamente era l'unica cosa che stava funzionando in quel periodo. Stavo dimagrendo in pochissimo tempo, ed ero felice del risultato. La pancia non era poi così gonfia, e lo sport che facevo ogni mattina, insomma, dava risultati, ma non ero ancora soddisfatta.
••••
Mi svegliai alle sette, ero crollata quel pomeriggio e qualche ora di sonno mi aveva fatto davvero bene. Controllai subito i messaggi, a parte qualcuno da alcuni stupidi gruppi, ce n'era uno da Vittorio.
<<Appena ne senti bisogno, chiamami, così vengo. Ci sono sempre per te.>>
<<Ti prego, appena ti liberi vieni.>>
<<Sto arrivando.>>

Sorrisi a quel messaggio, era davvero un amico fantastico Vittorio, e senza di lui e Gennaro probabilmente sarei impazzita.
Il mio amico arrivò poco dopo, pronto ad ascoltarmi.
<<Dio mio Vittorio, non puoi immaginare quanto io ci sia rimasta male.>>
<<Te l'ha sempre detto Alessio che sono solo amici.>>
<<Me lo disse quasi cinque anni fa.>>
<<A lui piaci, quante volte te lo devo dire?>>
<<Può essere anche vero, Vittorio, ma ho ancora dei dubbi.>>
<<Sai dove potresti trovare delle certezze? Parlane da sola con Gennaro, lui sicuramente avrà qualche risposta da darti.>>
Ci pensai su e, cazzo, aveva ragione.

Dumb| Alessio Iodice. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora