A Ilaria, vinceremo noi.
Fu la sensazione migliore del del mondo, non solo per il fatto che stessi baciando la persona che amavo, ma anche perché mi era mancato davvero tanto. Riuscivo a sentire il suo profumo, le sue mani stringermi a se e le sua labbra accarezzare le mie. In quel momento il fatto che stessi facendo qualcosa di sbagliato non mi pesava proprio, quindi mi lasciai andare e mi godetti il bel momento.
Fummo costretti a rientrare, ma lo facemmo mano nella mano, avevamo intenzione di goderci l'intera serata. Mi sedetti al mio posto, e dissi a Vittorio e a Gennaro di non farsi strani film, e che poi avrei spiegato.
Durante tutto la cena io e Alessio continuavamo a scambiarci occhiatine, ma insomma, era inevitabile non farlo. In quel momento mi sembrava tutto così bello, tutto così perfetto che il fatto che il giorno dopo sarei stata una merda non mi pesava.
Mangiammo tranquillamente, forse avevo esagerato, ma era tutto così buono. Quando avevamo ormai finito di mangiare quell'infinità di roba, partì una musica abbastanza lenta e gli sposi furono invitati a ballare mentre i tipi che suonavano cominciarono a parlare.<<Ragazzi, venite in pista a ballare con gli sposi, coppie e non.>>
Alessio si alzò da tavola e timidamente mi porse la mano per invitarmi a ballare con lui. Allora io gli afferrai la mano e stringendola mi alzai da tavola per andare in pista dove già certe coppie stavano ballando.
Lui mi guardò negli occhi, per poi stringermi la vita e stringendomi a sé, mentre io allacciavo le braccia dietro al suo collo. Cominciammo a ballare, e io nascosi la testa nell'incavo del suo collo aspirando a pieni polmoni il suo profumo. Non avrei mai potuto spiegare il profumo di Alessio. Era un po' come il profumo della mamma, che riconosceresti subito fra mille per le sue caratteriste ma che non sai assolutamente definirlo, puoi solo dire che sa di casa.
E di Alessio tutto era così, i capelli, gli occhi, le labbra, le braccia, tutto mi faceva sentire a casa, ma non avrei mai potuto definire una bellezza, una perfezione come la sua. Oddio, perfezione era una parola un po' grande, nessuno era perfetto, e anche Alessio aveva i suoi difetti, ma in quel momento era l'ultima cosa che mi interessava.
Si era creta un'atmosfera fantastica intorno a noi, musica lenta -che di solito odiavo ma in quel momento era perfetta-, Alessio, e tanto amore. Perché si, io e Alessio ci amavamo e neanche lo sapevamo.
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Mancava poco alla fine della festa, una mezz'oretta massimo e ce ne saremmo andati. Io e Alessio avevamo ballato tutta la sera, dalle canzone sfrenate a quelle lente, dalle nostre preferite, a quelle che ci facevano cagare. Con Alessio mi andava bene tutto.
Troppo stanchi, decidemmo di andare fuori. Sarebbero stati gli ultimi minuti insieme, gli ultimi minuti di felicità. Poi sarebbe tornato tutto alla normalità, tutto avrebbe fatto di nuovo schifo.
Non ci sedemmo neanche sulla panchina che Alessio riprese a baciarmi, questa volta con più foga. Era un bacio più desideroso, più bisognoso. Stavamo entrambi male, non volevano che tutto tornasse come prima, ma eravamo troppo orgogliosi. Stavamo sprecando l'opportunità di far pace, ma io ero troppo arrabbiata, e probabilmente anche lui. Ci staccammo da quello che sarebbe stato l'ultimo bacio, ci guardammo negli occhi fino a quando lui non si riavvicinò a me.
<<Al prossimo momento di debolezza.>> mi lasciò l'ultimo bacio sulle labbra, un bacio leggero, quasi impercettibile, ma che fece esplodere in me un sacco di emozioni, e poi se andò, lasciandomi sola.
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Mi svegliai davvero tardi, quella notte crollai, ero stanchissima.
Ricordai quello che era successo la notte precedente. Che cazzo avevo fatto?
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