Ad Amalfi, alla mia Amalfi, che mi ha dato tante, tantissime cose.
Erano passati tre giorni da quella domenica, e già dovevo rivederlo. Gennaro mi aveva invitata ad uscire con lui e gli altri per andare al centro di Napoli con la circumvesuviana.
Non volevo vedere Alessio -che faceva parte del gruppo-, ma non volevo neanche dare buca a Gennaro, Antonio e Vittorio.
Gli ultimi due non li avevo ancora visti, e non vedevo l'ora di riabbracciarli.
Mi misi una semplice felpa con dei pantaloni neri e le vans, poi mi truccai e uscii.
Ci saremo dati appuntamento fuori casa di Antonio, che fra tutti, è sempre stato un ritardatario. Quando arrivai c'erano già i primi tre, e appena lo vidi, corsi tra le braccia di Vittorio.
<<Dio Sa' da quanto tempo.>>
<<Come stai?>> gli chiesi dopo essersi staccato.
<<Bene bene, tu?>>
<<Più o meno okay.>> gli dissi, non volevo mentirgli, era la verità.
<<Cosa è successo?>>
<<Magari ne parliamo la prossima volta.>>Diedi un bacio sulla guancia a Genn e salutai con un cenno Alessio. Credevo proprio che si fosse reso conto della mia freddezza.
Lo guardai da capo a piedi, era vestito completamente di nero, e l'avevo sempre trovato tremendamente sexy quando lo faceva.
Okay, avrei dovuto smetterla di farmi certi pensieri.
Proprio mentre pensavo questo, la porta di casa di Antonio si aprì, e io feci un'altra corsa per andare fra le braccia del mio amico. Ero parecchio legata a lui e mi era mancato molto.
Dopo aver fatto discorsi smielati anche con lui su quanto mi fosse mancato, andammo verso la stazione.
La circumvesuviana era uguale a prima, e come quando c'ero io, funzionava una merda. Dopo quaranta minuti, finalmente partì e riuscimmo ad arrivare a Montesanto. Da lì ci spostano verso via Toledo, dove avremmo mangiato e fatto un giro.
Napoli era così diversa da Mantova, le persone erano più belle. Tutto era più felice, tutto mi ricordava casa. Le persone che urlavano, artisti di strada che suonavano e cantavano e tanta allegria. Feci entrare quei poverini in tutti i negozi, avevo bisogno di comprare nuove cose. Nonostante tutto, guardando Alessio, sentivo dolore, come se ci fosse qualcosa che mi consumasse dentro. Perché la verità era che io senza di lui non ero nulla, valevo zero. Lui era la persona per me più importante, quella su cui potevo contare sempre. Era la persona che riusciva sempre a farmi ridere, anche nei momenti più duri. Io avevo bisogno di lui, ma ormai l'avevo perso. Infondo, però, la vera colpa era sua.
Ero sicura non sarebbe successo nulla che ci avrebbe fatto tornare amici come una volta, ma dovevo anche dire che non potevo sapere cosa il futuro mi avrebbe riservato.
•••••
<<Sarah, siamo arrivati.>>
La voce di Vittorio mi svegliò. Mi ero addormentata nel tragitto tra montesanto e Somma. Ero stanca, e non vedevo l'ora di tornare a casa per dormire. Appena misi piedi fuori dal "treno" mi accorsi di una cosa a cui prima non avevo minimamente pensato: mentre Antonio, Vittorio e Gennaro avrebbero preso una strada, io e Alessio avremmo preso quella opposta, e saremmo rimasti da soli. Molto probabilmente, conoscendo sia lui, che me, non avremmo parlato. E fu così, infatti non ci rivolgemmo parola. C'era un gran silenzio, e l'unica cosa che si sentiva era il rumore dei nostri passi e di qualche macchina che ogni tanto passava. Si vedeva chiaramente che eravamo a disagio, che non sapevamo che fare. Avrei mentito se avessi detto che non ero finita per fissarlo, ma era così bello. Quando eravamo ancora amici, capitava molto spesso che finivo per incantarmi guardandolo, sopratutto quando litigavamo e ci guardavamo negli occhi, per poi finire per abbracciarci, sempre.
Arrivammo a casa mia, che veniva prima della sua, e sussurrammo un piccolo "ciao". In quel momento, la voglia di saltargli addosso e di baciarlo era immensa in me, ma non potevo, non dovevo.
••••••
<<Vittorio io sono appena uscita di casa.>>
<<Okay, ti aspetto.>>
Io e Vittorio avevamo deciso di vederci per parlare un po'. Lui si era accorto che c'era qualcosa che non andava, e voleva capire. Ci saremmo incontrati a casa sua, avrei cenato lì.Quando arrivai erano arrivate le pizze, e dopo aver parlato un po' di tutto, finimmo per parlare di quell'argomento.
<<Mi spieghi cosa è successo?>>
<<Alessio.>>
<<Lo sapevo. Gli abbiamo detto tutti che non doveva farlo. Tu cosa hai intenzione di fare con lui?>>
<<Io credo di ignorarlo, anche se fa male.>>
<<Vi piacete.>>
<<Eh?>>
<<Non fare la stupida, voi vi siete sempre piaciuti, anzi, forse vi amate. E secondo me, dopo questo periodo, sarete felici anche voi. Ve lo meritate, basta avere solo un po' di pazienza. Ora tu potrai anche fingere di odiarlo, ma sai meglio di me che non aspetti altro che un suo bacio. Starete bene. O almeno, io penso questo, penso che accadrà questo.>>Me.
Oggi è stata la giornata più inutile del mondo. Non ho fatto nulla (come ogni domenica). Ho solo studiato, e ho pensato che domani sarà lunedì e voglio uccidermi. Comunque, spero il capitolo vi sia piaciuto,
Sarah💕
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