Capitolo quattordici

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A te che stai leggendo questo capitolo, grazie.

Il giorno dopo mi trovavo a casa di Gennaro, gli dissi che dovevo assolutamente parlare con lui, e quindi mi invitò a casa sua.

<<Allora, dimmi tutto.>>
<<Tu sai cosa sta succedendo, giusto?>>
<<Certo. Me l'hai detto tu.>>
<<Tu sai come...la vive Alessio?>>
<<Oh...ehm..>>
<<Sempre se puoi Genn, non sei obbligato.>>
<<Nono. Allora..>>
<<Allora?>>
<<Io credo che tu la pensi in modo completamente diverso da quello che in realtà è. Alessio ci sta male, e anche tanto, gli manchi. Io so perché non ti ha parlato, ma non spetta a me dirtelo. Posso solo dirti che non aspetta altro che riaverti con se.>>
<<Ma che cazzo dici? Io pensavo che l->>
<<Ti sbagliavi, dai ora vai da lui.>>

Abbracciai Gennaro, e poi corsi fuori casa sua. Mi sentivo benissimo, mai stata meglio. Dovevo solo andare da Alessio, e dirgli che sapevo, che io l'amavo. Prima io pensavo che per lui non contassi così tanto, e invece mi sbagliavo. Io odiavo sbagliare eppure ero così felice di aver fatto quell'errore.
Volevo andare da Alessio, ma prima dovevo fare una cosa più importante.
••••
<<Perché mi hai chiamato?>>
<<Senti Antonio, devo dirti una cosa davvero importante.>>
<<Ehm, okay.>>
<<Tu sei davvero un ragazzo stupendo, un ragazzo d'oro, e apprezzo davvero tanto il fatto che tu abbia speso tempo per stare con me. Ilocredo che ormai noi due ci stiamo frequentando, no?>>
<<Si tu mi piaci, credo te ne sia accorta.>>
<<Ecco, è questo il punto. Ti voglio un mondo di bene Antonio ma...io non ti vedo sotto quell'aspetto. Cioè, insomma, sei solo un grande amico per m->>
<<Sei innamorata di Alessio, vero?>>
<<Io, ecco..>>
<<Me ne ero accorto, si vede. Sta tranquilla, certo, mi piaci, mi piaci moltissimo ma..mi ero già messo in testa che tra noi non avrebbe funzionato.>>
<<Scusa.>>
<<Ma di che? L'importante è che tu stia bene.>>

Parlarne con Antonio mi aveva davvero tolto un grande peso dal petto, e quell'ansia costante pian piano se ne stava andando. Dovevo fare solo l'ultima cosa.
•••••
<<Sarah, che ci fai qui?>> mi disse la madre di Alessio, quando mi aprì la porta.
<<Ehm, volevo parlare con Alessio, c'è?>>
<<Oh, è andato in stazione per accompagnare Emma, ma dovrebbe arrivare tra una mezz'oretta. Ti va di aspettarlo?>>
<<Nono, grazie, sarà per la prossima volta.>>
Incerta, quindi, mi salutò e chiuse la porta di casa, mentre io morivo per la rabbia. In realtà non avevo motivo, erano solo amici, no? E sopratutto, lo eravamo anche noi.

Avevo bisogno di "scatenarmi", e andai, quindi, verso le nove, nel solito locale dove, stranamente, c'era un sacco di gente anche nei giorni lavorativi. Non volevo bere, ne fumare, non ne valeva la pena. Volevo solo ballare, cosa che fatta da sola, in stanza, non mi avrebbe "soddisfatta" abbastanza.
E passai la serata così, a ballare, fino a circa le dieci. Quando uscii, poi, successe una cosa che non mi aspettavo minimamente.
••••
Camminavo tranquillamente per strada che, essendo ormai le due, era praticamente vuota. C'era in realtà qualcuno, che come me camminava, sulla mia stessa strada, ma non me ne accorsi fino a quando non ci andai a sbattere contro. Quel qualcuno era Alessio.
<<Dobbiamo parlare.>> dicemmo contemporaneamente.

Me.
Allooora, questo è -purtroppo- il penultimo capitolo della storia, e nulla,  spero vi sia piaciuto,
Sarah💕

Dumb| Alessio Iodice. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora