Capitolo sette

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A mio fratello. So che sei ancora nel pancione di mamma, ma sei già una parte fondamentale per me.

<<Ma che cazzo dici?>>
<<No vabbè, non ci credo.>>
<<Ma che ci devo fare.>>
<<Io lo sapevo, lo sapevo.>> disse Vittorio.

Dopo mangiato andai subito da Vittorio e Gennaro per parlare con loro. Avevo bisogno di un parere, di un consiglio, di qualcosa.
<<Secondo me non sarà l'unico momento di debolezza, voi vi piacete.>> cominciò Gennaro.
<<Anche se secondo me, sai già come la penso. Questo è solo una prova che davvero provate qualcosa, e mi sembra stupido che voi non abbiate fatto pace.>> continuò Vittorio.
<<Ma era solo un momento di debolezza, non avrebbe avuto senso...io sono ancora arrabbiata.>>
<<Tanto arrabbiata che ci hai limonato tutta la sera>>ribatté Vittorio.
<<E vi siete messi solo nella merda, insomma, state male entrambi.>>disse Gennaro.
<<Che ne sai?>>
<<Alessio è il mio migliore amico, so tutto, e credimi, sta male.>>
<<Se sta davvero male allora mi avrebbe pensata durante il tempo a Mantova.>>
<<Sarah ma vuoi capire che...oh siete così orgogliosi.>>
<<Genn, credo che la cosa migliore sia distrarmi, con una cosa o che ne so, mi vedo con uno.>>
<<Tanto finirete per stare insieme.>>
Finì la conversazione Vittorio.
••••
Tornai a casa fumando una sigaretta. Non riuscivo a togliermi quei pensieri dalla testa, mi martellavano continuamente, e non ce la facevo più. Il fatto è che stavo tremendamente bene, e avrei potuto rivivere momenti del genere con tranquillità se avessi perdonato Alessio. Alla fine, poi, non ero neanche tanto arrabbiata, o almeno, non più, ma il fatto era che ero così orgogliosa che non ce la facevo a chiedergli scusa, doveva essere lui il primo. Eppure io lo volevo, lo volevo tantissimo.
Volevo svegliarmi ogni giorno con lui affianco.
Volevo poterlo baciare quando volevo.
Volevo sentirlo cantare canzoni dedicate, magari, a me.
Volevo non avere segreti con lui. Volevo poter essere aperta con lui.
Volevo accarezzarlo.
Volevo tenergli la mano.
Volevo amarlo.
Volevo mi amasse.
Volevo farci l'amore.
Volevo lui, ma ero troppo orgogliosa per averlo.
Forse non meritavo una persona come Alessio, lui era troppo per me. Lui meritava una persona bella, puntuale, coerente, intelligente, e io non lo ero, io ero un disastro, un grandissimo disastro.
Nonostante questo io, pur sapendo di non essere una delle persone più ammirevoli del mondo, sapevo di poterlo amare più di chiunque altro.
•••••
Arrivai a casa e corsi in camera da mia sorella. Avevo bisogno di star con lei, con il trasferimento non parlavamo da un po'.

<<Alla fine ti sei rivista con i tuoi amici?>> chiesi io nel bel mezzo del discorso.
<<Oh si, ecco, io mi sto frequentando di nuovo con Marco.>>
Scoppiai a ridere vedendola arrossire. Lui le piaceva tanto.
<<Oh smettila, piuttosto parliamo di cose importanti.>>
<<So già.>>
<<Allora parla.>>
<<È stato un momento di debolezza. Ci siamo lasciati andare e ci siamo promessi che dopo questo, sarebbe ritornato tutto come prima. Poco prima che me ne andassi però ha detto "al prossimo momento di debolezza">>
<<È cotto, e anche tu.>>
<<Ma che dici.>>
<<Ovvio che lo è, si vede, altrimenti non avrebbe fatto tutto questo, devi essere più convinta.>>
<<Sai bene che sono...che sono..>>
<<Che sei troppo orgogliosa, lo so, lo so, eppure io sento che sarete felici.>>
<<Lo dice anche Vittorio.>> le dissi ridendo, un po' tristemente.
<<Allora ci sarà una ragione.>>
<<Grazie Anna, mi fa sempre bene parlare con te.>>
<<Tutto per te, sorellina.>>

Tornai in stanza, ed era ormai tardi. Controllai tutti i messaggi, fino a quando non ne notai uno da parte di Antonio.

-Ecco io...mi sento un po' in imbarazzo a chiedertelo da vicino ma...vorresti uscire con me?-

Dumb| Alessio Iodice. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora