Tre

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Sbuffo infastidita alzandomi con l'intenzione di andarmene ma la sua mano mi blocca un polso facendomi voltare verso di lui "non mi hai detto il tuo nome", mi libero dalla sua presa "non sono affari tuoi" mi allontano e lo sento urlare "in ogni caso io mi chiamo Jason", mi giro per guardarlo e lo trovo a flertare con una ragazza più nuda che vestita, adesso si stanno baciando e le tocca il culo. Ma fate con comodo, mentre che ci siete perché non scopate direttamente in pubblico? Che schifo.

Non sono quel tipo di ragazza che beve fino ad ubriacarsi in discoteca, ma quel comportamento mi ha dato fastidio e ho bisogno di bere qualcosa, non so neanche il motivo di questa mia reazione. Mi dirigo verso il bar, mi siedo su una delle poche sedie libere, "qualcosa di forte per favore", dico al barista. Poco dopo mi porta un bicchiere pieno di un qualcosa che nemmeno io so cosa sia ma che butto giù tutto d'un fiato.

Incomincio a farmi spazio in pista tra la folla e inizio a muovermi come non avevo mai fatto prima; sarà l'alcool. Ad un certo punto due braccia mi cingono in vita, muovendosi insieme a me, mi giro per vedere chi è ma mi ritrovo davanti la persona che meno mi aspettavo di vedere. Jason. Lo vorrei allontanare ma sono troppo ubriaca per opporre resistenza quindi lo lascio fare. "Sei sexy quando balli" mi dice all'orecchio con voce maliziosa, "dove hai lasciato quella brunetta con cui stavi limonando prima, eh?" riesco ad allontanarmi da lui ma continuo a ballare. "Non mi attrae quanto mi attrai tu mentre..." cerca di dire qualcosa ma i miei occhi si fanno pesanti e mi accascio sulla sua spalla, lo sento avvicinarsi al mio orecchio, "sei troppo ubriaca, ti riporto a casa, non sei nelle condizioni di guidare". Le sue braccia mi prendono in braccio portandomi fuori da quella confraternita, apro gli occhi di poco e vedo che mi sta portando dentro la sua macchina, facendomi sdraiare nei sedili posteriori.

La mattina seguente mi sveglio in un letto a me sconosciuto, da sola; sono ancora vestita ma della sera precedente ricordo poco, solo che sono andata ad una festa con Hope. Hope. Hope!! Dove si sarà cacciata?! Nella migliore delle ipotesi starà dormendo, mi auto convinco che sia a casa e penso a uscire da questa casa. Mi alzo per andare ad aprire la porta molto lentamente e scendo le scale nel modo meno rumoroso possibile. "Non si ringrazia?" sussulto, girandomi di scatto mettendo una mano nel petto "ma sei matto?!" quasi urlo. Cerco di ricordare qualcosa di ciò che è successo ieri ma nella mia mente c'è tanto disordine. "Accompagnami alla confraternita, devo prendere la macchina" dico, mi guarda con uno sguardo da 'forse qui quella matta sei tu', "vacci da sola, ho da fare" si gira e se ne va chiudendosi nella sua stanza.

Prima mi porta a casa sua per chissà quale ragione, e poi fa il lunatico del cazzo. Esco di casa sbattendomi la porta alle spalle più forte di quanto volessi, e comincio a camminare per la strada; vedo passare un taxi e lo fermo, "salve, potrebbe portarmi alla confraternita più vicina in città?" Il tassista si affaccia dal finestrino squadrandomi dalla testa ai piedi, poi dice "almeno hai come pagare?", controllo dentro la borsa "si certo" mento. "Sali".

Arrivati alla confraternita trovo la macchina intatta. Sto per aprire lo sportello e noti che mi fissa "Signorina, sono 15$" gli mollo un pugno e scendo dalla macchina correndo; questa è una cosa che non avevo mai fatto, mi sento un po' in colpa però non avevo altra scelta. Cerco le chiavi della macchina nella borsa ma adesso che ci penso bene le ho lasciate nel giubbotto. Che non ho. "Merda!" Il tassista si gira e mi guarda, sta per scendere dalla macchina e indietreggio piano piano finendo con le spalle al muro. Ad un certo punto una macchina sfreccia nella mia direzione. Jason. "Sali, sali, muoviti" in tempo due secondi siamo in macchina, di nuovo con lui. "Non c'era bisogno che venissi, sai, so cavarmela anche da sola" incrocio le braccia al petto guardando fuori dal finestrino, "dietro c'è il giubbotto con le chiavi della macchina dentro, tra un po' torniamo a prenderla".

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