I giorni passano veloci, quando ho finito di leggere After, il libro che ho preso alla Mondadori, ero curiosa di vedere se avevano fatto il continuo, perciò andai in libreria e come immaginavo ne uscirono altri 5; li ho letti tutti in una settimana, era talmente bello che facevo fatica a smettere di leggere. Hope non si fece sentire ma non le diedi molto peso visto che frequentiamo gli stessi corsi quindi in un modo o nell'altro prima o poi ci saremo dovute parlare. Come premesso non chiamai Jason, avevo cancellato il suo numero ma anche se l'avessi avuto non lo avrei chiamato. In questo momento sto facendo la valigia, devo partire per il college; non ci metto molto a prepararla perché non ho moltissimi vestiti per andare a scuola, non mi piace attirare l'attenzione quindi porto giusto il necessario e qualche vestitino se mi va di uscire la sera. Vado da mia mamma per vedere se è pronta e fortunatamente lo è. "Mamma, possiamo andare" annuisce, prende borsa, giubbotto, chiavi della macchina e siamo fuori. Non mi accompagna lei, questa volta ci vado in treno, ci metterò 30 minuti al massimo. Saliti in macchina, parliamo del più e del meno, ovvero le solite raccomandazioni di una mamma premurosa ad una figlia che sta per partire per il college; in 10 minuti arriviamo e ci salutiamo, sono anche in ritardo. "Buon viaggio tesoro, scrivimi appena arrivi" alzo gli occhi al cielo, ogni volta mi dice sempre la stessa cosa "certo mamma!" le do un bacio in guancia ed entro nel vagone numero 3. Metto la valigia nel portabagagli e guardo il numero del sedile. Ma è possibile che ogni volta qualcuno si siede nel mio posto? "Mi scusi, quello è il mio posto" chiedo, ma non ottengo risposta, solo una risata soffocata. Quando si gira non credo ai miei occhi. "A ma quindi ce l'hai a vizio" sbuffo e mi siedo di fronte a lui, tanto anche se ci proverei non si alzerebbe. "Non mi hai chiamato alla fine" adesso è serio, non lo sto guardando ma lo capisco dal tono di voce "sai, i tipi come te non sono abituati a sentirsi dire di no, e a me tu non piaci per niente, quindi non vedo il motivo per cui avrei dovuto chiamarti" lo guardo con aria di sfida "a dire il vero neanche me lo ricordavo di averti dato il numero, mi hanno chiamato così tante ragazze che mi ero pure dimenticato" mi fa l'occhiolino. Scrollo le spalle in segno di disinteresse, però in fondo mi da un po' fastidio.
Non è vero, ti crea solo disgusto, è solo un cafone. Mi ricorda dil mio subsoncio.
"Però lo voglio sapere comunque cosa ne pensi, sono sicuro che tu abbia preso anche il continuo" annuisco, "Hardin è stato abbastanza stronzo a fare quella scommessa del cazzo, ma si vede che ci tiene" continua a guardarmi ma non risponde. Poi mi sorge un dubbio, "come hai fatto ad essere così sicuro che avrei preso proprio quel libro?" scrolla le spalle come se fosse una cosa ovvia "l'ho capito dal primo momento che ti ho vista che tipo eri, direi mmm...un tipo da libri romantici, e ce n'erano così tanti che nel dubbio ho scritto il mio numero di telefono in tutti i libri romantici" si mette a ridere però a me la cosa non fa per niente ridere quindi continuo a guardare il paesaggio dal finestrino. Ora capisco perché gli hanno chiamato tutte quelle ragazze. Tutto il resto del tragitto rimaniamo con questo silenzio imbarazzante; arrivati, prendiamo i bagagli e usciamo dal vagone "ho detto qualcosa di sbagliato?" mi chiede, "nono, ci si vede in giro" lo saluto con un cenno e dal momento che non ho con me un mezzo per spostarmi salgo in un taxi. Ci abbiamo messo un po' ad arrivare, ma fortunatamente il non è molto distante dal centro. In lontananza vedo Hope parlare con delle ragazze; la stronza mi rimpiazza facilmente devo dire. C'è pure Jason. Perché parla con lui? E poi come si conoscono?
Che ti interessa? Sono fatti l'uno per l'altra perché sono tutti e due stronzi.
Mi faccio coraggio e passo davanti loro due che stanno parlando, facendo finta di non averli visti, ma so che Hope mi sta guardando, eppure non mi ferma. Vbbè forse camminavo troppo veloce.
Ingenua, stavi camminando a rallentatore sperando che ti fermasse e ti chiedesse scusa, l'unica spiegazione è che non ci tiene.
Mi dirigo in segreteria per chiedere il numero della mia stanza "Salve, sono Jennifer Paterson" la giovane signora controlla qualcosa nel computer per poi prendere una chiave "stanza numero 213, terzo piano" prendo la chiave e mi dirigo verso l'ascensore. Arrivata al terzo piano comincio a cercare la mia stanza a finalmente dopo il giro di tutto il pianerottolo la trovo. Quando apro la porta noto che non sono sola, c'è una ragazza seduta nel letto a leggere un libro, ha i capelli castano chiaro ondulati, gli occhi marroni sempre chiari, alta con un bel fisico. Non è truccata e indossa dei vestiti semplici quindi deduco che abbiamo una personalità molto simile.
Mai dire mai!
La ragazza si alza porgendomi la mano "piacere Eveline", poggio le valige per terra per liberare le mani, "Jennifer" ci stringiamo le mani; ci sono solo due letti quindi presumo che siamo solo noi due in stanza. "Quanti anni hai?" mi chiede "20, tu?" chiedo a mia volta "22, sono all'ultimo anno tu al..." si ferma a pensare "al terzo" le sorrido. Comincio a disfare la valigia e mettere la mia roba nei cassetti; una volta finito penso a cosa potrei fare, ho dimenticato di portare un libro da leggere per ammazzare il tempo, ma come se mi stesse leggendo nel pensiero "ti va di andare a fare un giro? Magari per conoscerci meglio" annuisco, prendo il telefono e usciamo dalla camera. Ci dirigiamo verso il parco per fare una passeggiata, "allora, da dove vieni?" le chiedo "Chicago" annuisco "a Chicago ci abita anche mio padre, ci vado spesso durante le vacanze eppure non ti ho mai vista" aspetta qualche secondo prima di rispondere "diciamo che non esco molto, non la conosco benissimo perché ci siamo trasferiti meno di 2 anni fa" annuisco, sembra nervosa quindi decido di cambiare discorso "chi conosci qui, oltre me adesso?" fa un cenno di disapprovazione con il capo "non molta gente, però per quel poco che so, non ti fidare di Walker" la guardo confusa "Walker?" annuisce "si,si, Jason Walker, diciamo che non tratta nel migliore dei modi le ragazze, e mi dispiacerebbe che stessi male per uno come lui" mi guarda in cerca di qualche risposta, ma non mi sento di dirle che lo 'conosco', "si, ne avevo sentito parlare, cercherò di stargli alla larga" le sorrido , poi continuo "sono un po' stanca, vado a riposare ci vediamo in camera". Cammino lungo la stradina al centro del parco e torno in camera, ma mentre salgo le scale vedo Jason. Sta limonando con una ragazza mente le tocca il sedere, ad un tratto però si ferma e si accorge della mia presenza. "Sei ovunque piccola Jenny" mi fa l'occhiolino "no tesoro sei tu che ti limoni una ragazza diversa a ogni angolo diverso della scuola", vedo la ragazza allontanarsi da lui con un'espressione disgustata in viso; gli sorrido soddisfatta. "Sei una stronza lo sai? Avevo una scopata assicurata!" piagnucola come un bambino "sei squallido" giro i tacchi e mi fermo davanti la porta della mia camera, cerco la chiave nella tasca ma non la trovo. "Merda!" lo sento avvicinarsi "è successo qualcosa?" ha un tono di voce allegro quindi presumo che se lo immagini, lo fulmino con lo sguardo "lo so che ti fa piacere che ho dimenticato dentro la chiave" ride coprendosi la bocca con le mani come se non lo vedessi. "Coglione..." mormoro mentre scendo le scale per andarmi a sedere nelle poltrone alla reception, però mi sento fermare per il braccio. "Che cosa vuoi?"
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My best mistake was you☯️
RomantiekJennifer è quella ragazza a cui basta un computer con un film, con qualcosa da sgranocchiare per chiudersi nella stanza e dire addio alla sua vita sociale. Ha i capelli biondo scuro e gli occhi come il cioccolato, mai truccata ma sempre in ordine, i...