Febbre.

37 4 0
                                    

Finalmente, quelle massacranti cinque ore, erano finite.

Nessuno si ricordò della scommessa che avevo perso.

Aspettai, ma questa volta non Daniele. Lui, oggi, non era venuto perché gli era salita la febbre. Più tardi, sarei andata a vedere come stava.

 Attendevo con impazienza l'uscita di Adriana e Lucia. Vedete, loro, a musica (il progetto che seguono), fanno un giorno sì e un giorno no. E oggi, era il giorno 'no'.

Le attesi, e nel frattempo parlai con Dominic. Era davvero un ottimo amico e sapeva farti ridere.

D:"Chi aspetti??"

Io:" Adriana e Lucia."

D:"Le due zoccole?"

Io:"Quelle che hanno preso come esempio tua madre."

Scoppiammo a ridere. Non si offese ovviamente, sapeva che non facevo sul serio.

Le vidi arrivare.

Io:"Dom, adesso devo andare. Ci sentiamo su whatsapp, ok??"

D:"Non ho di meglio da fare, quindi ok."

Ci salutammo con un cenno della mano. Sbuffai mentalmente appena sentii Adriana parlare di quello che era successo nella sua classe. DALL'INIZIO ALLA FINE.
Scusami, ma non mi pare di averti chiesto qualcosa.

Come al solito, non dissi una parola, se non qualche risatina finta. Sinceramente non m'importava quello dicevano. Avevo altro a cui pensare. Non m'importava di trovare il "fidanzatino", come da piccola non m'importava dei trucchi e delle bambole. Io pensavo già a tutt'altro, a qualcosa che le mie coetanee del tempo, non potevano comprendere. Sono sempre stata più grande rispetto alla mia età.

Finalmente, ero arrivata a casa mia. Le salutai e poi mi diressi verso la porta che, poco dopo, si aprì.

Io:" Ciao, ma'." Dissi, per poi avvicinarmi a lei e darle un bacio sulla guancia.

M:"Ciao." Mentre posavo lo zaino sul divano, aggiunse:" Com'è andata a scuola?"

Io:"Bene... Ah, comunque, oggi sono venuti dei tipi a vederci come fare la raccolta differenziata e cose così..." Dissi, mentre prendevo il telefono. "E forse e dico FORSE, ho preso 8."

M:" Dove?"

Io la guardai stranita. "A scuola."

Lei sbuffò. "In che materia?" 

Io:" Ah... Inglese, all'interrogazione orale. Modestamente sono troppo brava." Posai i miei occhi sul telefono e, guardando tutti i miei contatti whatsapp, ricordandomi di Daniele, alzai lo sguardo e mi spostai dei capelli che mi erano caduti davanti al viso, e dissi: "Mamma, più tardi vado da Dany."

M:" Perché?"

Io:"Ha la febbre."

M:"E gli vuoi portare qualcosa?"

Io:"Mamma, ha la febbre, non è morto..."

M:"A' sce'!" disse guardandomi, per poi aggiungere "Quando lui è venuto qui e avevi le febbre, aveva portato qualcosa?"

Io:"Ehm... non ricordo." dissi per poi sospirare. "Va beh, nel caso, gli compro qualcosa da mangiare per strada."

M:"Da mangiare?"

Io:"Solo così posso farlo felice." Ridacchiai poi.

Andai sopra, in camera mia. Presi i miei libri, e incominciai già a fare qualcosa di compiti. Sarei andata a casa di Daniele, e sapevo che tra risate e scherzi, avrei fatto tardi.

M:"CLAAAARAAAA!" Urlò mia madre dal piano di sotto.

Io:"Che c'è?!" Urlai a mia volta per farmi sentire. Non mi rispose, allora pensai che non mi avesse sentito. "CHE C'È?!" Urlai più forte. Nessuna risposta.

Sbuffai. Mi alzai dalla sedia, aprii la porta e ri-urlai.

M:"A mangiare" Disse lei.

Io:"Ok, fra poco vengo." Ri-entrai in camera mia e, visto che mi mancavano poche cose per finire, cominciai a scrivere.

M:"CLARA"

Io:" Mamma, neanche tre secondi sono passati da quando ti ho detto <aspetta!>" Odiavo quando faceva così.

Dopo pochissimo, finii geografia e scesi per andare a fare gnam gnam.

Mi sedetti a tavola e iniziai a mangiare. C'eravamo solo io e mia madre: mio padre era a lavoro.

Appena terminai di mangiare dissi, rivolta a mia madre: "Mamma, io devo finire in fretta i compiti, altrimenti vado troppo tardi a casa di Daniele."

Lei sospiró. "Va bene..."

Io mi sentii in colpa, perché l'ha detto facendo una voce tenera... "E dai, così mi fai sentire in colpa...". Mi alzai e iniziai a togliere la tavola. Tutto, sotto lo sguardo confuso ma vincente di mia madre.

Lavai semplicemente i piatti e corsi sopra. Mi mancava solo aritmetica. Aritmetica mi piace, é semplice e ci metto 4 minuti per farla.

Quando finii controllai subito l'orario: 14:17. Presi dei vestiti dal mio armadio.

"Allora, devo andare a casa di Daniele... Quindi posso andare anche in mutande e reggiseno -Nel senso, che non importa come mi vesto-... Anzi, in quel modo lo farei anche più felice..." Pensai, per poi roteare gli occhi. "Allora, allora, allora, allora... Sì dai vada per questo...? E se poi si vede la pancia? A maniche corte? Maniche lunghe?" Presi un paio di maiette e pantaloni e le misi sul letto. Ero indecisa, troppo. E ALTRETTANTO TEMPO STAVO PERDENDO.

FINALMENTE, riuscii a finire di prepararmi e andai verso le scale di corsa.

Io:" Mamma, io vado, ciao" Dissi tutto d'un fiato e cercando di prendere il giubbino che era sull'attacca-panni, come nei film, ma si stava accappotando l'oggetto.

Io:"Mannaggia a Giuda" sussurrai. Aggiustai l'attacca-panni, sotto lo sguardo divertito di mia madre.
Io:"CIAO." Urlai per poi sbattere la porta, sentendo la risata divertita della mia figura materna.

Misi le mani nella tasca del giubbino, poi del jeans. Imprecai a bassa voce.

Ritornai a casa mia e suonai ripetutamente il citofono.
"Chi é??"
"Mamma"
Lei aprii il portoncino e subito mi fiondai in camera mia. Presi il mio telefono e scesi.

Stavo per andarmene, quando mia madre mi fermó:" CHE C'È?!" Dissi.

M:"I soldi."

Io:"ah." Corsi verso di lei, che mi diede (penso) 4€.
Io:"Va beh, non gli compro niente, la mia imperiale presenza, é gia abbastanza." Dissi per poi ridarle i soldi.

M:"Poco modesta..." Sussurrò.

Corsi fuori casa facendo finta di non averla sentita. Andai a casa sua verso le 15:17.

Bussai alla casa Smith.
"Chi é?" Riconobbi subito la voce di quella donna di trentanove anni.
"Sono Clara..." Dissi leggermente in imbarazzo.
"Ah, ok, sali." Dalla sua voce, capii che era felice che fossi venuta a fare visita a suo figlio.

You Are A Monster [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora