Lui, si andò a sedere sul letto. Iniziai a fissarlo, mentre lui guardava fuori dalla finestra.
B:"So di essere bello, ma così mi sciupi."
Io:"Anche modesto, il mostro."
B:"Adesso hai veramente rotto i coglioni!" Disse avvicinandosi a me. Mi diede un calcio nella pancia. Questo, era stato più forte degli altri, e mi fece cadere con la schiena a terra.
Sputai ancora sangue. Credevo davvero che fra poco, sarei morta dissanguata.
B:"E che cazzo! Fai proprio schifo! Mi stai sporcando tutta la stanza." Disse -come se la colpa fosse mia-, prendendomi per il colletto del pigiama e sollevandomi la schiena.
Mi fece alzare. Le mie gambe cedettero per un secondo, portami quasi a ricadere, ma riuscii a mantenere in tempo l'equilibrio.
Faceva freddo, quel pavimento era più gelido del normale. Ero abituata a camminare scalza per casa, ma sentivo particolarmente freddo in quel momento. Non ne capivo il motivo, eravamo a luglio.
B:"Stronza, adesso pulisci."
Io:"Oh, stronzo sarai tu, bipolare." Gli risposi con la poca voce che m'era rimasta.
B:"Senti, io sto cercando di non iniziare a torturarti dal primo giorno, ma porco D*o, devi smetterla!"
Io:"Perché lo fai?"
B:"Ovviamente, per divertirmi di più!" Disse sorridendo malignamente. "Non credi sia noioso vedere una vittima morire dopo tre giorni?" Si avvicinò a me e posó la sua lurida mano su un mio fianco. Con l'altra, prese il mio mento fra il pollice e l'indice. "Vedendo il tuo corpo e sottolineando il fatto che tu sia una ragazza, neanche due giorni resisteresti. È più divertente farti soffrire lentamente." Cercai di allontanarmi dalla sua presa, ma era più forte di quanto pensassi. Alla fine, optai per il "calcio nelle palle", se mi avesse toccata.
Io:"È più divertente far vedere la propria stronzaggine lentamente."
Lui mi prese i capelli, e me li tirò in un modo violento -effettivamente, come fai a tirare i capelli a qualcuno, in un modo delicato?-. Quando, sentendomi tirare, inclinai la testa all'indietro, lui, prese un coltello da una tasca, e mi fece un graffio sulla clavicola. Fortunatamente, non era eccessivamente profondo, ma faceva comunque male.
Si abbassò alla mia altezza. Mi riprese il mento fra il pollice e l'indice, e mi fece avvicinare a lui. Nonostante il mio dimenarmi, lui riuscì a restringere sempre di più quella distanza, finché, le nostre labbra si scontrarono. Rimasi immobilizzata, come non avrei mai dovuto fare. Dovevo reagire, dovevo spostarlo, ma la paura nel fare quei gesti, la paura di non sapere la reazione di quel pazzo, era più forte di quanto pensassi.
Lui mi lasciò i capelli e io caddi a terra. Chinai la testa in avanti, lasciando che i miei capelli, coprissero interamente una parte del mio viso -quella sinistra-. Dalla mia bocca non uscì una sola parola. Lo guardavo con odio e disprezzo, schifata.
Si staccò e si rimise in piedi. Appoggiò tutto il suo peso, in una gamba sola, nonostante ci fosse un'altra sua gamba per terra, e iniziò a lucidare il suo coltello, che si era macchiato del mio sangue.
All'improvviso, uscì dalla stanza. Finalmente. Non avevo vie di fuga e, anche se le avessi trovate, non sarei uscita. Lui, avrebbe potuto trovarmi senza troppa fatica. E poi, nel bosco, c'era sicuramente Slenderman. Sarebbe stata una cosa stupida quanto pericolosa, perché lo avrei fatto incazzare solo di più.
Guardai attentamente la stanza: c'erano delle pareti colorate di un verde elettrico, le lenzuola, di un verde leggermente più scuro, una scrivania bianca, su cui vi erano appoggiati due computer. Classica e uguale a quelle descritte nelle FanFiction su di lui.
Ho sempre creduto, che tutto quello che si legge, nelle FF o robe che vengono scritte dalle ragazzine, sono solo stupidaggini. Frutto di una grande immaginazione. Tutto finto, nulla reale. Non ho niente contro le ragazzine, perché lo sono anche io. Ma ceh, credere a ciò che si scrive, su personaggi che hai sempre creduto immaginari, è... leggermente e tecnicamente impossibile.
Ma adesso che so che sono reali, è tutto un altro fottuto discorso.
Non sapevo che fare. Se aspettare, se escogitare qualcosa per quando fosse arrivato, se fare finta di dormire e poi colpirlo... L'ultima, era fuori discussione. Mi avrebbe ucciso senza pensarci troppo.
Pensa, pensa, pensa. Pensa per te stessa. Pensa per la tua vita. Se non escogiti qualcosa, morirai. Nessuno si ricorderà di te. Nessuno dei sogni per chi hai lottato fino ad ora, si realizzerà. Pensa per Daniele.
Già... Daniele...
Chissà come sta...
Chissà se è ancora vivo...
Chissà se pensa a me...
Ho voglia di vedere i suoi occhi, ho voglia di sentire i suoi commenti pervertiti, ho voglia di abbracciarlo, ho voglia di accarezzargli i capelli, ho voglia di sentire i suoi occhi sui miei, ho voglia di sentire che lui guarda me, solo me. Voglio sentire che per lui, io sia diversa dalle altre."Diversa"... è un aggettivo che usano troppi ragazzi per troppe ragazze... È meglio definirmi... Diversamente uguale.
No, cari lettori, no. Non è un discorso da ritardati o deficienti. È un discorso da chi è stanco di questi robot che camminano per strada. È un discorso da chi è stanco di quei zombie. É un discorso da chi è stanco di vedere sempre le stesse cose, negli occhi delle persone.Ho sempre voluto che tutti, mi guardassero con occhi diversi. Ho sempre voluto essere diversa dagli altri. Non sono mai stata, né la troia, né la "casa e chiesa", né il maschiaccio, né la femminuccia figlia di papà. Io non sono un personaggio. Io sono solo me stessa, non c'è una categoria per me.
I miei pensieri, furono interroti da qualcuno che entrava nella stanza.
Era lui, lo capii dalle sue scarpe a punta marroni. Le avevo notate prima.
Fissavo le sue scarpe, erano molto più interessanti del suo volto.
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You Are A Monster [SOSPESA]
TerrorIn una società perversa e ricca di crimini, vigilano alcuni elementi che sognano ancora, nonostante abbiano avuto prove chiare di quanto questo mondo faccia schifo. Di questi elementi, ne fa parte Clara. Clara, una ragazza che ha dovuto subire trop...