Parte 5

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Sono quasi le 17:30 quando finisco finalmente il nuovo manoscritto. Alla fine dovevo scrivere solamente gli ultimi quattro capitoli della storia e la legenda finale. La copertina per fortuna è cio' che ha ispirato la mia mente a scrivere e quindi l'avevo giá scelta. Il mio problema é il titolo. A questo lasceró pensare Normani, le vengono molto bene. Ritorna subito in mente la scena di poche ore fa, il suo pensare a chissà quale porcheria io stessi facendo e Camila. Per prima cosa chiamo la mia migliore amica, per spiegarle che ha frainteso tutto.
<Ma ciao Laurgay!> urla dall'altra parte del telefono. Laurgay?
-Mani, non iniziare con questi soprannomi idioti, non è come credi- sbuffo rassegnata. Ormai si è fatta i soliti film mentali.
<Oh si, come no. Allora? Era meglio degli altri? Ci avete dato dentro? Sarai stanca dopo tutto quel->
-Kordei!- urlo alterata. Ho sempre odiato questo suo credere di aver capito tutto, senza mai lasciarmi parlare e chiarire le cose.
<Si?>
-Basta ok? Hai frainteso tutto. Non avevo nessuna intenzione di farle niente e lei, anche se io avessi voluto, non avrebbe mai permesso che io facessi qualcosa- affermo decisa e consapevole. Anche se una parte di me sperava che succedesse. No, non puó essere, saranno stati gli ormoni a farmelo credere, in fondo anche io ho dei bisogni da soddisfare. Sarà quello.
<E allora perchè eravate in quella posizione?> avverto il sorriso malefico che si forma sulla sua faccia, segno che crede di starmi incastrando e di avere ragione. È una gran testarda a volte. Forse piu di me.
-È complicato, se hai tempo ci vediamo da Starbucks e ti racconto. Ho anche il tuo manoscritto- le dico calma, ricacciando indietro il nervosismo.
<Bene, a tra poco> e chiude la chiamata. Sospiro. Che scocciatura. Mi dirigo al guardaroba e decido di indossare dei pantaloni della tuta neri, stile hip hop, una felpa grigia e delle airforce dello stesso colore. Prendo i miei occhiali da sole per nascondermi, non volendo attirare l'attenzione di nessuno. Era da un po' che non uscivamo, sono sempre stata impegnata con il lavoro e Camila. Ammetto che è strano non sentirla o non averla intorno. Chissà che stará facendo o con chi sarà, se mi starà pensando o se le manco. Sbatto due volte le palpebre sorpresa. Devo essere impazzita. Può fare quel che vuole, a me non importa. Si. E' così. Metto la giacca di pelle e dopo aver chiuso il mio appartamento esco. Invece di dirigermi alla mia BMW, prendo la mia streetfigter, una tra le mie tre moto preferite e guido fino al posto scelto. Fortunatamente non è molto affollato e trovo subito un tavolo con due posti. Aspetto cinque minuti prima che Normani faccia il suo ingresso, con la sua camminata da "Non faccio per te, sei troppo poco", quasi come se lei fosse una regina e gli altri servitori. In realtà è una brava persona, se le stai simpatica. Le faccio un cenno con la mano quando entra, per poi aspettare che si avvicini. Posa la borsa a terra e si siede di fronte a me.
<Ei> dice sorridendo.
"Ciao Mani" ricambio il sorriso. Ordiniamo due caffè macchiati e lei una brioche, poi siamo di nuovo sole.
<E quindi? Voglio tutta la storia> è elettrizzata. Io spaventata. Annuisco lentamente, rimettendo in ordine i fatti nella mia testa. Attendo prima di iniziare, il cameriere è tornato con le nostre ordinazioni. Una volta che se ne è andato inizio a raccontare tutto per filo e per segno. Lei ascolta la storia fino in fondo, senza interrompermi. Quando finisco, mi sento nervosa per quello che dirà ma più leggera per averne parlato.
<Non pensavo sarebbe mai arrivato questo giorno> ammette sospirando, poi sorseggia l'ultimo sorso di caffe'.
"Quale giorno? Che qualcuno mi perseguitasse? Si, beh, nemmeno io" finisco anche io il mio caffè, lei da' un morso alla brioche.
<No, non fuello, il fiorno in cui tu fi farefti innamor> non finisce la frase che inizia a tossire. Quando parla a bocca piena non capisco mai niente.
Le do due pacche sulla schiena e si riprende.
<Dicevo...>
"Mani inizia da capo, non ho capito assolutamente nulla prima" dico tra il riso e il nervosismo.
<Uhm, si, hai ragione. Dicevo che non pensavo sarebbe arrivato il giorno in cui ti saresti innamorata. Anche se non mi aspettavo di una ragazza> mi spiega tranquilla.
La guardo non sapendo cosa dire. Io non mi innamoro mai, Lauren Jauregui non si innamora, non ama, usa e sfrutta.
"Penso che tutto questo abbuffarti ti abbia dato alla testa, Mani. Innamorata? Io? Ma non scherziamo" eppure il mio stomaco si capovolge alle sue parole.
<Andrai al concerto?> chiede improvvisamente. Già, ci andrò? Ignorerò? Se vado ammetterò il mio interesse per lei, benchè minimo. Storco il naso alla mia improvvisa ammissione. Se non vado lei non verrà più da me, non la sentirò più parlare per ore e nemmeno la vedrò per casa. Tornerò ad essere sola.
<Michelle?> mi accorgo di stare guardando alle sue spalle, mentre penso a cose inutili.
"Non lo so" ammetto. Guardo in basso per un attimo e ricordo il manoscritto. Lo afferro con attenzione e glielo porgo. Lo prende e lo sfoglia per un po', riponendolo successivamente nella sua borsa da lavoro
<Niente titolo?> domanda stupita. Scuoto la testa e mi alzo, lasciando delle banconote sul tavolo.
"No, scegli tu. Io ora vado, è tardi" prendo le mie cose e mi avvio alla porta.
<Ci andrai?> è insistente.
"Forse" ed esco veloce per tornare al mio appartamento. Una volta arrivata, entro velocemente nella mia stanza e apro il guardaroba. Cerco i miei jeans neri strappati sulle ginocchia, prendo il top bianco e gli stivali corti altrettanto scuri. Mi cambio dopo essermi lavata e con calma rifinisco anche il trucco. Sono le 19:10 e mi rilasso sapendo di essere puntuale. Un momento. Da quando mi interessa farmi bella per qualcuno e non per me stessa? Devo avere qualche rotella fuori posto. Scuoto il capo e dopo essermi messa il mio profumo preferito, 'Alien', posso uscire. Me la prendo con calma e una volta arrivata all'arena O2, mi addentro cercando il posto migliore dal quale poterla guardare. Voglio che appena lei alzi lo sguardo possa vedermi, così che io possa osservare la sua reazione. Dopo cinque minuti si spengono le luci, tranne due enormi in alto ai lati del palco. Tre figure appaiono al centro di quest'ultimo. A sinistra prende il microfono in mano Dinah, che indossa un completo con pantaloncini e corpetto blu, come le altre due. Prende il microfono e si avvicina al pubblico.
<Salve a tutti gente! Siamo qui oggi per aprire il concerto delle Little Mix e speriamo di piacervi. Io sono Dinah Jane, alla pianola elettrica Ally Brook e al microfono Camila Cabello! Siamo le Liars! Buon spettacolo!> e da qui le due ragazze bionde iniziano a suonare. La mora alza il capo mentre segue il ritmo e inizia a fissarmi, sorpresa, immobile. Il suo sguardo cambia quando c'è il suo pezzo e diventa come un'altra persona. Prende fiato e mi guarda fissa.

'If you could take my pulse right now
It would feel just like a sledgehammer
If you could feel my heartbeat now
It would hit you like a sledgehammer
I don't admit it
I play it cool
But every minute
That I'm with you
I feel the fever and I won't lie
I break a sweat
My body's telling
All the secrets I ain't told you yet..'

La guardo seria, ma dentro sento i brividi. Mi osserva mentre si muove, con la mano libera si tocca il corpo mentre esegue la coreografia, gli occhi che brillano, io che ingoio la saliva. Le mani sudano, in mezzo alle gambe ho un fastidio che non sentivo da un po', se non con lei, ma lieve in genere. E' sicura di se', normalmente non lo è mai. I suoi occhi esprimono desiderio e passione, io la fisso senza mai distogliere lo sguardo.

'So close together
So far apart
You're turning me on
And my fire's waitin' for your spark .
Oh oh
I struggle to contain
Whoa oh
The love that's in my veins
Oh oh
And how it circulates
Oh oh'

Più la guardo e più la voglio, più ascolto più ne rimango affascinata. Cerco di mantenere la mia espressione da dura fino alla fine, limitandomi a divorarla con gli occhi. Una volta finita l'esibizione tutto il pubblico applaude e urla per l'adrenalina. Li hanno scaldati per bene. Perdo di vista Camila e decido di aspettarla davanti alla porta di uscita.
<Ma guardati, Michelle> sento una voce familiare chiamarmi. Che seccatura.
"Ciao, Ashton, come va?"
<Vedo che sei venuta, sai ci teneva molto> mi sorride amichevole, io vorrei picchiarlo. Non lo sopporto molto quando fa così.
"Lo so, a presto" ed esco subito, irritata. La trovo ad aspettarmi li, appoggiata al cofano della mia auto, le gambe fasciate da una gonna nera e calze a rete dello stesso colore, mentre indossa una camicia rossa e dei tacchi dello stesso colore. Mi fermo solamente quando sono davanti a lei, la luce della luna illumina il suo viso fino al petto.
-Sei venuta- la voce bassa. La fronte è ancora un po' sudata, i capelli un po' spettinati e le guance arrossate. E' davvero bella.
"Sono qui, non avevo altri impegni e quindi ho fatto un salto" cerco di essere distaccata ma non troppo, non voglio ferirla. Come se prima mi importasse.
-Mi hai sorpresa- si siede completamente e apre un po' le gambe, come se mi stesse invitando a mettermici in mezzo. Non aspetto molto prima di farlo, con una mano le sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio e l'altra la appoggio sulla sua coscia destra, così da tenermi in equilibrio. I nostri occhi mantengono il contatto, cosa nuova per me, dato che tutti di solito guardano altrove.
"Anche io mi sono sorpresa" dico sincera.
-Ti sono piaciuta?- domanda con mezzo sorriso. Come è bella.
"Molto" i nostri visi più vicini ogni secondo che passa. Stringe le gambe intorno a me, i nostri corpi sono attaccati quasi del tutto.
"Non sono quello che cerchi, Camila" dico con voce roca, quasi a ricordarlo più a me che a lei.
-Lo so- i palmi delle sue mani sulle mie guance, sono calde e scendono fino al mio collo.
"Ti farò male"
-Lo so-
"Allora perchè?" le domando confusa. Come può volerci provare nonostante io non sia quella fatta per lei? Nonostante io non sia la brava ragazza che tutti vorrebbero?
-Perchè so che tu non sei così e voglio conoscere la vera te- afferma convinta. La vera me?
"Guardi troppi film, ragazzina" sorrido divertita. Si avvicina lentamente, quasi avesse paura di scottarsi o altro.
-No, leggo i tuoi libri- e mi bacia. Un bacio lento, calmo, diverso da tutti gli altri che ho ricevuto. Sa' di ciliegia, le sue labbra sono morbide e non voglio separarmene. Voglio di più. Ma quando sto per far entrare la mia lingua nella sua bocca, la morde, costringendomi a ritrarmi di un po'.
-A cuccia, Jauregui. Dovrai guadagnarti tutto un po' alla volta- e dopo avermi spostata lentamente se ne va. Mi ha rifiutata. Dopo avermi baciata. Guadagnarmi lei? Confusa e sorpresa entro in auto, guido fino al mio appartamento e appena arrivata mi metto sul divano a guardare il soffitto. Un numero di telefono è appoggiato sul tavolo di fronte e più lo guardo, più voglio prenderlo. Alla fine cedo. Compongo il numero e aspetto.
<Si?>
"Sono Michelle" dico soltanto.
<Domani al solito orario?> chiede la donna, la voce un po stanca.
"Si, a domani" e attacco.

Unexpected love (GL)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora