Stringo le mani in pugni, il mio sorriso diviene una lunga linea dritta, lo sguardo è serio. Camila dal canto suo è davvero confusa e infastidita oserei dire, per non contare la sua espressione corrucciata. Il moro ci fissa, le nocche sono arrossate e scorticate, gli occhi semi chiusi e contornati da occhiaie. Che aspetto orrendo.
-Che ci fai davanti a casa mia?- domanda non ottenendo risposta alcuna. Cerco di mantenere il respiro calmo e tranquillo, non è ancora successo niente ed è inutile io mi alteri. O forse no? <Volevo vederti e parlarti> mi lancia un occhiataccia e poi torna su di lei.
<Da solo> credo che ora posso alterarmi, vero? Ma ne ho davvero il diritto? Guardo la ragazza al mio fianco interrogativamente, non sapendo se restare ferma, andarmene o assecondare il mio istinto e prenderlo a pugni.
-Beh io non ho niente da dirti e se non ti spiace avrei da fare ora, quindi dovresti andartene- mi prende la mano destra e la schiude con le sue stesse dita, facendole incastrare poi con le mie. Ci guardiamo allo stesso tempo e mi sorride.
<No, adesso devi ascoltarmi> alza un po' il tono e fa un passo avanti, costringendomi a stringere la presa e attirarla a me.
"Vedi di abbassare i toni o entro stasera non riuscirai più a parlare" mi trattengo il più che posso, ma se non ci fosse Camila, probabilmente avrei già iniziato un'azzuffata. La ragazza dagli occhi color cioccolato mi appoggia la sua mano libera sulla spalla, intimandomi di calmarmi. Prende un gran respiro e si rivolge al ragazzo davanti a noi.
-Beh, dimmi allora, ma fai in fretta- usa un tono spazientito.
<Ho detto da->
-Io con te da sola non ci sto, o mi parli ora o te ne puoi pure andare- wow. Ammetto di essere contenta di non essere al suo posto. Si sposta dalla sua posizione, mettendo le mani sui fianchi e guardandola come se volesse farla sua seduta stante. Purtroppo per lui, solo io posso guardarla così e solo io posso averla. Vedere come lei non se ne accorga nemmeno, come lui ci provi ancora. I nervi.
<Non voglio la nostra amicizia finisca, Mila, per favore torna da me, torniamo come una volta. Mi manchi tanto e anche i tuoi genitori sono preoccupati per te. Ne parliamo insieme e vediamo di risolvere questo tuo problema. Non ti rendi conto che lei ti sta facendo il lavaggio del cervello?> ed onestamente non so se mettermi a ridere o arrabbiarmi. Lei sbuffa ancora.
-Ascoltami bene, Shawn, perchè te l'ho già detto e sono stufa di ripeterlo: per prima cosa per me eri come un fratello. Ma dopo tutte le cose orrende che mi hai detto l'altro giorno e ora, la nostra amicizia puoi considerarla chiusa qui- prende fiato per parlare ancora, lui rosso dalla rabbia e dalla vergogna.
-In secondo luogo vorrei invece sapessi che è partito tutto da me, sono io che ho insistito con lei e sono contenta di averlo fatto. E' partito tutto da me. Se a te e mia madre non sta bene, beh, affari vostri. Ora vattene prima che io, ma sopratutto lei, perda la pazienza- colpo di grazia. Rido interiormente nel vederlo a terra, ormai sconfitto. Sorrido compiaciuta e questo non passa inosservato ai due. Lo sorpassiamo, ma lui la tiene ferma per un braccio e la tira verso di sè per baciarla. Mi pietrifico. Vedo la scena a rallentatore più e più volte, sentendo la nausea crescere. Ma questo accade solo nella mia testa, perchè lei si è gia allontanata e lo ha preso in pieno con un pugno in faccia. Si asciuga le labbra con sguardo schifato, lui si massaggia il punto dolorante. Accade tutto in poco tempo, lei che gli urla in faccia di tutto e di più, lo spinge, altri schiaffi, io lì impalata che ancora non riesco a crede a quel che lui ha fatto. Ma poi la consapevolezza inizia a farsi presente nella mia mente, ritorno cosciente, anche i miei sentimenti tornano, mi riprendo dal mio stato di trance. Mi avvicino rapida al ragazzo, lo afferro per un braccio e lo tiro verso di me, assestandogli una ginocchiata nello stomaco. Si accascia al suolo ed io mi abbasso al suo livello per tirargli un pugno molto più forte di quello di Camila, colpendo lo stesso suo punto. E' atterra, la ragazza alle mie spalle che mi abbraccia e mi chiede di fermarmi. Mi allontana strattonandomi per un braccio dentro casa. Solo una volta dentro mi volto verso la porta e ne tiro un altro seguito da un'imprecazione. Aspetto che il mio respiro si calmi per voltarmi finalmente verso colei che, fino a questo momento, non ha fiatato. Non mi guarda nemmeno in faccia, probabilmente è rimasta scossa da prima, anche se non ho fatto tutto quello che mi passava per la testa.
-Lauren io...- la fermo con un cenno della mia mano.
"Vai a prendere le tue cose, ti aspetto qui" mi siedo sul divano. Ho bisogno di calmarmi e di stare da sola, o molto probabilmente ritorno la fuori. E non voglio. La giornata stava andando abbastanza bene e non voglio rovinarla, nè voglio ferirla come gli altri. Ho fatto abbastanza casini al momento. Annuisce e va' verso la sua camera. Io mi stendo stanca e chiudo gli occhi.Sto correndo, verso dove non lo so. Sento una voce chiamarmi ed io la seguo senza farmi domande, sapendo di conoscerla. Non mi importa dove sono o perchè. Devo trovarla.
<Non fai più la gradassa ora, eh?> sento in lontananza.
<Perchè non ci fai vedere il tuo bel corpicino?>
<No! Lasciatemi! Aiuto!> ora ricordo. Quelle voci, le urla, io che corro. Tanti alberi intorno a me, nessuno in giro, l'erba abbastanza alta da toccarmi sopra le caviglie. Aumento la velocità, nonostante i miei piedi chiedano pietà.
<No! la gonna no! Bastardo, lasciami!> e la trovo. Sono in due, uno che sembra un grissino e l'altro in carne. E poi lei, che piange e si dimena come una disperata mentre quei brutti stronzi ridono alzandole l'indumento.
"Adesso basta!" urlo.
<Guarda che bella gnocca abbiamo qui, e chi saresti tu?> il più gracile e brutto si avvicina a me.
"Sua sorella maggiore, coglione!" e gli tiro un calcio in pieno stomaco. Cade subito per terra ed io gliene tiro un altro nei testicoli. Urla di dolore e si dimena a terra. Corro subito verso l'altro, saltandogli a dosso e facendoci cadere al suolo. Mi alzo in ginocchio e inizio a riempirlo di pugni, finchè Taylor non mi prega di andarcene. Mi stacco a fatica, la prendo in braccio dato che posso ancora permettermelo e inizio a camminare.
"Mi dispiace, Tay, mi dispiace" è l'unica cosa che riesco a dire.
<Non è colpa tua, adesso basta, mi hai salvata> e poi non sento più nulla. Lei non c'è più ed io sono sola. La vegetazione non c'è più e mi sovrasta il buio. Le urla strazianti rimbombano nella mia testa ed io non le sopporto.
"E' tutta colpa mia, mi dispiace, è colpa mia"Apro gli occhi all'improvviso e metto una mano sul petto che dolorosamente si alza e si abbassa. Camila non c'è, non sento rumori, niente. Dov'è? Non riesco a muovermi, mi sento divorare dall'ansia, soffoco un urlo. All'improvviso viene verso di me correndo dalla cucina, una pezza bagnata in mano.
-Sono qui, Lauren, ora stenditi okay?- fa pressione sulle mie spalle e ritorno nella mia precedente posizione. Mi asciuga il sudore sulla fronte e mi tiene stretta la mano sinistra con quella libera. Lei è qui, sta bene, devo calmarmi. Passano un paio di minuti prima che io mi sia ripresa del tutto. Mi alzo dal divano e le dico di prendere la valigia. Annuisce e ritorna subito dopo con due borsoni. Me ne carico in spalla uno e insieme usciamo. Camminiamo sulla ghiaia in silenzio finchè non torniamo all'auto. Una volta salite ed essere partite, aspetta almeno dieci minuti prima di dire qualcosa.
-Stai bene?- mi appoggia una mano sulla coscia lasciando lievi carezze. Mi permetto di chiudere per pochi secondi gli occhi e sospirare, tornando poi a dare attenzione alla strada.
"Si, solo un incubo, tranquilla" annuisce insicura.
-E chi è Tay?- domanda con voce un po' triste. Devo aver parlato nel sonno.
"Mia sorella"
-Ah-
"Pensavo lo sapessi..."
-Non mi hai mai detto come si chiama... non parli mai della tua famiglia- è ancora più giù di morale. Stringo il volante finchè le nocche non diventano bianche e sbuffo.
"Vuoi sapere della mia famiglia? Bene, allora preparati."
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Unexpected love (GL)
FanfictionStringe le gambe intorno a me, i nostri corpi sono attaccati quasi del tutto. "Non sono quello che cerchi, Camila" dico con voce roca, quasi a ricordarlo più a me che a lei. -Lo so- i palmi delle sue mani sulle mie guance, sono calde e scendono fin...