Parte 12

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Mi sveglio sentendo la suoneria del mio telefono, capendo solo dopo qualche minuto che è la sveglia. Massaggio le tempie con l'indice e il pollice della mano sinistra, pensando e ripensando del motivo per cui io l'abbia messa. Un peso sul mio stomaco mi impedisce di alzarmi e guardando verso il basso vedo Camila usarmi come materasso. Aspetta, cosa? Strofino gli occhi appannati e inizio ad osservarla, cercando di ricordare come siamo finite cosi. Merda, devo vedermi con Normani. E ora come me ne vado da qui? I capelli le coprono il viso, il corpo è rilassato e il respiro regolare. Provo a spostarla, ma si stringe solo di più a me. Che situazione. Sbuffo e ci riprovo.
-Dove credi di andare?- domanda con voce impastata. Ma allora è sveglia?
"Ho delle cose da fare e non so che impegni tu abbia, ma sono le 8:30 del mattino" e sbianco sul serio quando vedo l'ora, sono in ritardo.
-Inizio alle dieci oggi- e fa per riaddormentarsi.
"Ferma, spostati prima che sto facendo davvero tardi" perchè l'ho lasciata dormire qui? Me ne sto pentendo. Sbuffa e mormora qualcosa, ma si rotola nella parte di letto vuota ed io finalmente corro in bagno. Apro l'acqua calda ed intanto mi spoglio veloce per poi andare a fare i miei bisogni fisiologici. Mi lavo più in fretta che posso, ricordandomi solo grazie al bruciore delle nocche sbucciate la sera precedente. Mi asciugo una volta finito e poi lavo i denti. Mi alzo i capelli in una coda alta e poi mi trucco leggera, giusto un po' di mascara e rossetto. Solo ora ricordo che non ho preso nè biancheria, nè vestiti. Mi affaccio nella mia camera e lei è a pancia in giù, gli occhi chiusi. Sospiro ed entro a prendere da uno dei miei cassetti un intimo semplice color bordeaux. Metto dei jeans a vita alta neri, una maglia bianca con la scritta Nirvana e delle nike bianche. Lei ancora nella stessa posizione. Le scrivo un biglietto e poi recupero telefono e chiavi del veicolo. 8:50. Solo dieci minuti. Recupero la mia solita moto e cerco, senza superare i limiti, di arrivare puntuale all'appuntamento. Sospiro, solo cinque minuti di ritardo. Me la lascerà passare, spero, in fondo è la prima volta che capita. Metto gli occhiali da sole che tengo sempre nel porta oggetti sotto la sella, lego la moto, ed entro da Starbucks. La individuo dopo qualche occhiata a destra e sinistra, per fortuna ha scelto un tavolo abbastanza isolato, con maggiore privacy. La saluto con un cenno del capo e mi siedo. Appoggio il casco per terra in un angolo e poi le do' la mia attenzione.
"Buongiorno"
<A te, anche se non credo lo sia> sorride ma so che è nervosa.
<Allora... di che devi parlarmi?> ho fame.
"Perchè hai lasciato i miei documenti e le chiavi del mio appartamento ad un'estranea? Hai idea del casino che è successo ieri? Delle seccature che devo sopportare?" cerco di restare calma, ma io e il controllo ultimamente non andiamo d'accordo. Il cameriere viene verso di noi e chiede se vogliamo ordinare. Prendo due brioche alla crema ed un bicchiere di aranciata, lei una ciambella e del caffè. Quando si allontana il ragazzo, lei riprende il discorso.
<Okay, ho sbagliato, so quanto tu sia riservata e che io non la conosco, ma ormai va avanti da un mese questa vostra ''relazione'' e non ci ho visto nulla di male> spiega colpevole. Sbuffo e aspetto prima di rispondere, dato che sono arrivate le nostre ordinazioni. Quando alzo una mano per prendere il bicchiere, lei soffoca un urlo.
<Ma che hai combinato?> ecco, ricominciamo.
"Niente, davvero" provo a sviare il discorso.
<Non sarà che tu... Merda, come ti è saltato in mente? Hai picchiato quel ragazzo vero?> sembra davvero arrabbiata, ma più che altro sorpresa.
"Abbassa la voce. So già cosa stai per dirmi, ma risparmiami la predica ok? Ne ho già avute da Camila ieri e non hai idea di come mi abbia trattata. Ora che ci ripenso, mi sale ancora di più il nervosismo" divoro il più velocemente che posso la mia colazione e poi bevo il succo in fretta. Guardo l'ora e sono le 9:15. In quel momento mi squilla il telefono e la ragazza con me dice di rispondere.
-Lauren?- mi irrigidisco, ormai succede ogni volta che sento la sua voce.
"Si, ho quasi finito, tra poco torno" la rassicuro, credendo sia per quello.
-Oh, si va bene, solo ho un problema...- aggrotto le sopracciglia.
"Ovvero?"
-Puoi prestarmi un paio di slip? non ne ho dietro da mettermene, le ho scordate- la saliva mi va di traverso e Normani mi guarda curiosa.
"No, te ne compro un paio ora che torno" guardo male la mia amica.
-Dai Lauren, cosa ti costa, ne hai mille e io devo farmi una doccia- piagnucola al telefono, mentre sento aprire e chiudere i cassetti. Non è possibile.
"Camila ho detto di no, smetti di..."
-Okay, ho scelto, grazie- e mi attacca il telefono in faccia. Mi farà avere una crisi di nervi.
<Camila eh?> sorride maliziosa. Guardo in alto in segno di irritazione.
"L'hanno sbattuta fuori e ora sta da me, ma non ascolta niente di quel che dico. Mi farà impazzire" mi alzo lasciando dei soldi sul tavolo.
<Pensa prima di fare le cose, per favore e fai la brava okay?> annuisco e le faccio un occhiolino. Cerco di tornare a casa il più veloce possibile, non volendo farle fare tardi. Quando rientro nel mio appartamento è ordinato, così come lo avevo lasciato. Entro nella mia stanza, di lei nessuna traccia. Inizio a chiamarla, ma non risponde. Sento una porta alle mie spalle aprirsi e il suo corpo venirmi contro. Mi giro appena in tempo per prenderla e non farla cadere. Le mie mani sulle sue spalle, le sue sui miei fianchi. E' solo in jeans, il reggiseno bianco che lascia intravedere le forme. Cerco di guardarla in faccia, ma mi riesce difficile. Mi attira a se e mi bacia. Sono presa alla sprovvista, ma ricambio quasi subito, ma nel mentre ricordo le cose che mi ha detto la sera precedente e mi stacco brusca. Mi guarda senza capire ed io indietreggio un po'.
"Finisci di vestirti e chiudi a chiave quando scendi" e ripercorro la strada a ritroso.
-Lauren aspetta...- mi ferma per un polso.
-Ho fatto qualcosa che non ti è piaciuto? E' per le mutande? Se vuoi le tolgo...- quasi mi fa sentire in colpa per essere arrabbiata.
"No, Camila, al contrario di te io ricordo le cose che mi hai detto ieri e non mi sono piaciute. Ora muoviti, ti aspetto sotto" e me ne vado liberandomi dalla presa. Mi fa aspettare più o meno altri dieci minuti, poi appare davanti la porta della mia macchina. Ci mettiamo almeno un quarto d'ora a raggiungere lo studio musicale, passando tutto il tragitto senza fiatare.
"A che ora finisci?"
-16:00, ma poi Ashton vuole parlarmi di alcune cose, credo finirò verso le 17:00- non mi guarda in faccia, il tono di voce basso. Devo restare calma.
"Ok, avverti in caso finisci prima" annuisce e scende dall'auto. Parto spedita e decido di andare in un posto dove non andavo dall'incontro con Camila. Una volta arrivata, cammino rapida, desiderosa solamente di arrivare e di sedermi. Non ho nemmeno preso dei fiori. Va beh, che importa, non le piacevano. La vedo, il passo rallenta, mi fermo quando ormai la raggiungo.
"Ciao, Lucy" parlo davanti alla lapide davanti a me.

Unexpected love (GL)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora