prologo: secretly

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Una folata di vento arrivò sulla schiena di Levi, facendolo rabbrividire.
Ma nonostante tutto rimaneva lì. sul tetto di uno di quei tanti grattacieli presenti a New York, a chiedersi se ciò che stava per fare era giusto.
Se abbandonare la sua vita era giusto.
Se abbandonare le persone che amava era giusto, nonostante quelle se ne fossero andate da tanto.
Se abbandonarsi tutto alle spalle era giusto.
Lui aveva tutto, aveva.
E provava tristezza, dolore, malinconia, rabbia.
Tristezza perché aveva perso ciò che gli stava a cuore.
Dolore perché non riusciva a voltare pagina.
Malinconia perché questa sensazione gli pesava sul cuore.
Rabbia perché non capiva perché gli fosse capitato tutto questo.
E aveva deciso di lasciarsi alle spalle tutto, pur di non soffrire più.
Ma anche se lui pensava che morendo si fosse lasciato tutto alle spalle, si sbagliava. Se fosse morto non avrebbe abbandonato nulla.
Perché lo disprezzavano.
Lo picchiavano.
Lo ignoravano.
Lo odiavano.
Ma si stava comportando da egoista, e non lo sapeva.
Non sapeva che un ragazzo lo stava osservando e  lo seguiva,
Lo lodava,
Lo ammirava,
Lo amava.
E spesso il ragazzo vedeva Levi salire sul tetto di quel grattacielo, sedersi sul bordo con lo sguardo perso nel seguire le tante macchine sulla strada. Stava lì ore, a volte fino dopo la mezzanotte, a guardare la strada dall'alto. E poi lo vedeva camminare verso la porta del tetto, prendere l'ascensore, uscire dal portone principale e vederlo andare via, confondendosi tra la folla.
Non sapeva come farsi notare dal moro. Era da mesi che lo seguiva dopo l'uscita di scuola, vedendolo andare sempre sopra quel grattacielo.
E si chiedeva se mangiava?
Se dormiva?
Se si prendeva cura di sé?
O se passava la sua vita sopra quel tetto?
Il ragazzo si era informato riguardo Levi.
Sapeva che aveva perso la famiglia anni fa.
Sapeva che era isolato a scuola.
Sapeva che era vittima di bullismo.
Sapeva che non faceva cose adatte ad un diciannovenne.
Ogni volta vedeva il moro essere picchiato nei bagni della scuola, e ogni volta, quando voleva aiutarlo a scappare, i bulli uscivano da quel posto.
Minacciandolo di andare via e non farne parola.
Allora si era limitato a seguirlo.
E ad ammirarlo da lontano.
Perché sì, lui amava Levi.
O almeno, aveva una cotta per lui.
Solo che sapeva che il moro se la spassava a volte con le sedicenni, quindi pensava che se si fosse dichiarato avrebbe ricevuto solo una respinzione dal più grande.

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