I giorni scorrevano incessantemente per Eren.
Era passato un mese da quando Levi non si fece più vedere.
Ma perché?
Perché?
Anche se si conoscevano poco lui ci stava male.
Beh, lui aveva una cotta per Levi.
Ci stava male eccome.
Invece Levi cercava di non pensarci.
E ci stava riuscendo solo a metà.
A volte gli venivano in mente le frasi dette in modo dolce da Eren, ma subito la sua mente si occupava con altro.
Quello era diventato un modo per difendersi.
Una cosa finisce col farti star male?
Occupa la tua mente con qualcosa.
Non pensarci.
Fregatene.
E finì con l'abituarsi.
.
Un altro giorno di scuola iniziò per Eren.
Si preparò come al solito e andò alla fermata del pullman.
Ormai neanche più lì trovava il moro, intento ad aspettare quel maledetto pullman.
Ma non si fece più di tante domande, poteva capirlo.
Le lezioni furono noiose,
Fino a quando (per la gioia di Eren e del suo migliore amico) suonò la campanella di ricreazione.
<<Dai, Armin, sbrigati! Ho fame>>
Lo suscitò il castano.
<<Calmati Eren, non trovo la merenda!>>
Rispose dispiaciuto il biondino.
<<Lascia stare, te la compro io e basta.>>
Disse scocciato Eren, prendendo per il braccio l'amico e conducendolo fuori dalla classe.
Si diressero verso le macchinette, ed Eren prese un the caldo al limone e una cioccolata calda.
<<Tieni>>
Disse Eren porgendo il piccolo contenitore di the all'amico
<<non dovevi... G-grazie>>
Disse l'altro imbarazzandosi, ed Eren ridacchiò.
La campanella della fine della ricreazione suonò.
<<tu vai già in classe, io vado in bagno>>
Disse sbuffando il castano, ammiccando al biondo.
<<Okay, non metterci troppo>>
Rispose Armin, andando verso la loro classe.
Eren passò due o tre corridoi prima di trovare dei bagni disponibili.
Entrò, e si lavò le mani. Non sapeva perché, ma si sentiva stranamente giù di corda quella mattina.
La porta che si aprì con un tonfo lo fece distrarre.
Tre tizi loschi entrarono dentro il bagno,
Uno aveva gli addominali scolpiti, classico taglio da ragazzaccio colorati di vari colori, aveva una maglia a maniche corte grigia che faceva vedere i muscoli tirati e indossava dei pantaloni neri di una tuta.
Gli altri due invece avevano entrambi felpe grigie con scritto "boxeur" sopra e semplici skinny neri.
Iniziarono a ridacchiare ammiccando al castano.
Eren affogò strani ricordi ed entrò in un bagno, giusto per calmarsi.
<<Ohi.. Che ne dici se lo prendiamo un po' in giro? Mh?>>
Sussurrò una voce profonda.
<<okk bro>> sussurrarono due voci in coro.
Eren li sentì e rabbrividí.
Sperando vivamente che non fosse lui il soggetto.
Era già stato vittima di bullismo, e non voleva riprovarlo. Okay?
Uscì dal bagno a testa bassa.
<<Ehilá sfigato>>
Disse il capo banda, mentre i due scagnozzi ridevano.
Eren si irrigidì ma non si fermò.
Voleva.
Voleva raggiungere la porta.
Ma una mano si posò sopra il suo braccio, coperto dalla felpa.
<<sto parlando a te, coglione>>
Disse ancora, ghignando.
<<Ehm.. Scusa, non lo sapevo>>
Fece un sorrisino imbarazzato Eren, cercando di essere convincente.
Un calcio alla caviglia.
Gemette dal dolore.
<<che fai, mi prendi in giro?>>
Rise l'altro.
<< "scusa non lo sapevo">>
Gli fece coro uno dei due, con una vocina da idiota.
<<ehm..>>
Cosa avrebbe potuto dire?
Nulla.
<<Pensavo ci fosse qualcun'altro.. Non lo sapevo>>
Aggiunse in fine, per non stare zitto.
<<ma chi pensi di prendere in giro?>>
Chiesero in coro gli altri due.
Eren sorrise imbarazzato.
<<scusate ehm.. devo andare in classe>>
<<Levati quel sorriso, sembri proprio scemo sai?>>
Un calcio alla gamba.
<<sei gay ahahah>>
Un calcio allo stomaco.
<<hai un corpo da femmina>>
Uno schiaffo.
<<sei proprio fastidioso.>>
Una stretta ai polsi fino a farli viola di lividi.
E tutto questo seguito da altre azioni simili e altri insulti insopportabili.
Eren gemeva dal dolore e si accasciò a terra, non era abituato a sentirne così tanto.
Ma non parlò.
Sapeva di avere quella miliade di difetti.
Gli altri si stufarono, lasciandolo lì, pieno di lividi e sangue.
salvami.
#spazioautrice
Ciao a tuttttti. Come va?
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