Quel pomeriggio, Natalie si recò nuovamente dalla sua psicologa, alle quattro.
E sarebbe stata la sua ultima volta.
Erano ancora le tre e mancava circa un'oretta all'incontro.
La ragazza era nella sua stanza e stava preparando il suo zaino.
Lo riempì con cose essenziali: cellulare, un quadernetto da disegno, una matita, una gomma, un libro e gli auricolari.
Ora doveva solo prepararsi fisicamente.Dopo essersi lavata, si diresse verso l'armadio per scegliere cosa indossare.
Non aveva molta scelta, dato che quasi tutti i suoi vestiti erano in lavatrice, quindi optò per un pantalone nero attillato con una cinta nera, a seguire una canotta bianca, che metteva di poco in evidenza il seno, una felpa lunga e blu con cappuccio, e per finire degli stivali neri, con fibbie e tacchetti, all'ultima moda.
Si vestì velocemente, ma prima che potesse uscire dalla stanza per andare a pettinare i suoi capelli, ecco che si presentò davanti alla porta suo fratello, che le dirigeva uno sguardo maligno.Lucas- Hey, ma che bel completino che ha messo oggi la mia folle sorellina...ehehe.
Nat- Cosa vuoi da me Lucas?-
Lui la guardò con un luccichio negli occhi e un piccolo ghigno.
Lucas- Quello che cerco sempre da te, mia cara. Anzi, ti darò un motivo in più per andare dallo psicologo...eheheh...ora vieni qui.-
Natalie fece per allontanarsi, ma suo fratello era più veloce e più forte, così la prese e la portò nella sua camera, chiudendo la porta a chiave, pronto a violentare per l'ennesima volta sua sorella minore.
Dopo aver finito, Natalie, infuriata e con le lacrime agli occhi, gli tirò un pugno dritto sulla faccia, poi lo buttò a terra e iniziò a prenderlo a calci, finché non finì di sputare sangue.
Si sentiva così bene nel fargli del male, gli piaceva il suono del dolore che lei stessa causava, e ciò la faceva sentire molto potente.Nat- Da oggi si cambia, fratellone. Ringrazia non so quale divinità per essere ancora vivo, anche perché, ti avrei ucciso volentieri.-
Lucas- Ma....chi...chi sei tu?-
A Natalie sbucò un sorrisetto sul volto.
Nat- Il tuo peggior incubo...eheh. Ora resta buono qui, noi abbiamo da fare.-
E dopo aver detto questo, aprì la porta e uscì, chiudendola a chiave in seguito.
Si pettinò, poi scese le scale e andò in cucina. Lì vi era sua madre che si stava mettendo il cappotto.
Marybeth- Già pronta? Hai fatto veloce. E tuo fratello?-
Nat- Lui non verrà, vuole restare qui.-
La madre annuì e tutte e due salirono in macchina aspettando il padre.
Arrivarono allo studio della dottoressa alle quattro in punto, e dopo un breve colloquio con i genitori, Debra potè finalmente iniziare la seduta con la ragazza.
Tutte e due si recarono, in silenzio, nell'ufficio della donna per parlare in privato, ma tutto quel silenzio rese l'atmosfera tesa ed inquietante. Debra capì subito che c'era qualcosa che non andava, lo capiva soprattutto dall'espressione fredda e senza emozione della ragazza. Sembrava vuota, inesorabilmente assente.
Appena entrate nella stanza, la bionda fece accomodare Natalie sul lettino per i pazienti, poi prese il suo blocknotes(?) e si sedette sulla sua sedia personale, iniziando a parlare.Debra- Dunque, Natalie, queste sedute vanno avanti da ormai molte settimane. Ho delle ipotesi azzardate, ma non posso comunicarle se prima non capisco quale sia il problema principale di tutta questa storia.-
Natalie la fissò.
Nat- Il tempo.-
Debra le rivolse uno sguardo confuso.
Debra- Come cara?
Natalie strinse forte le mani sul duro sedile.-Nat- Il tempo è stato il mio problema. Il tempo ti fa vivere attraverso la sua realtà, lentamente, progredendo attraverso la vita, controllato dalla società, solo per essere torturato. È un circolo vizioso, il tempo non si ferma, non rallenta, non accellera. È violento e vivi nella tortura, ancora e ancora, incapace di sentire, incapace di superarlo.-
Natalie non ebbe davvero idea delle parole che uscirono dalla sua bocca. Ma si sentiva come se non fosse più in lei.
Tutto ciò potrebbe essere la causa di tutto quello che aveva vissuto? Di tutte quelle cose orribili che si era sempre tenuta dentro? No, impossibile.
Ma per qualche strana ragione, a lei piacque.
La terapeuta le si avvicinò.Debra- Natalie, ora voglio che tu mi dica esattamente tutto ciò che ti è successo, tutto tesoro.-
Natalie la fissò ancora.
Le sue labbra formarono un sorriso e le cuciture si aprirono.
La donna si infastidì.Debra- Non posso aiutarti se ti comporti in questo modo, Natalie, devi dirmi tutto stavolta.-
La giovane ragazza cominciò a strappare la pelle della sedia con le unghie.
Poi rise.Nat- Natalie non è più qui, bambolina.-
La dottoressa spalancò gli occhi e si alzò.
Debra- Torno subito, per piacere, resta qui.-
Uscendo, la lasciò sola.
Forse lei...non era più sana di mente.
Non si mosse da quella stanza buia. Sedeva perfettamente immobile, perfettamente silenziosa e perfettamente calma su quella sedia.
Dalla porta entrarono i genitori, entrambi con il volto rattristato, e la terapeuta con un espressione delusa.
Ciò aumentò la confusione di Natalie, ma era comunque felice di andare via.
Nessuno dei tre membri della famiglia parlò per tutto il viaggio in aiuto.
Gli occhi si fecero pesanti e la giovane si addormentò.Quella notte, sentì una voce che parlava in sogno creando dell'eco nell'oscurità.
"Il tuo tempo è scaduto" diceva.
Si risvegliò di colpo completamente sudata. Non era a casa. Lei non era in macchina. Era in un letto, tutto bianco e in una stanza bianca. Guardò al suo fianco, e vide che era collegata ad un monitor che rilevava il suo battito cardiaco. Si alzò ma i suoi piedi rimasero incollati a terra. Venne presa dal panico, iniziò a lottare ma si fermò sentendo la porta alla sua sinistra aprirsi. Nella stanza apparve una figura in camice bianco, probabilmente uno scienziato.???-Salve signoria Ouellette, ha riposato bene? Il mio nome è Derek Hill.-
Natalie lo guardò con aria interrogativa.
Derek- Tranquilla, so che sei molto confusa in questo momento, posso immaginare. Ma io sono qui solo per aiutarti, piccola. I tuoi genitori hanno deciso di firmare un contratto per sottoporti ad alcuni farmaci mentali per aiutare il tuo stato d'animo.-
Natalie aprì la bocca per protestare ma fu subito messa a tacere.
Derek- Non c'è bisogno di agitarsi tanto, basta soltanto rilassarsi e vedrai che tornerai alla normalità in poco tempo.-
Lui le si avvicinò e lei cercò di spostarlo via, ma non ci riuscì a causa delle cinghie di cuoio intorno ai polsi e alle gambe. L'uomo prese una mascherina e gliela mise sulla bocca e sul naso. Lei ostinatamente cercò di farla saltare via, ma sotto l'effetto di quella specie di gas,leggermente chiuse gli occhi.
Non c'era più via di fuga.
Tradita da tutti.
Si abbandonò.
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Clockwork || Fino All'ultimo Ticchettio. ||
Fanfiction"Il tempo è stato il mio problema. Il tempo ti fa vivere attraverso la sua realtà, lentamente, progredendo attraverso la vita, controllato dalla società, solo per essere torturato. È un circolo vizioso, il tempo non si ferma, non rallenta, non accel...