King of London

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"Sei sicura che non vuoi che passi a prenderti?" Chiese Harry, il telefono era pressato tra l'orecchio di Carmen e la sua spalla. Lei registrò appena le sue parole, mentre buttava la sua borsa di Gucci nei sedili posteriori del taxi e dicendo all'autista l'indirizzo dell'appartamento di Harry.

"Sì. Sono già in taxi." Rispose dopo qualche momento, sedendosi e non preoccuparsi della cintura. Si lasciò sfuggire un sospiro, scavando nella sua borsa e tirando fuori uno specchietto. Si era truccata in fretta e in furia purtroppo, dal momento in cui Harry l'aveva chiamata senza sosta. Voleva fare un pisolino prima di uscire a fare shopping, ma Harry non voleva capire cosa significasse il concetto di sonnellino di bellezza.

"Pronto? Sei ancora lì, piccola?" La sua voce risuonò attraverso gli altoparlanti mentre lei si incipriava il viso.

"Sì, sono qui. Mi sto truccando ora siccome sei stato impaziente prima." Mormorò lei, finalmente soddisfatta con l'immagine riflessa nello specchio. Il suo look era semplice, casual; un viaggio nel quartiere della moda sarebbe stato qualcosa fuori dalla sua zona di comfort, siccome preferiva vestirsi e esagerare con i capelli e il trucco. Invece, indossava una gonna blu scuro che arrivava a metà coscia, una camicetta crema che accentuava il suo busto largo. Era elegante e attraente.

"Non ero impaziente. La maggior parte dei negozi chiudono alle otto e sono già le sei." Disse lui, informato. Lei roteò gli occhi, consapevole che non poteva essere vista da Harry, e tenendo le sue mani di fronte a lei, esaminandole. Lo smalto nero stava iniziando a scrostarsi. Iniziò a pensare mentalmente a come avrebbe potuto lamentarsi davanti a Harry, così lui le avrebbe sicuramente pagato una manicure.

"Sei fastidioso." Sorrise contro il telefono, guardando fuori la strada. Il cielo era tinto di arancione per il sole al tramonto, una luce opaca riempiva la città. I negozi erano ancora aperti e pieni di persone, e lei indossava i suoi abiti firmati, sorridente per il comfort.

"Non sono fastidioso." Sbottò Styles in risposta, la sua voce si abbassò di un'ottava o due. Carmen morse il suo labbro e strofinò le sue cosce tra di esse; amava quando si arrabbiava, e questo succedeva spesso. Poteva solamente immaginare il modo in cui le sopracciglia si univano insieme o quella sua vena sporgente nel suo collo fuoriusciva con ogni respiro che prendeva.

"Si, lo sei." Canticchiò Carmen scherzosamente, arrotolando una delle sue lunghe ciocche attorno a un dito, "Non so nemmeno perché ti ho dato il mio numero. Probabilmente mi tormenterai tutto il tempo, hm?"

"Tormentarti?" Sbuffò, "Se pensi che ti tormenterò, perché sei ancora al telefono con me, principessa?" Sembrava che la sua rabbia fosse stata rimpiazzata dalla giocosità. Era difficile tenere il suo passo, a volte.

"Hmm, mi piace il suono della tua voce." Lei fece le fusa.  Era vero, la sua voce profonda era molto attraente per lei, le faceva addensare il sangue e battere il suo cuore un po' più veloce. Le ricordava quella di Stephan, solo più lenta, aggiungendo anche l'aura seduttiva di Mr. Styles.

"Davvero?" Poteva sentire il sorriso compiaciuto nella sua voce, "Cos'altro ti piace di me?"

I tuoi soldi.

"Beh," La sua lingua si poggiò sul palato, "mi piace quando sorridi e le tue fossette escono," ridacchiò tra se e se al pensiero di quanto sembrasse più giovane quando sorrideva in quel modo, "e mi piace il modo in cui porti i tuoi capelli dietro l'orecchio quando ti infastidiscono."

Era dolce. Poteva ammetterlo. Aveva notato queste piccole cose di lui nel piccolo periodo della loro relazione, cose di cui le piaceva prendere nota. Stephan era simile; aveva piccole abitudini che lo rendeva adorabile. Carmen era sempre molto attenta a quello che la circondava e alle persone a cui permetteva di esserle attorno. Trovava che notare i piccoli dettagli rendeva tutto più interessante.

Ace [h.s.] Italian translationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora