Harry grugnì con le chiavi in mano, la sua visione era leggermente sfocata a causa dei bicchieri di champagne che aveva inalato tutta la notte. L'alcool frizzantino era stato l'unica cosa gli aveva impedito di implodere tra i volti familiari. Aveva fatto del suo meglio per restare all'angolo e nascosto, ma parenti lontani e persino persone con cui non aveva rapporti, erano riusciti a invadere la sua bolla personale. È per Gemma, aveva ricordato a se stesso molte volte. Era l'unica ragione per cui era rimasto.
Il suo telefono era morto proprio dopo aver mandato il messaggio a Carmen, dicendole che sarebbe stato a casa per le 11:30, e dopo di quello aveva perso la traccia del tempo. Sperava che non fosse arrabbiato con lui quando aprì la porta e entrò nell'appartamento. Le luci erano spente, l'oscurità lo avvolse, spinse l'interruttore sul muro per illuminare il soggiorno. Lanciò le scarpe, mormorando sottovoce che non avrebbe mai più bevuto champagne, poi scrollò le spalle dal cappotto.
"Piccola?" La chiamò, i suoi piedi colpivano il pavimento mentre si faceva strada nel corridoio. Il tranquillo suono di un respiro echeggiava tra i muri, come una melodia triste. Aprì la porta della sua stanza e rimase in piedi vicino il telaio. Anche se essendo buio, le luci della strada che penetravano dalla finestra furono abbastanza per riuscir a vedere il corpo di Carmen tra le lenzuola. Era rannicchiata nel suo cuscino, le onde dei capelli erano attorno a lei, come dei petali scuri in un fiore. La sua camicia era appesa sul suo corpo, le cosce cremose erano praticamente luminose nell'oscurità.
"Carmen?" La sua voce era morbida, per non disturbare il silenzio pacifico che la avvolgeva. Il suo corpo si spostò nelle coperte e presto un paio di occhi scuri, avvolti di rosso, lo trovarono.
"Hey." Parlò. La sua voce sembrava cruda e morbida, come se le facesse male parlare, "Sei appena tornato?"
"Si. Ti dispiace se accendo le luci? Devo cambiarmi." Un piccolo accenno con la testa fece capire a Harry che andava bene, così spinse la luci e la stanza s'inondò di un bagliore fioco. Ora, poteva vederla chiaramente; il rosso dipinto sulle sue guance, il pallore nelle sue labbra, lo sguardo pensieroso nei suoi occhi scuri. Aggrottò la fronte.
"È tutto okay?" Harry le chiese con cautela, non togliendo lo sguardo da lei anche mentre cercava una tuta nell'armadio.
"Sì, certo." Portò la mano sugli occhi, "Stavo solo guardando un film terribilmente triste, ma sto bene." Fece un piccolo sorriso, il sorriso più falso di tutti. Era il tipo di sorriso in cui le labbra tremano, come se le facesse male a tener lontana la tristezza sepolta dentro.
Harry bisbigliò in risposta, scettico, siccome non era solito che Carmen piangesse per una cosa banale come un film. Entrò con le gambe nella sua tuta, tenendo sempre lo sguardo su di lei, tirandoli su fino a che non si adattassero ai suoi fianchi. Sbottonò la sua camicia e la lasciò cadere sul pavimento, vicino ai suoi piedi.
"Di cosa parlava il film?" Salì sul letto e avvolse il braccio attorno alla sua vita. Carmen fece del suo meglio per non abbandonarsi al suo tocco, che ora sentiva freddo e lontano. Le sue dita scivolarono sotto la sua camicia, sul suo corpo, e accarezzò la sua pelle sua gabbia toracica. Distolse lo sguardo da lui.
"Era solo uno stupido film romantico. Stupido, davvero. Com'è stato il matrimonio? Deve esserti piaciuto per essere restato così tanto." Cercò di cambiare argomento e funzionò, badando a come l'argomento delle sue lacrime si dissipò dalla sua mente.
"È stato molto meglio di quanto credessi." Ammise, con le dita ancora danzanti sulla sua pelle morbida, "Ma avrei preferito passare la notte con te."
"Perché non l'hai fatto allora?" Le sue parole avevano un bordo affilato, e Harry sentì la loro puntura proprio come Carmen voleva.
"Hai detto che sarebbe stato un bene per me andare lì." Le ricordò dolcemente, con le dita più in alto della vita. Spostò il suo corpo più vicino al suo, il petto si avvicinò alla sua schiena e stabilì il suo viso nell'incavo del suo collo. Le sue labbra si divisero e respirò caldo sulle sua pelle, abbastanza per farle desiderare di più.
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Ace [h.s.] Italian translation
Fanfic«Mi piace una donna che riesce a battermi al mio stesso gioco.» * Ci tengo a precisare che questa storia non è mia. Ho avuto il permesso dalla scrittrice di tradurla. All Right Reserved to @highstylin, 2015.