No Control*

2.9K 79 2
                                    

Il vapore caldo si sparse sulle labbra di Styles quando si avvicinò alla sua tazza. Le sue gambe erano stese sotto il tavolino, le caviglie erano incrociate e la sua schiena era appoggiata contro il divano in pelle. La tazza era calda contro il palmo della sua mano ma lui sembrava non darci peso, prendendo dei grandi sorsi del suo tea, lasciando che il liquido bollente scendesse giù per la sua gola. Lo faceva rilassare e scaldare,  una sensazione molto diversa da come si invece si sentiva; era nervoso, era stato seduto in solitudine per due ore, aspettando e aspettando.

Harry ne aveva bisogno. Un momento per dimenticare le emozioni estranee e travolgenti  che si erano infiltrate nel suo cuore apatico. Aveva bisogno di un momento per lasciare che il tea inondasse la sua mente, un leggero ronzio che vibrava nel suo petto.
Amava il sapore alle erbe, da quando aveva memoria.
Ricordi di sua madre lo accompagnavano sempre, immagini dei suoi occhi dolci e il suo sorriso gentile non fallivano mai nel farlo sorridere anche il minimo.

A lui mancava. Non voleva ammetterlo a se stesso, ma erano passati anni da quando avevano parlato, anche per telefono, e lo faceva infuriare il fatto che lei non avesse mai avuto il tempo di contattarlo dopo la morte di suo padre. Harry non poteva far a meno che sentire come se lei non sopportasse guardarlo oramai, come se, guardandolo, lei avrebbe visto gli occhi smeraldo e i lineamenti di suo marito. Inoltre sua madre, molto probabilmente, lo incolpava  per l'accaduto. Non che non fosse da incolpare, certo, ma non gli aveva dato neanche una possibilità per spiegarsi.

Harry non aveva nessuno, in realtà. In parte era anche perché era testardo. Molte volte era rimasto a fissare il contatto sullo schermo del suo telefono, volendo chiamare sua madre o sua sorella solamente per sentire le loro voci familiari ancora una volta, ma poi si ricordava che se l'avessero voluto vedere, avrebbero potuto fare qualcosa a riguardo.

E comunque, Harry Styles non aveva bisogno di nessuno.

"Meglio solo..." Mormorò a se stesso, allontanando le labbra dalla tazza e poggiandola poi sul tavolo. Quante altre volte ancora l'avrebbe ripetuto a se stesso? Non lo sapeva; molto probabilmente l'avrebbe ripetuto ancora e ancora , fino a che non sarebbe diventato vero.

La verità era che, Harry odiava stare solo. Ecco perché aveva investito in The Wild Things, un club dove poteva tenere occupata la sua mente osservando le persone e giocando a poker. Così avrebbe potuto guardare gli uomini giocare, e inoltre avrebbe potuto criticare la loro mancanza di competenza nello scegliere le ragazze. Era qualcosa in cui Harry era bravo in modo naturale, con il suo fascino seducente e il suo essere così attraente; le donne sembravano essere incantate quando era nelle vicinanze. Lui l'amava. Amava il modo in cui riusciva a predare le loro vulnerabilità. Il suo ego sarebbe cresciuto ogni volta che avrebbero balbettato, i suoi occhi si sarebbero spalancati con desidero.

Ma queste donne non avrebbero mai riempito il vuoto.

Ecco perché Carmen era così diversa.

Con lei, lui sentiva come se non ci fosse abbastanza tempo. Lei riusciva a intorpidire la punta delle sue dita, tutto il calore del suo corpo inondava il suo cuore (e il suo pacco). Lei faceva un'incantevole effetto su di lui, in qualche modo riusciva a fargli sembrare tutto più interessante.

Lei riusciva a far sembrare la vita più interessante.

Lui voleva soddisfarla, farle avere tutto quello che desiderava. Harry voleva vederla sorridere, vedere i suoi perlati denti bianchi, e voleva essere la ragione per questo. L'unica ragione.

Voleva baciarla, ogni dannato centimetro di lei, dal lato delle sue labbra rosso rubino fino alla pelle tra il suo fianco e l'osso pubico. Voleva farla contorcere dal piacere e provocarla. Ma più di tutto, Harry voleva prendersi cura di lei. Confortarla.

Ace [h.s.] Italian translationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora