Too Close

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C'erano stati pochi momenti nella vita di Carmen Vicino in cui era rimasta senza parole.

Questa era una di quelle volte.

Poteva elaborare appena la visione davanti a lei.

I suoi occhi erano spalancati, tremolanti mentre guardava suo padre inginocchiato sul pavimento e il suo amore, che la guardava con la sua stessa intensità. Il silenzio si era stabilito nel piccolo del spazio della stanza, un silenzio così assordante che Carmen avrebbe voluto coprire le orecchie con le sue mani e urlare. Non sapeva cosa fare, per la prima volta nella sua vita sentiva come se si stesse rompendo in pezzi indefinibili.

Harry, e suo padre. Una pistola e un uomo con gli occhi quasi neri, che la fissava intensamente. Non poteva pensare al fatto che Harry fosse nel posto che lei gli aveva tenuto lontano. Le suole dei suoi costosi stivali erano sul pavimento su cui una bambina di otto anni si era inginocchiata, piangendo con suo padre sdraiato sul divano. Era dentro le vere mura da cui aveva cercato di scappare per tutta la vita.

Le narici di Harry si spalancarono per far uscire un respiro profondo che aveva trattenuto sin dal momento in cui era entrata dalla porta. Il suo corpo era teso, le sopracciglia unite insieme, formando un trattino tra di loro. Nella sua testa stavano correndo una moltitudine di domande, non si fidò della sua voce per gestire le parole. Crook, che era accanto a lui, era confuso dalla tensione nella stanza, ma iniziò a mettere i pezzi insieme quando guardò il suo amico e la donna immobile vicino alla porta.

"Che ci fai qui?" Harry fu il primo a parlare, la sua voce bassa penetrò il silenzio pendente. La sua lingua scivolò fuori per inumidire le labbra, che erano diventate secche. Guardò come un lampo di paura passò nell'abisso degli occhi di Carmen, lei invece guardò suo padre brevemente.

Avrebbe potuto mentire.

Avrebbe potuto inventare qualche spiegazione per cui fosse lì, forse iniziare a piangere nel collo di Harry e poi fare l'amore per tutta la notte, così che potesse dimenticare cosa era appena accaduto. Lui le avrebbe creduto come aveva sempre fatto, poiché acciecato dall'amore e dalla lussuria o da qualsiasi cosa provasse per lei (non ne era più sicura oramai), e Carmen avrebbe potuto continuare con il piano che aveva fin dall'inizio.

Ma qualcosa in lei, in quel momento, afferrò le bugie e le trascinò giù per la gola, dove sarebbero restate.

"Io vivo qui." Rispose sussurrando, così forse la confessione non sarebbe stata ascoltata. Le mani le tremavano giù per i fianchi, le lacrime minacciavano di uscire dai suoi occhi. L'aria nei suoi polmoni le venne rubata, la gola era contratta e le rendeva quasi impossibile respirare. Avrebbe voluto scappare via, ma non poteva; doveva restare lì  e sopportare.

La faccia di Harry cadde in confusione quando registrò le sue parole. Di tutte le cose che si aspettava che dicesse, questa non era una di quelle. Sospirò, annuendo con la testa lentamente mentre faceva del suo meglio per restare calmo.

"Vivi qui..." Ripeté le sue parole, "Quindi è qui dove vivi, ora?" Le domandò, la sua voce era stabile e il suo respiro controllato, nonostante il fatto che la sua mente stesse ancora afferrando la situazione, "Dopo l'appartamento di Stephan, sei venuta qui?"

Fece una smorfia quando il nome di Stephan uscì dalle sue labbra.

Carmen non rispondeva, i suoi occhi lo guardavano in modo assente, i suoi pensieri erano altrove.

"Carmen, conosci quest'uomo?" Chiese Harry gentilmente quando lei non gli rispose. Mosse la fine della sua pistola contro Coranza, che scattò al movimento improvviso. Le lacrime scendevano per le guance di Carmen rapidamente ora, le sue mura stavano finalmente crollando davanti agli occhi di Harry. La vista  di Carmen, gli colpì dolorosamente il petto, e combattè l'impulso di far cadere a terra la pistola e stringerla tra le sue braccia, sussurrandole parole dolci nelle orecchie e seppellire la sua testa nei capelli.

Ace [h.s.] Italian translationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora