Fair Game

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Le sue ginocchia erano piegate, i capelli scuri erano sparpagliati sul tessuto in pelle, il corpo accovacciato sul divano. I suoi occhi, annoiati, erano fissi sul grande schermo della televisione, c'era un programma tv a caso. Non stava prestando molta attenzione però, la sua mente era trasportata dall'impazienza e... eccitazione?

Lanciò un occhiata all'orologio sul muro, leggendo per la decima volta nell'ultimo minuto, come se guardandolo avesse riportato Harry a casa più velocemente. Il suo stomaco era pieno di una sensazione strana, e non potè fare a meno di preoccuparsi. Era sdraiata lì mentre lo aspettava, i suoi capelli arricciati alla perfezione sulle sue spalle, e una delle sue larghe camicie era appesa sulla sua piccola figura. L'unico abito che l'adornava era il pizzo nero nella sua parte inferiore. La sensazione di doversi truccare e sistemare i capelli non passava inosservata. Voleva essere perfetta per lui, così tanto che stava diventando nervosa. Aveva tracciato la linea spessa di eyeliner sopra l'occhio tre volte, pulendosi perché non era dritto abbastanza o spesso abbastanza, e poi la quarta volta finalmente l'aveva lasciato. Sembrava che il tremolio ansioso della sua mano aveva reso la sua cosmetica una sfida.

L'ultima volta che si era sentita così aveva sedici anni. Innocente e giovane e non ancora corrotta dalla durezza della realtà. Sembrava una vita fa, quando era ancora alle superiori. Era la notte in cui aveva perso la sua verginità, e riusciva a ricordare appena il modo in cui il suo stomaco svolazzava nervosamente a quelle mani che l'avevano toccata dove nessuno era mai stato prima.

"Ho bisogno di un drink." Mormorò a se stessa quando il programma tv che stava guardando finì. Tutto questo nervosismo e lo svolazzamento alla fine del suo stomaco – questo non era Carmen Vicino.

Le dava la nausea.

Si alzò dal divano e si fece strada verso la cucina, le suole nude dei suoi piedi toccavano il pavimento in marmo. Appoggiata sulle dita dei piedi, cercò in una delle credenze, sorridendo trionfante quando i suoi occhi si posarono sulla bottiglia di scotch. Il suo braccio si allungò per raggiungerlo, le sue dita arrivavano appena al vetro. Sbuffò infantile in frustrazione, salendo sul bancone, cercando di raggiungerlo di nuovo, la lingua poggiata sul suo labbro in concentrazione, e le sopracciglia abbassate. La sua mano afferrò la bottiglia, ma si avvicinò leggermente,  facendola quasi cadere.

"Ehi."

Quasi urlò quando due mani si posarono sui suoi fianchi improvvisamente. Il suo corpo venne rimosso dal bancone, un braccio si agganciò sotto le sue cosce, l'altro attorno alle sue spalle, tenendola vicina a un caldo e grosso petto.

"Quando sei arrivato?" Sbattè le palpebre, guardando verso la mascella e gli occhi divertiti del suo rapitore. Le sue braccia erano avvolte attorno a lui mentre continuava a reggerla, le sue mani toccarono i piccoli ricci sulla nuca del collo.

"Tipo ora." Le sue labbra si incurvarono quando la guardò, "Eri troppo presa da quella bottiglia per notarlo."

"Oh."

Qualcosa sembrava diverso in lui quando lo guardò in viso, come in trance. Le sue pupille erano così spalancate che poteva essere visibile solo un anello di verde smeraldo. La sua pelle era più flessibile sui suoi zigomi, dandogli un aspetto stanco e inaspettato.

Lei aggrottò la fronte, alzando la mano per raggiungere i lati della sua faccia, la morbida barba pizzicò il palmo della sua mano. Carmen non sapeva perché, ma sentiva il bisogno di alleviare il suo stress. Non voleva che sentisse nulla che non fosse piacere e contentezza.

"Come sono andate le riunioni di lavoro?" Chiese lei, la sua voce era lieve mentre accarezzava la sua guancia. Harry quasi fece le fusa al suo tocco, la freddezza nella sua mano risvegliò ogni nervo nel suo corpo, e la morbidezza gli faceva venire voglia di cadere in un sonno profondo tra le sue braccia.

Ace [h.s.] Italian translationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora