Prima che la mia mente riesca a processare quello che sta succedendo la ragazza si getta, come farebbe un leone a pochi passi da un facile preda, sul secondo uomo che cade e urla.
Non mi sono mai definito un codardo, ma tutto ciò che è appena successo getta la mia mente nel panico totale e sapendo che in futuro mi pentirò di quello che sto per fare, indietreggio e scappo.
Corro più veloce che posso, cercando un posto abbastanza affollato e fortunatamente so di trovarmi nelle vicinanze del pub dove vado di solito quindi, nonostante i dolori causatomi dallo scatto che ho fatto per scappare, accelero e quando il mio sguardo coglie l'entrata del pub e alcune persone che stanno fumando una sigaretta, rallento e cammino girandomi per guadare se qualcuno mi sta seguendo e trovandomi ad osservare la strada deserta.
Proprio mentre sto per entrare urto con la spalla, una ragazza stretta tra le braccia di un ragazzo. Lui è appoggiato allo stipite della porta ed entrambi rendono abbastanza difficile il passaggio per i clienti.
<<Londra è grande, trovatevi un altro posto!>> Borbotto seccato.
<<Lo stipite per caso ti appartiene?>> Chiede una voce femminile e, per come sta andando la mia serata, fastidiosamente familiare.
Quando mi giro per guardare in viso la ragazza che mi ha risposto, chi mi potevo trovare davanti se non Josephine? A questo punto lascio andare la maniglia della porta che stavo cercando di aprire e mi concentro sulla coppietta composta da un povero scemo e la ragazza con cui vado o forse meglio dire andavo a letto.
<<Josephine ma che sorpresa trovarti qui,>> esclamo indossando uno dei miei sorrisi più falsi <<questo deve essere tuo padre giusto?>> Chiedo retorico.
<<Harry,>> inizia cercando di ricomporsi <<non mi aspettavo di trovarti qui stasera.>> Continua con la voce più suadente e melodiosa che io abbia mai sentito. Troppo tardi Josephine.
<<Nemmeno io di trovarti qui in comportamenti così intimi con tuo padre!>> Rispondo cercando di non perdere la calma, ma comunque digrignando i denti ad ogni sillaba.
<<Harry->> cerca di parlare di nuovo, inventandosi probabilmente una penosa scusa su come i suoi genitori abbiano forse perso il treno per arrivare in città e in un momento di confusione quel cretino che ora alterna lo sguardo tra me e la ragazza che probabilmente avrà etichettato come la mia fidanzata, sia assomigliato a me.
<<Cancella il mio numero. Saluti.>> Dico troncando l'interessante la conversazione, aprendo poi finalmente la porta del pub.
Muovo qualche passo, trovandomi davanti il barista che aspetta di sapere cosa voglio e il bancone di legno scuro a dividerci.
<<Una media bionda, grazie.>> Ordino gentilmente, lasciando cinque sterline sul bancone.
Do un'occhiata in giro, vendendo solo facce che vedo tutti i venerdì ma con cui non ho scambiato mezza sillaba. C'è la tipica atmosfera da pub inglese il venerdì: caotico, musica in sottofondo, tv che trasmettono incontri sportivi il tutto profumato dall'odore di fritto e birra.
Il barista lascia il bicchiere traboccante della bevanda dorata accanto al gomito che ho appoggiato sul bancone e ritira i soldi.
Continuo ad osservare la sala piena di persone, tutte dall'aria felice, soffermandomi poi su due figure vicino alla porta. Sono Josephine e il tizio che sta avendo la serata forse peggiore della sua vita: le bocche ora, sono impegnate in un acceso dibattito, probabilmente riguardante la mia interruzione di poco prima. Il vetro che c'è tra me e la coppia ferma tutte le parole, ma sinceramente è molto più divertente guardarli gesticolare e notare il mutare delle loro espressioni.
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Almost Damned || H.S.
FanfictionIl bianco diventa nero Il bene diventa male Un demone nasce Un'anima cade Si può salvare un'anima che, spaventata dalla morte ha scelto la dannazione? Nelle tenebre c'è sempre uno spiraglio di luce? Perché la gente combatte battaglie perse in parten...