Quando il buon giorno si vede dal mattino

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Oggi è il mio primo giorno di lavoro nel nuovo ufficio, sono stata trasferita dalla filiale di San Francisco a quella di New York

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Oggi è il mio primo giorno di lavoro nel nuovo ufficio, sono stata trasferita dalla filiale di San Francisco a quella di New York.

Mi chiamo Gwenelle, organizzatrice di eventi, il mio nome è di origini bretoni e significa Angelo Bianco. Anche se secondo me su in cielo non esiste un angelo veramente paziente che si occupi di me ( perché con me ne occorre veramente molta di pazienza).

L'altra sera ho guardato un documentario, parlava dei gatti, ma in particolar modo di quando vanno in calore. Ora a parer mio esistono due tipi di gatte: quelle che in calore ci vanno due volte l'anno e quelle che in calore ci sono tutto l'anno, 365 giorni su 365, 24 ore su 24. Un sindacato con loro muore non fanno mai sciopero!

Comunque tornando a noi sta mattina mi sono svegliata presto per essere perfetta ed arrivare puntuale, così da fare una bella impressione. Ma le mie speranze sono andate in frantumi.

Mi sa che per andare a lavoro dovrò prendere un taxi visto che ho una macchina parcheggiata davanti al mio garage, non ho tempo per chiamare il carro attrezzi e aspettare la rimozione arriverei in ritardo a lavoro! E non ho intenzione di fare un regalo alla Signorina Cassidy, la stronza delle risorse umane! Al pensiero di quella donna mi torna in mente il documentario dell'altra sera, altro che gatta morta quella ne è la regina!

E poi perché si dirà gatta morta, se di morto non hanno proprio nulla? Anzi!

<<TAXI!>> Gesticolo ma il taxi non si ferma, decido di incamminarmi nel tentativo di avvistarne un altro, come lo vedo grido nuovamente <<TAXI!>> questa volta gesticolo animatamente muovendo le braccia stile le oche quando starnazzano nell'aia e finalmente si ferma.

Mi dirigo verso la portiera della macchina quando un uomo alto, giovane e dai capelli ondulati e biondo-bruni sale sul mio taxi, presa di collera afferro la portiera per impedirgli di chiuderla e gli grido contro: MA COME SI PERMETTE! QUESTO TAXI L'HO CHIAMATO IO! AL POSTO DI RUBARE TAXI PERCHE' NON SE NE CHIAMA UNO LEI!?

<<Non mi ero reso conto che lo avesse chiamato! Mi scusi! Potremmo dividere il taxi! Dove deve andare?>>

<<Dividere il taxi? Lei è un arrogante, mi offre ciò che è mio! Vada al diavolo! Prenderò il tram!>> e sbatto la portiera, oggi non me ne va una bene, forse ho un tantino esagerato, ma la frustrazione in questo momento sta toccando picchi inesplorati.

Maledizione arriverò in ritardo, ci tengo al mio lavoro, volevo fare bella figura! Ma mi sa che ci devo perdere le speranze. Quando qualche giorno fa sono andata a presentarmi, ho notato che non ero piaciuta alla responsabile delle risorse umane e mi sa che mi starà col fiato sul collo! Quella stronza troverà qualsiasi cosa come un pretesto per dammi addosso. Ma la frustrazione non si limita al lavoro. Nuovo lavoro, nuova casa, nuova città, nessun amico, nessun conoscente, prima volta da sola in una casa. Ho pensato che quest'ultimo non sarebbe stato un problema visto che durante i cinque anni di università avevo vissuto fuori casa dei miei, ma ora mi rendo conto che non avere neanche una coinquilina con cui vedersi e parlare a fine serata mi abbatte un po'.

Come sabbia di ClessidraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora