04|F o u r t h

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Park Chanyeol da quando aveva schiuso gli occhi qualche settimana fa, iniziò a trovare la realtà più complicata, più pesante e dolorosa, difficile da affrontare.
Sembrava proprio una ferita infetta che non si decideva a guarire, provocando un sottile bruciore.

Per Chanyeol ormai la realtà era triste e monotona, dai colori freddi o forse peggio delle monocromatiche scale di grigio.
Era totalmente passato dall'essere troppo iperattivo, dall'amare troppo l'adrenalina al restare fermo, stanco, bloccato in un qualcosa che lo faceva sentire totalmente fuori posto.

E quel giorno piovoso si ritrovava a tenere l'ombrello giallo sgargiante in una mano e una busta contenente del ramen nell'altra, Chanyeol tornava a casa, al proprio appartamento che condivideva con Sehun; e il gigante sapeva, ne era certo che entrando in quel preciso istante da quella porta avrebbe interrotto uno dei pochi momenti romantici con Luhan.
Ma Chanyeol non poteva farci nulla, in quell'arco di tempo non riusciva minimamente a tollerare momenti smielati o quant'altro.
E si comportava da egoista, forse il dolore e la costante solitudine lo avevano trasformato davvero in un ammasso egoista di carne ed ossa senz'anima.

Prese le chiavi e lentamente aprì la porta, ma stranamente non sentì la voce di Luhan, ma riconobbe il flebile suono del televisore sintonizzato su un programma d'intrattenimento mentre sentiva l'impercettibile rumore delle patatine venire sgranocchiate voracemente.
Allora camminò verso il salotto, constatando che effettivamente - e miracolosamente Chanyeol osò pensare - Sehun fosse da solo, semidisteso sul divano e spensierato.

Per un attimo invidiò il suo migliore amico, sempre con la mente leggera mentre lui si sentiva un peso costante, una figura dai tratti consumati e taglienti, con gli occhi vitrei e la voce totalmente mancante di tono.

In silenzio si sedette al fianco dell'altro, puntando lo sguardo verso il pavimento mentre i gomiti restavano poggiati sulle ginocchia e le mani continuavano a torturarsi a vicenda, nervose.

Sehun alzò velocemente lo sguardo, iniziando a squadrate per bene la figura dell'amico per poi sospirare, sbattere le palpebre e schiudere le labbra.

Chanyeol

Il gigante quasi saltò sul posto, irriggidendosi non appena sentì la voce dell'altro.

“Cosa c'è, Sehun?”.

Quand'è che ti deciderai a dirmi cosa diamine ti succede?”.

Chanyeol da ormai bravo attore il quale era diventato, si finse sorpreso, pieno di domande, fingendo di stare bene, alla grande.

“Non capisco cosa intendi, non mi succede un bel niente”.

Sehun rilasciò uno sbuffo divertito mentre si passava una mano sul viso disperatamente, poi si avvicinò all'altro e gli toccò una spalla.

Chanyeol, ascoltami”.

Ci fu silenzio da quel momento in poi.
Chanyeol non riuscì più a proferire parola, a ribattere al tono di voce stanco e preoccupato dell'altro, ma dentro di se in quell'istante iniziò a bruciare tutto, le budella si contorcevano tra loro, aggiungendo ennesime orribili sensazioni a quelle già provate.
Mai Park Chanyeol si era sentito così di troppo, un peso così grande e una delusione per tutti.

Riprendi in mano la tua vita, torna ad essere lo Chanyeol che fino a qualche mese fa riusciva a sorridere, riusciva a divertirsi ed era vivo.
Davvero fa qualcosa, esci con qualcuno, magari con quel modello... Byun... Byun Baekhyun, si lui! Prova ad uscire con lui, divertiti, osa, sfrutta ogni tua opportunità, ma per una volta sii felice per davvero”.

“E-Essere felice?”.

Ma la domanda che balenava sempre nella mente di Chanyeol era sempre la stessa, ricorreva sempre, ad ogni secondo della giornata.

Un cuore distrutto e morto può essere felice?

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REALITY - chanbaek (#wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora