Chapter 2. Meghan

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Non mi aspettavo di avere un corso in comune con Wendy, invece eccoci sedute al terzo banco al corso di chimica. La professoressa entra in classe e intima a tutti di far silenzio. Proprio mentre sta per iniziare la lezione qualcuna bussa alla porta. Tutto quello che vedo sono lunghi capelli neri.

"Ho giá visto troppe cose nere per oggi."
"Ma se te ami il nero.."
"Shh.. Non mi pare questo il momento di parlare di colori preferiti."

Non so bene come, ma mi ritrovo quella chioma nera seduta vicino a me.
-Alice, piacere.- ci porge la mano. Wendy è la prima a presentarsi e lo fa anche per me. -Ehy mi so presentare anche da sola, non ho bisogno della mammina.- la informo offesa. -Invece si- replica lei -Perché non sei entrata alla prima ora?- domanda scrutandomi con i suoi occhioni color birra. -Te lo spiego subito il perché.. Ero in segreteria e c'era la fila, ho semplicemente chiesto a Lucia se poteva farmela saltare e un cretino ha iniziato a fare il superiore, ovviamente gli ho risposto e ho fatto tardi.- termino alzando gli occhi al cielo. - Ovviamente dovevi rispondere..- mormora Wendy per non farsi sentire -Ovvio che si- ribatto io sicura.
-Foster, Coleman e Adams volete continuare fuori la vostra animata conversazione?- ci chiede la professoressa irritata
-Ovvio che si, possiamo?- -No,ci dispiace- diciamo io e Wendy insieme, Alice che fino a quel momento era rimasta zitta ad osservarci battibeccare, scoppia in una fragorosa risata e i suoi occhioni blu, che non avevo notato prima, diventano un po' lucidi a causa delle lacrime. Continuo a guardarla, sono strani i suoi occhi, sono blu, il blu-celeste che di solito usano i bambini con i pennarelli per colorare il mare. Fanno un bel contrasto con i suoi capelli nerissimi.

***
Cazzo che fame, la mia pancia fa dei versi assurdi che Alice ripete con la bocca prima di ridere ogni volta. Siamo sedute ad un tavolo della mensa e stiamo aspettando Wendy che doveva andare in bagno. Come non detto arriva e si siede vicino ad Alice. -Menomale sei arrivata pensavo di morire di fame.- gli dico con aria sofferente e melodrammatica, la mensa sta diventando sempre più piena, i posti seduti ormai scarseggiano, e la fila al bancone del cibo si fa sempre più lunga -Non esagerare Meg, potevi benissimo mangiare, non mi hai mai aspettato e ora ti è venuta quest'idea... Cambiando discorso, parlaci di quel ragazzo che ti ha "importunato" in segreteria ..-
Mi chiede con sguardo curioso. Alzo gli occhi al cielo, è sempre la solita curiosa.
- Non c'è niente da dire, mi ha detto una cosa ed io ho semplicemente risposto... Poi aveva un amico accanto che continuava a ridere e ridere..- lancio un occhiata ad Alice, che mi fissa incuriosita anche lei. -Era tutto vestito di nero e..- continuo lasciando la frase in sospeso
Bello
Bello
Bello

- Eeee..???- dicono all'unisono le ragazze, sembrano stiano aspettando il resoconto della loro vita o i nomi dei loro nipoti -E stronzo. Ecco cosa era! Aveva una lingua lunga che non finiva più e ribatteva sempre.. Mi chiamava bambina, ci rendiamo conto? Ma chi si crede di essere.. - borbotto accontentandole - Stavi per caso parlando di me? Bambina?- chiede una voce bassa e roca che purtroppo riconosco subito, non mi ero accorta che fosse arrivato, e neanche avevo pensato alla possibilità di trovarlo in mensa -Guarda chi si rivede,senti mi sono messa qui per prendere gli ultimi raggi di sole estivi, se ti spostassi mi faresti un grande favore e comunque stavo solamente parlando di un ragazzo che mi ha importunato in segreteria, se poi ti senti chiamato in causa non sono problemi miei.- esclamo sicura. Il ragazzo ridacchia e si china per dare un bacio sulla guancia alla ragazza nuova -Ciao Ali, come è andata la mattina?- le chiede amorevolmente, la mia mascella potrebbe cadere in terra da un momento all altro. Aspetta, loro si conoscono. -Tutto bene fratellone, ho fatto amicizia.- A quel nome mi giro verso il tavolo dei giocatori di football e guardo Damon che scherza con i suoi amici, i suoi occhi non sono luminosi come una volta, scherza e ride ma non è sincero, ha una parte persa nei suoi pensieri, come se qualcuno gli avesse portato via qualcosa,ed io so perfettamente che è così. Poi mi rendo conto di quello che hanno detto e.. -Wowowowowowo.. tranquilli ragazzi, TU sei la sorella di questo troglodita?- chiedo alla mia nuova compagna di corso. Il ragazzo con i capelli a scodella riprende a ridere ed io mi accorgo della sua presenza. -Capelli biondi è bello vedere che ridi.. Perché te ed il tuo amico non ve ne andate a fare una girata?- chiedo curiosa e impaziente di poter mangiare -Mi chiamo Malcolm, e se ti diamo fastidio noi andiamo via, oppure rimaniamo qui... Sei simpatica ..ehmm..scusa non mi ricordo il tuo nome..-mormora imbarazzato grattandosi la nuca -Forse perché non tel'ho mai detto!- rispondo sarcastica, il ragazzo in nero schiocca la mascella come se fosse stufo. Stufo lui, mi viene da ridere. -Meghan basta fare la stronza e facciamo sedere questi ragazzi.- mi dice Wendy. Mi giro per fulminarla ma lei si sta già stringendo di più ad Alice per far entrare i due. Caso vuole che il coglione si sieda vicino a me e scodella bionda vicino a Wendy. -Allora bambina ti chiami Meghan.. Non mi sono presentato prima, l'ha fatto Malcolm e non mi piace quando qualcuno si presenta per me,sono Harold Coleman, fratello maggiore della bellissima Alice e presto capitano della squadra di football. - conclude porgendomi la mano, io la ignoro spudoratamente, gli altri stanno parlando per conto loro, non ascoltandoci: -Il capitano della squadra di football è Damon- glilelo indico con il mento senza degnarlo di uno sguardo -E sei un grandissimo egocentrico di merda se pensi di poter arrivare qui  all'ultimo anno e fare tutto quello che vuoi.- Con il suo solito ghigno sulla faccia riprende la parola -Damon mi lascerà il suo posto e presto lo occuperò io.- afferma sicuro, alzando di poco il mento, in segno di sfida - Conosco Damon e non penso che sarà così facile.- dire il suo nome mi fa venire una morsa allo stomaco, immagini di noi due da piccoli, che ci abbracciamo o giochiamo, di noi che litighiamo qualche volta, poi sempre di più, fino a non parlarci più, le sue braccia che mi stringevano nei momenti più duri, ed io mi ci aggrappavo come se fossero la mia unica salvezza. Tutto questo mi fa pensare al perché sia successo, il mio sguardo si perde nel vuoto e il respiro accelera.
Non qui. Non qui. Trattieni il respiro fino a 10 e rilascialo per 10 secondi. Aumenta fino a quando le lacrime non minacciano più di uscire e il respiro si regolarizza. Continuo a ripetermi. Mi alzo di scatto sapendo di non potercela fare. Sono consapevole di star peggiorando e non faccio niente per migliorare. -I-io d-devo andare, scusate.- scappo letteralmente dalla mensa, durante la mia fuga una mano mi afferra il polso invitandomi a fermarmi, il contatto fisico mi fa bruciare la parte del corpo toccata, strattono il mio braccio e continuo a correre verso il vecchio laboratorio di scienze, non facendo caso alla voce che continua a chiamarmi da dentro la mensa.


***

Commenti e stelline,babies.

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