Chapter 5. Meghan

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Il Red Walls non è cambiato di una virgola, appena entro l'odore di fumo mischiato a quello di alcool mi fa pizzicare il naso, nonostante ci sia abituata. Le pareti rosse e la luce soffusa mi danno un senso di oppressione, sto bene qui, ma a volte mi da la sensazione di soffocare. E' buffo come fuori sia ancora giorno ma qui dentro sembra notte inoltrata, sembra un altro mondo. Prima di entrare nello spogliatoio passo davanti all'ufficio di Tommy , lui mi vede e si alza -Hey Megh, bentornata, ti volevo avvertire che stasera ci saranno tante persone, è la prima serata della stagione, dopotutto- gli faccio un piccolo sorriso e alzo il pollice in alto per fargli capire che ho inteso. Appena entro nello spogliatoio inizio subito a liberarmi dei vestiti che mi si stavano pian piano attaccando alla pelle, questo posto è maledettamente caldo e anche se non apprezzo sono felice che la mia uniforme sia leggera. Indosso la maglietta nera striminzita e i pantaloni che mi fasciano le mie abbondanti curve, prendo una fascia rossa e la metto nei capelli per cercare di sudare di meno. Appena arrivo al bancone un cespuglio di ricci marroni mi si catapulta addosso stringendomi con tutte le sue forze e proprio quando sto per aprir bocca lui mi precede -Michael, non mi toccare lo sai che lo odio, spostati da me immediatamente- mi imita facendo una strana vocina -Ehi io non parlo così, e poi se già lo sai perché lo fai ogni maledettissima volta?!- lo fulmino con lo sguardo anche se sono contenta di rivederlo -Mi sei mancata tantissimo piccola Megh, ti ho pensato continuamente, anche mentre ero in spiaggia ad abbronzarmi. Oh mio Dio, ti devo assolutissimamente raccontare della vacanza a St.Thomas, allora alloggiavo in questo albergo bellissimo con vista mare, sono stato tutto il tempo in spiaggia a rilassarmi e a bere cocktail, ho fatto un sacco di amicizie e...- ed ecco che inizia a parlare, parlare e parlare, ma mi è mancato così tanto anche lui e non posso far altro che ascoltarlo, so che è fatto così, fortunatamente dopo 20 minuti in cui non ha mai chiuso bocca le persone iniziano ad arrivare e smette per andare a servirle. La serata passa bene, anche se è un pò prematuro dirlo a quest'ora, passo un cencio umido sul bancone e metto i bicchieri sporchi nella lavastoviglie. La porta fà il suo solito trillo di quando una persona arriva e io mi volto per vedere il viso dei miei nuovi clienti. Un ragazzo vestito completamente di nero entra seguito da altri che conosco molto bene. -Ciao Megh ho pensato di invitare tutti qui stasera per venire a trovarti, volevamo sapere se tu stessi bene e farti un pò di compagnia- mi saluta Wendy sedendosi su uno sgabello e spostandosi i capelli con disinvoltura, non posso non notare che tutte le ragazze presenti in sala si siano girate per guardare Harold e chiacchierare tra loro, lanciandogli occhiaie maliziose. I ragazzi mi salutano e si siedono anche loro, Alice mi manda un bacio volante. Mi avvicino per chiedere le ordinazioni visto che con la musica che esce dal jukebox dietro di me non riesco a sentire bene. Saluto tutti, e mi annoto ogni drink poi arrivo a lui, e mi domando come ho fatto a non accorgermene prima visto che è seduto vicino alla mia migliore amica -Damon volevi qualcosa da bere?- chiedo senza scompormi molto, anche se dentro sto morendo, lui mi guarda dritto negli occhi e posso notare una scintilla di qualcosa, ma io non lo so, non sono brava a leggere le persone dagli occhi -Una birra, grazie- la sua voce quasi gentile mi fa sussultare e guardo da un altra parte per non farlo notare, mi giro e preparo tutto quello che mi hanno chiesto. Dopo circa trenta minuti le persone iniziano ad andare via e mi posso appoggiare al bancone sfinita e con i piedi indolenziti per parlare un pò con le persone che sono venute per farmi compagnia. Mentre chiacchieriamo noto che Harold, Damon e Malcolm discutono di moto come se si conoscessero da una vita ed è veramente strano, poi Michael si avvicina e mi abbraccia poggiando le mani sui miei fianchi, non faccio in tempo a spostarmi che sento una voce borbottare -Lasciala, odia il contatto fisico.- è stato mio fratello, e appena connetto mi stupisco perchè non so come faccia a saperlo visto che non gliel'ho mai detto, mi giro verso Harold e noto che ha le mani a pugno, strette così forte da far diventare le sue nocche bianche. -E ora chi se te?- eccolo che parte, il solito e arrogante ragazzo dagli occhi neri -Non iniziare- Lo avverto puntandogli un dito contro, lui mi guarda male e si gira dalla parte opposta. Intanto io mi sposto dalla presa di Michael e mi iniziano a prudere le mani, e le braccia, e i fianchi. Corro immediatamente dentro il bagno e sento la sua presa ancora salda su di me, inizio a grattarmi in tutto il corpo, non ho niente, ma sento il fuoco dove mi ha toccato, gratto ancora più forte quelle parti, mi stanno diventando sempre più rosse e so che non andrà via presto. Le lacrime iniziano a scendere bagnandomi le guance e qualcuno bussa alla mia porta -Occupato- cerco di dire senza far capire che sto piangendo -Megh sono io, Harold, apri- apro il rubinetto e mi lavo le parti dove mi dà più fastidio, -V-vattene arrivo subito- forse capisce che qualcosa non va perché la risposta non è quella che mi aspettavo, o comunque quella che mi hanno detto solitamente gli altri, quando ho chiesto loro di andarsene -Se non apri immediatamente questa porta sarò costretto a buttarla giù, e sai che ne sono capace- il suo tono mi fa capire che è arrabbiato e continuando a strofinarmi le parti bollenti gli apro la porta. Lui entra come una furia, io vado al lavandino per continuare quello che stavo facendo prima. Rimaniamo così per dieci minuti abbondanti, io continuando a lavarmi e lui guardandomi in silenzio -Perché? Cosa stai facendo?- mi chiede calmo, come se avesse paura che lo potessi cacciare da un momento all'altro -Io..Lui.. Mi ha toccato e poi io mio fratello.. e io non posso.. e lui me lo ha fatto notare..- mormoro cose senza senso, le lacrime non smettono di scendere e inizio a lavarmi con più forza, non ho mai pianto davanti a nessuno e so che di questo mi pentirò appena sarà finito tutto -Acqua- riesco a dire, lui esce e rientra immediatamente con un bicchiere pieno, io mi siedo in terra e Har fa lo stesso, sempre mantenendo una certa distanza. Poi, prendo le goccioline nella tasca del mio grembiule rosso e ne butto alcune nel bicchiere, dopo, lo bevo disperatamente. Chiudo gli occhi, e poggio la testa sulle mattonelle fredde del bagno, lui non dice niente ma so che mi sta guardando. -Cosa hai preso?- mi domanda appena le gocce iniziano a fare effetto, come se lui sapesse quanto tempo doveva aspettare prima di parlare -Medicina- mormoro con la voce impastata dal sonno -Mi rilassano- e mi addormento, perché forse ne ho prese troppe, ma prima sento lui che mormora -Ti stordiscono altro che ti rilassano- poi sento un corpo che si avvicina a me ed una mano che mi accarezza i capelli, e non mi sposto, perché non ce la faccio o forse perché non voglio.











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Harold così premuroso..

Al prossimo capitolo,

Commenti e stelline, babies.

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