Chapter 1. Meghan

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La porta si apre e si chiude velocemente, il sole entra compleatamente nella mia stanza illuminandola, le coperte mi vengono levate violentemente, facendo in modo che il ghiaccio inizi ad accarezzare le parti scoperte del mio corpo e la voce della mia migliore amica inizia a riempire la stanza.
-Maledizione Meg, alza il tuo culone dal letto che è tardi.- Non degnandola di una singola parola e con ancora gli occhi chiusi tasto il cuscino vicino a me e prendo il telefono per controllare l'orario. L'alta luminosità rimasta dalla sera precedente mi acceca ed emetto un basso grugnito. Mi acciglio quando noto l'orario. -Cosa cazzo ci fai alle 7:30 di mattina a casa mia Wendy Adams?- le chiedo con voce roca. La mia migliore amica mi fissa accigliata con i suoi occhi color birra: -Testa di ravanello, elimina il camionista che è in te e preparati che oggi è il primo giorno di scuola.- mi scappa una breve risata per come mi ha chiamata, conosco Wendy da quando avevo 6 anni e non le ho mai sentito pronunciare una parolaccia. Poi realizzo cosa ha appena detto e salto seduta come una molla -Il terzo anno.- mormoro -Oh si cara mia, proprio il terzo anno. Ti ripeto per l'ultima volta di andare a sistemarti se vuoi bearci della tua presenza almeno il primo giorno di scuola. Ti ho preparato già i vestiti. Muoviti!- Le schiocco un occhiataccia e con la velocità di una lumaca addormentata mi muovo verso il bagno. Il mio riflesso mi costringe a fare una smorfia, mi pettino i capelli biondissimi e mi lavo il viso. Le mie occhiaie sono un chiaro indizio di cosa faccio la notte, vorrei farmi una doccia ma notando l'orario cambio immediatamente idea.

Quando scendo in salotto trovo la ragazza ,che odierò per il resto della mia vita per avermi svegliato, vicino al tavolo, con il mio zaino in mano e già pronta per andare, che parla con mio fratello. -C'è una riunione qui?- domando sarcasticamente. La mora sussulta e si gira verso di me -Oh Meg, non ti avevo visto.- dice con un tono di voce più civettuolo del solito. Inarco le sopracciglia: - Oh di questo me ne ero accorta.- mormoro a bassa voce, ma non abbastanza per far sì che non mi senta, costringendola ad abbassare gli occhi. -Cosa facciamo qui? Andiamo o la saltiamo?- continuo.

-Si andiamo, andiamo. Ciao Dam, ci vediamo a scuola.- le sorride lei. Io prendo le mie cose e esco, senza salutare nessuno, senza ascoltare la risposta di Damon che augura buona giornata. Anche a me. Monto in macchina,accendo la radio mettendola al massimo del volume ed esco dal vialetto. Wendy dove cazzo sei?

***
Dopo aver bevuto il mio caffè, io e Wendy ci incamminiamo verso la scuola. La Los Angeles High School si erge davanti a noi, con i suoi soliti colori. Il cortile è gremito di studenti eccitati di rivedersi, che si raccontano delle vacanze appena finite. Il cielo è di un azzurro splendente, neanche una nuvola è venuto a fargli visita, anche se è presto il sole inizia a riscaldarmi le spalle, portandomi a pensare che fra poco dovrò sicuramente levare il cardigan rosso scuro e rimanere in canottiera. Io sono qui con Wendy ,che si è fatta perdonare andando a comprarmi un cornetto e un cappuccino al bar vicino la scuola, con il broncio e la mia solita aria apatica. Ad un certo punto tutti si girano in una direzione, curiosa mi alzo sulle punte per guardare anche io. Damon ed i compagni della squadra stanno sollevando un ragazzo sopra le loro teste, facendolo saltellare e ripetendo "Capo, capo, capo". Sembrano tutti molto felici, ma io con la mia poca altezza non riesco a vedere niente, quindi mi giro e dato che la campanella è suonata entro dentro. -Che cosa è appena successo là fuori?- chiedo alla mia migliore amica che lancia sguardi dietro di noi, incuriosita. Sono a conoscenza delle sue fisse nel dover conoscere tutti, nomi e famiglia, a volte mi inquieta ma ormai ci sono abituata.-Penso sia arrivato un nuovo alunno.. io ora vado in classe vieni?- mi chiede -Devo passare dalla segreteria a prendere l'orario e la combinazione dell armadietto. Ci vediamo a mensa se non abbiamo corsi in comune.- e dopo averla salutata mi avvio in segreteria, notando che il corridoio è sempre più pieno di studenti felici e sorridenti. Ma cosa prendono per colazione questi? Antidepressivi e sciroppi per la felicità?.Appena arrivò la segretaria mi saluta -Buongiorno Meghan, come sono andate le vacanze?- mi chiede accogliente Luisa, in segreteria. -Una meraviglia.- rispondo con un sorrisetto sarcastico. La fila é lunga ed io non ho voglia di rimanere tutta la mattina qui. -Potresti dare l'orario e il codice alla tua studentessa preferita?- Chiedo con fare civettuolo sbattendo ripetutamente le ciglia, lei alza gli occhi al cielo e quando é sul punto di rispondere la precede qualcun' altro. -Ehy bambina, non la vedi la fila? Sei nuova e non sai come funziona?-

"Qualcuno ha detto qualcosa."
"Non me ne ero accorta. Certo che come coscienza sei una merda proprio. Aspetta... Chi cazzo si é permesso di dirmi una cosa del genere?"

E mentre me lo chiedo mi giro verso quella voce bassa e roca. Assottiglio gli occhi e gli chiedo di ripetere. Il ragazzo davanti a me si gira e come se niente fosse me lo ripete scandendo lentamente le parole come se non fossi in grado di intendere.I suoi occhi mi fanno paura, ma rispondo ugualmente. -Ascolta razza di cretino: primo, non chiamarmi mai più bambina, secondo, la fila la vedo benissimo e so come funziona e terzo, forse sei tu quello nuovo visto che non ti ho mai visto da queste parti.- Infatti a guardarlo meglio mi rendo conto di non averlo mai incontrato, ha un aria stranamente familiare ma non saprei dire chi é o dove l'ho visto prima, a scuola sono sicura di no. É alto e muscoloso, capelli neri e occhi del medesimo colore. Indossa una maglietta nera che gli fascia perfettamente gli addominali e jeans scuri strappati, ha alcuni bracciali di pelle marrone scuro, le vans nere ad eccezione dei lacci, ed un giacchetto di pelle,poggiato sulla spalla destra, rigorosamente nero.
"Una botta di colore insomma"
"Sì ma che figo! Tutto quel nero è eccitante!"
"Oh mio dio. Zitta, zitta. Non ti voglio più sentire."

E mentre lo squadravo da capo a piedi e discutevo con la mia coscienza, il ragazzo mi aveva già risposto, e visto che non davo segni di vita si é messo davanti a me smanaccandomi davanti gli occhi. -Che cazzo vuoi ancora?- gli domando infastidita, soprattutto con me stessa per non esser stata attenta. Tutti ci guardano e un ragazzo con i capelli biondi a scodella sta ridendo a crepapelle. Intanto Luisa mi porge le mie cose e proprio mentre me ne sto per andare una mano mi tocca la spalla, invitandomi a fermarmi. Mi volto di scatto. Odio chi mi tocca. Fulmino con gli occhi il ragazzo dai capelli biondi e lui, non accorgendosene o facendo finta di niente, mi dice: -Wow. Nessuno ha mai risposto al mio migliore amico in questo modo. Sei forte. Mi chiamo Malcolm Cox e lui é Harold Coleman- mi informa indicando l'amico. -E si siamo nuovi, quindi é possibile che tu non ci abbia mai visto.- lo guardo annoiata -Interessante anche se non tel'ha chiesto nessuno. Tu parli troppo e il tuo amico é uno stronzo, dopo avervi detto quello che penso me ne posso andare. É stato un piacere.- mi volto dandogli le spalle e incamminandomi in classe proprio mentre suona la campanella della fine della prima ora. Prevedo un anno fantastico.

***

Commenti e stelline, babies.

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