Chapter 7. Meghan

13 1 0
                                    

Sono passai un pò di giorni da quando Bart si è seduto con noi a pranzo, Harold non mi parla quasi più, mentre il mio compagni di corsi fà il contrario. Mi sto preparando per andare a cena con Bart, mi sono vestita in maniera semplice, non voglio andare in nessun posto di lusso. Abbiamo deciso che lui ha voluto portarmi a cena fuori e io scelgo il posto dove andare, quindi il Mc ci sta aspettando. Dopo una decina di minuti il campanello di casa suona e io scendo senza salutare nessuno. Una macchina nera e perfettamente lucida mi sta aspettando davanti casa, e Bart esce per aprirmi lo sportello -Buonasera- mormoro appena rientra -Buonasera a te Meggy. Dove hai deciso di portarci a mangiare?.. Ah, sei bellissima come sempre- arrossisco violentemente, i suoi occhi azzurri mi guardano mentre io abbasso lo sguardo sulle mie Vans -Vorrei andare al Mc- la mia voce è cosi bassa che non la sento neanche io -Allora che Mc sia..- dice sorridendo mentre guarda la strada. Il Mc più vicino dista solamente 15 minuti, quindi appena arriviamo Bart va a fare la fila e io occupo un tavolo. Qualche minuto più tardi, torna con tutte e due le ordinazioni. I suoi capelli biondi sono perfettamente pettinati, neanche un capello fuori posto .

I capelli di Harold non potrebbero mai starci in questo modo. Ed è strano che stia pensando a lui, non mi sono mai piaciuti i paragoni ma con Bart è inevitabile, è l'esatto opposto di Harold ed è facile quindi farli. Per tutta la durata della cena parliamo di tutto, della scuola, dei corsi che abbiamo in comune, mi parla dei suoi progetti, del suo futuro, è sicuro di quello che farà, sa che non ci saranno ostacoli per lui, è così convinto che mi chiedo come faccia. Io ho una fottutissima paura a pensare al futuro, a pensare a quello che ci sarà, a fare progetti, a prendere in considerazione tutti gli ostacoli che ci saranno, perché nella mia strada ci saranno, sono inevitabili. Ecco perché non sono fidanzata, ecco perché non so il lavoro che andrò a fare da grande, ecco perché non so il Paese dove vivrò. Non ci voglio pensare, ho così paura, sarebbe l'ora che prendessi delle decisioni, ma mi risulta estremamente difficile e rimando sempre tutto, rimando ad un tempo che verrà più avanti, che spero verrà, perché sono così debole e codarda da non aver il coraggio di prendere una decisione ed escludere le altre. Io parlo poco, ma lui sembra veramente entusiasta mentre mi racconta tutto della sua vita, mentre io, sinceramente mi sto un pò annoiando ma non lo dò a vedere. Ecco che tornano i paragoni, perché so che con Harold non mi sarei annoiata, magari ora sarei arrabbiata o sopra una montagna russa in cima al mondo, ma non mi sarei di certo annoiata. Finito di mangiare mi riaccompagna a casa e prima che decida se baciarmi o meno sguscio fuori dall'auto e lo saluto prima di richiudermi la porta alle spalle. Verso le 2:00 di notte sono ancora sveglia, la musica rilassante che mi dovrebbe far addormentare si interrompe e il telefono inizia a vibrare -Pronto?- mormoro con gli occhi chiusi -Bambina apri- i miei occhi ora si spalancano e allontano il telefono per guardare meglio -Sono sotto casa tua Bambina, apri- biascica ancora. Lentamente e senza far rumore apro il portone e un Harold puzzolente di alcool mi cade addosso -Har ma che cazzo? sei ubriaco cazzo- lui sorride con gli occhi chiusi ancora appoggiato a me. Con molta fatica cerco di portarlo in camera mia -Hai un culo bellissimo Bambina- mormora al mio orecchio mentre mi tocca la base della schiena -Alza le mani Coleman, sennò ti lascio e rotolerai giù per tutte le scale per la quantità di alcool che hai ingerito, irresponsabile di merda- lo minaccio puntandogli un dito contro -Intesi Foster, intesti- bisbiglia alzando una mano in aria in segno di resa mentre con l' altra continua a reggersi a me. Arrivati in camera lo faccio sedere sul letto e chiudo la porta -Vuoi fare qualcosa con me baby?- mi chiede maliziosamente -No coglione voglio vedere in che condizioni sei messo e dopo ti chiederò il motivo di tutto questo, quindi inizia già a pensare ad una risposta esauriente- lo informo accendendo la piccola luce sul mio comodino. Harold rimane un attimo incantato guardando la mia camera, sposta lo sguardo da una parte all'altra come se stesse cercando di memorizzare più cose possibili -Che diamine hai fatto alle mani Harold?- gli chiedo prendendogliele tra le mie per scrutarle meglio. -Ho tirato qualche cazzotto al sacco, non è niente di che- mi informa spostando le mani, io mi alzo e mi dirigo verso il bagno cercando di non svegliare nessuno, se mai c'è qualcuno in casa -Dove stai andando?- mi chiede prima che esca dalla stanza -A prenderti delle fasce e un pò di disinfettante- lo informo rientrando con tutto l'occorrente. Richiudo la porta alle mie spalle e mi inginocchio in mezzo alle sue gambe, il disinfettante sembra non procurargli alcun dolore sulla pelle viva -Perché hai bevuto e perché hai preso a botte un sacco?- chiedo mentre inizio a medicare la seconda mano, lui inizia ad accarezzarmi i capelli che mi rimangono intrecciati nella fasciatura appena messa -Ero così arrabbiato, te stai sempre con quel buffone, non vuoi essere mia amica- alzo lo sguardo, ha il broncio e l'aria da bambino, e penso che anche in quella circostanza, ubriaco, puzzolente di alcool e sudore, con tutte le mani piene di sangue e i vestiti sporchi sia maledettamente bello. Decido che ha bevuto troppo per farlo tornare a casa, quindi lo faccio sdraiare sul letto levandogli le scarpe, non gli rispondo, so che è ubriaco, so che non ha bevuto per colpa mia, ma questo mi fa provare un calore in tutto il corpo. Mando un messaggio ad Alice avvertendola che suo fratello è con me e sta bene, nel caso lo cercassero domani, mi stendo vicino a lui, che si è già addormentato, allunga un braccio e mi stringe a se come se non mi volesse lasciare mai più. Chiudo gli occhi e dormo, dopo tanto tempo dormo, senza musica, senza medicine, senza incubi, senza niente, solo con Harold che mi stringe nelle sue braccia.


Un peso mi sta schiacciando, Harold mi tiene stretta, -Har svegliati, cazzo pesi più di un mammut- cerco di spostarlo ma con scarsi risultati -Coleman, togli immediatamente le tue brutte mani dal mio corpo. Ti denuncio. Andrò dalla polizia appena ti sposterai da me. Cosa diamine mangi a colazione? Elefanti?- mi dimeno sempre di più ma quell'ammasso di muscoli non si muove -Megh si sta così bene in questa posizione, rilassati, ho un mal di testa tremendo- borbotta lui con voce più roca del solito -Allora sei sveglio brutto cazzone, alza il tuo culo così ti vado a prendere le medicine- lui con un basso grugniti si gira dalla' altra parte e mette la testa sotto il cuscino. Mentre sto per uscire lo sento borbottare qualcosa su quanto mi odi. Appena esco dal bagno con tutte le medicine e un bicchiere d'acqua mi scontro con mio fratello -Per chi sono quelle?- mi chiede guardandomi dal' alto -Per me, per chi vuoi che siano?- domando retoricamente, lui mi lancia un occhiata e si sposta per farmi passare -Sei sempre stata una frana a mentire- mormora a bassa voce, io lo ignoro ed entro in camera. -Bell'addormentato svegliati, ti ho portato la pozione magica, dopo uscirai dalla finestra, dato che non vogliamo che mio fratello scopra che hai passato la notte qui vero?- lui seduto sul letto con ancora gli occhi chiusi, scuote la testa, gli avvicino il bicchiere alla bocca e beve. Dopo esserci preparati scende dalla finestra con la promessa di aspettarmi davanti casa nel suo furgoncino per portarmi a scuola. Scendo e prendo due mele. Senza salutare nessuno esco e entro nel furgoncino rosso -Ecco una mela per te ed una per me- lo informo porgendogli una mela rossa -Che gentile, ma penso che se mangio in questo momento rischio solo di vomitare- mi informa guardando la strada -Hai guidato da ubriaco ieri sera?- chiedo guardandolo male -No macché, il mio furgoncino è arrivato da solo qui- mi risponde sarcasticamente -Non sei per niente simpatico stamani- e così dicendo alzo la musica di poco, visto che gli fa male la testa, apro il finestrino e l'aria fresca mi accarezza il viso. Chiudo gli occhi per godermi queste piccole cose e appoggio la testa sullo sportello. Fino a quando non mi arriva un messaggio, prendo il telefono e lo leggo -Chi è?- mi chiede Harold come se avesse il diritto di saperlo -Alice, stasera serata ragazze a casa tua- la informo ugualmente.





***

Commenti e stelline, babies.

Roses Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora