Jennifer
Eravamo appena arrivate di fronte al New York Hospital. Savannah aveva iniziato ad insospettirsi a metà del viaggio fatto in taxi.
"Mamma non stiamo andando in hotel vero?" "no bambina mia". Avevo le lacrime agli occhi e un groppo in gola. Pensavo continuamente a quanto era difficile spiegare a Savannah che ci trovavamo li per affrontare l'ultima operazione che sarebbe stata quella decisiva: vivere o morire.
"Mamma dimmi la verità, noi stiamo andando in un ospedale nuovo?" aveva gli occhi spalancati e una tristezza dipinta sul volto. Era molto pallida a causa dello stress e della malattia.
"Mamma io lo so che sono malata e la colpa è mia. Scusa se non sono capace di giocare come gli altri bambini". Era stata una mazzata al cuore sentirle dire quelle cose. Amavo mia figlia incondizionatamente, avrei fatto qualunque cosa pur di vederla condurre una vita normale.~~~~~~~~
"Ecco a lei,-avevo porto i soldi al tassista e avevo aggiunto- grazie e buona giornata". Il taxi ci aveva depositate esattamente di fronte ad un enorme struttura in cemento, dotata di centinaia di finestre. Essa era circondata da un enorme distesa verde e diversi alberi sparsi ovunque. All'entrata della struttura, un enorme cartello troneggiava con la scritta "THE NEW YORK HOSPITAL MEDICAL CENTER ". Ogni passo che facevo per entrare, era come riceverw un pugno nello stomaco. Non sapevo quanto avrei retto, eppure ero sicura che anche stavolta, comunque fosse andata, sarei sopravissuta.
La mattina era volata tra accoglienza da parte dei medici e sistemazione dei pochi vestiti che avevamo portato. Svannah si era portata dietro anche il suo peluche preferito, un coniglietto marrone con una giacchina celeste. Adorava quel pupazzetto, glielo aveva regalato Trevor appena era nata e non se ne separava mai. Fanny l'aveva chiamato perché diceva che aveva una faccia buffa ma divertente. Io invece di mio non avevo portato praticamente niente, se non le cose più neccessarie comr lo spazzolino da denti, il porrafogli con i documenti, la cartella clinica di Savannah e due paia di lenzuola per rendere più piacevole la permanenza in ospedale.
Il reparto di cardiochirurgia era strapieno di persone molte delle quali in attesa di un trapianto. Savannah era stata sistemata in una stanza con un altro bambino, Giacomo, più piccolo di lei. Era un bambino davvero simpatico e con tanta vogliq di vivere, era incredibile come con un solo sguardo fosse capace di trasmetterti serenità e pace, quella che a me mancava.Kyle
Mi ero svegliato in un letto d'ospedale. Il materasso era rigido e le lenzuola puzzavano di ospedale, appunto. Nell'aria aleggiava l'odore dei disinfettanti.
Non sapevo in quale reparto mi trovavo, anche se presumevo fosse chirurgia, e non capivo com'ero finito qui. Dopo aver aperto gli occhi per un paio di volte avevo visto anche le varie macchine. Una per il cuore che segnava il battito cardiaco e le altre due delle quali non ne conoscevo l'utilità. Nelle braccia ero pieno di lividi probabilmente dovuti ai vari tentativi di infilare l'ago per la flebo. Avevo addirittura il catetere, mi sentivo umiliato eppure non potevo farci nulla. Avevo toccato il fondo un altra volta e lo avevo capito solo adesso che ero ridotto in quello stato pietoso.Buona sera a tutti!
So che state aspettando con ansia il momento in cui Jen e Kyle si rivedranno ma, tranquilli, arriverà presto!!😉 Nel frattempo spero che questi prima capitoli vi stiano piacendo.. Aspetto con ansia i vostri commenti e i vostri voti🌟🌟
Buonanotte ❤
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Ricordati di noi
ChickLitSEQUEL DI "NON LASCIARTI MORIRE" Jennifer e Kyle si sono lasciati, sono passati dieci anni da allora e tante cose sono cambiate per entrambi: Kyle vive in America e gestisce il suo grande impero in completa solitudine; Jennifer invece a causa dei gr...