Capitolo 105.

727 53 4
                                    

Questa storia è un'opera di fantasia, puramente inventata dalla sottoscritta. Niente di ciò che é scritto qui è dentro fa riferimento a fatti realmente accaduti. Non intendo offendere o insultare nessuno in alcun modo.

・・・

Jamie's pov.

Sono tornato qui in Inghilterra per un giorno, prima di tornare sul set a Budapest. Ho passato l'intera giornata con le bambine, abbiamo giocato, guardato la TV, pranzato tutti insieme.. e adesso stanno già facendo un riposino. Ci siamo divertiti davvero tanto che sono crollate. Questi sono i momenti che amo di più.. Mi fanno tornare un ragazzino, proprio come fa Dakota, e io amo sentirmi  così libero e spensierato. Dò un'ultima occhiata alle piccole e poi chiudo la porta della loro stanza.

« Dormono? » Mi chiede Amelia, incrociando le braccia, mentre esco dalla loro stanza.

« Si, sono crollate..  credo che dormiranno per almeno due o tre ore. » Le rispondo. Lei annuisce. Credo che sia il momento giusto per parlarle di tutta questa faccenda. « Amelia, devo parlarti di alcune cose.. » Le dico.

« Si, dimmi.. cosa succede? » Mi chiede.

« Ecco, hai presente la casa che comprai lo scorso anno? Quella a Los Angeles? » Le chiedo.

« Vagamente. » Sospira.

« Beh.. io e Dakota ci siamo trasferiti lì, definitivamente. » Dico, e lei distoglie lo sguardo, come se non volesse sentire o come se si aspettasse che le dicessi altro.

« Okay... » Arriccia le labbra. « Quindi? » Scrolla le spalle. Sembra davvero che non voglia saperne niente, dato il suo atteggiamento, ma io devo comunque parlargliene per il bene delle mie figlie. Mi interessa solo questo, niente di più.

« Quindi, adesso che ho un posto fisso dove abiterò, credo che dovremmo modificare gli accordi riguardo le piccole. Non posso continuare a fare sopra e sotto tra due stati, adesso che ho una casa stabile dove vivere. » Dico. Non che per me sia un problema, ma voglio dei giorni fissi per vederle, giorni che mi spettano. Andrà meglio sia per loro che per me, tutti abbiamo bisogno di molta più stabilità.

« Ah, certo.. adesso che tu e la tua amante siete andati a vivere insieme immagino che non ci sia più spazio per le tue figlie, vero? Ma, d'altronde, credo che sia sempre stato così. » Dice, acida come sempre. Adesso sbotto, non posso sopportare più questo suo atteggiamento. Questa è pura cattiveria.

« Ora basta, sai una cosa? Mi sono stancato del tuo atteggiamento! Io cerco comunque di avere un rapporto civile con te e tu ti comporti così! Vorrei tanto poterti lasciare perdere, ma non lo farò per il bene delle mie figlie, perché so cosa significa crescere senza una madre. » Sbotto.

« Credo sia la stessa cosa anche vivere senza un padre!! Eppure lo hai fatto lo stesso, le costringi a vivere senza di te ogni giorno!! » Urla, poi gira le spalle e scende le scale. Io la seguo giù in salotto.

« Ma cosa stai dicendo??? Non è vero!! Io vengo qui quasi ogni settimana per almeno tre o quattro giorni, quando posso! » Le dico. « Hai almeno la faccia di guardarmi, mentre parlo?? » Odio urlare, io odio litigare, odio tutto questo.. e odio quando sono costretto a reagire in questo modo. Io vorrei sempre risolvere tutto parlando in modo civile, ma con lei è sempre stato impossibile. Lei si gira, incrociando nuovamente le braccia.

« Non è forse così?? Hai sempre fatto tanti discorsi su cosa significa crescere senza una madre o un padre, eppure tu sei stato il primo a fare questo alle tue figlie! » Mi dice.

« Appunto per questo dovresti capire che, se l'ho fatto, è stato proprio perché qui con te mi sentivo soffocare!! L'ho fatto perché ho pensato che le mie bambine non meritavano un padre triste e infelice. Tu stai parlando senza sapere!! Negli ultimi tempi, prima che ci lasciassimo, sai cosa mi ha detto Dulcie?? » Le chiedo, lei rimane in silenzio, ascoltandomi attentamente. « Mi ha chiesto perché quando Dakota era con noi io ero sempre felice, mentre invece quando c'eri tu ero sempre triste e arrabbiato.. » Dico, lei non dice niente, leggo solo un grande stupore sul suo viso. « Non volevo che le mie figlie crescessero con un padre infelice, diverso da quello che conoscono, o che in casa sentissero solo liti e urla così.. l'ho fatto per il loro bene, infatti adesso va tutto bene. » Sospiro.

« Non lo sapevo. » Abbassa il viso. « Comunque.. lasciamo perdere, ormai non ha più senso litigare per questo, e nemmeno sperare che le cose torneranno mai come prima, perché.. io lo so, l'ho sempre saputo, non eri destinato a me. » Scrolla le spalle, e in quel momento noto i suoi occhi lucidi.

« Beh.. » Dico con tono più calmo e dolce. « All'inzio siamo stati felici, no? » Le chiedo, lei annuisce, ma non parla per non scoppiare a piangere. Odio vedere la gente che sta male, peggio ancora se è per colpa mia. « Vedi, Amelia.. all'inizio io ti ho amata davvero, e così anche quando sono arrivate le bambine. Solo che non ce l'abbiamo fatta a farlo durare per sempre, però va bene così.. perché adesso le cose vanno bene. » Le dico.

« Si, diciamo... » Tira su con il naso.

« Vedi, Amelia... le cose non sono finite perché Dakota è entrata nella mia vita, ma perché io le ho permesso di mostrarmi come essere felice, quando ho capito che la mia felicità era con lei. » Dico, e lei sospira, come se non volesse sentire.

« Jamie... » Piega la testa di lato.

« Le cose si fanno in due, non ha fatto tutto da sola. Anzi.. lei mi è stata alla larga, ha tentato di aiutarmi a rimettere le cose a posto con te, ha fatto di tutto per tenersi lontana da me.. poi ho detto basta, e ho capito che questa vita non mi andava più bene, e che tutto ciò che volevo era stare con lei. » Dico. So che non vuole sentire queste parole, ma dobbiamo mettere fine a questa storia una volta per tutte, in modo da non poterne parlare più. « Voglio mettere fine a questa storia una volta per tutte, e vorrei che non se ne parlasse più. E questa volta dico sul serio. » Sospiro

« Okay.. lasciamo stare, è successo più di un anno fa, ormai.. e le cose non cambieranno mai, quindi non ha senso parlarne all'infinito. E hai ragione tu, dobbiamo essere civili almeno per le nostre bambine. » Mi dice, accennando un sorriso.

« Hai ragione. » Sorrido a mia volta. « Non pretendo che lei ti piaccia, ma pretendo che almeno venga rispettata, così come fa lei con te. E sopratutto voglio che la nostra relazione venga rispettata, Perché troppa gente la fa passare per ciò che non è, almeno tu che sai la verità non farlo. » Le dico.

« Ci proverò. » Annuisce. « Comunque.. parlavi dei nuovi accordi con gli avvocati, perché non andiamo a fare quella telefonata? » Mi chiede.

« Si, andiamo.. » Mormoro e la seguo in cucina. Sono davvero grato di come abbiamo risolto questa situazione, e spero che non dovremmo mai più riaffrontare questo discorso. Ma soprattutto, spero che adesso andrà tutto bene.

・・・

Che ne pensate?

Damie • The love affair. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora