Giorno uno

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Io non ci posso credere, non può essere possibile. Di tutte le persone che c'erano, proprio tu?
Non riesco a faremi altre domande, sento solo un grandissimo dolore che mi attraversa il petto e che mi immobilizza.
Hai presente quando il dolore di una perdita è talmente grande che non piangi? Ecco, è esattamente così.
Ho paura di non rivederti più, ho paura di andare a dormire perché non voglio risvegliarmi domani senza di te. Senza il tuo sorriso, senza la tua carezza sui capelli e il tuo bacio dopo avermi detto "buongiorno".
Mi sento vuoto, mi manchi da morire e pensare al futuro è un dolore ancora più grande.
Sapevi del rischio a cui andavi incontro e la colpa più grande è che lo sapevo anche io. Dovevo fermarti, non dovevo farti salire su quel cazzo di aereo per il Venezuela e non dovevo accompagnarti all'aeroporto.
È tutta colpa mia, non ti ho protetta dai pericoli e ora mi ritrovo qui, nella casa che sa ancora del tuo profumo a scrivere su questo foglio senza un minimo di fine al mondo, mentre tu sei stata rapita da chissà quale bastardo immischiato nella guerra civile che sei andata ad approfondire.
Non voglio perdere la mia ragazza per un articolo, non c'è prezzo per una come te.
Ti amo e non posso stare senza di te. Sono passate solo poche ore ma non riesco a far altro che pensare a cosa ti stiano facendo.
Iniziano già tutti a preoccuparsi per me, ma nessuno capisce che niente potrebbe farmi sentire meglio, se non una tua notizia.
Non ho più niente da scrivere qui sopra, quindi... non lo so, non voglio distrarmi, non voglio fare nulla...
Torna, ti prego.
Daniele.

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