Giorno due

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Le ore passano lentissime e pesano come macigni. Vedo le giornate passarmi davanti agli occhi in ogni loro dettaglio. Il sole che sorge, che arriva nel punto più alto nel cielo e poi tramonta senza che io possa fare una sola mossa. Chissà se anche tu stai guardando il sole negli istanti in cui lo guardo io, a prescindere dal fuso orario.
Allo stesso tempo perdo la condizione di ogni ora... mi dimentico di pranzare, di rifare il letto, e se non fosse perché Romeo viene a miagolare sul letto per ricordarmi che devo dargli da mangiare, non farei nemmeno quello. A proposito, manchi tanto anche a lui... adesso dorme al tuo posto per farmi compagnia, ha capito che è successo qualcosa.
Mi viene in mente quando sono triste e tu mi consoli con i tuoi baci, mi dici che per te nessuno è meglio di me e io so che se sono la cosa migliore per te, allora non ho bisogno di altro. E anche se questa non è semplice tristezza, ma puro dolore, so che tu sapresti rimediare anche a questo.
Sei sempre stato il mio punto fermo, non so più come si vive senza di te, mi sento incredibilmente solo e la paura è diventata la mia compagna in ogni giornata.
La polizia, in contatto con l'ambasciata italiana, mi tiene aggiornato. Certo, per modo di dire visto che per ora non mi hanno ancora dato nulla a cui aggrapparmi...
Ma in che mani sei finita?
Non voglio perderti, non voglio vivere un minuto di più in questo terrore. La mia mente rifiuta ogni pensiero su ciò che ti potrebbe accadere.
Cerca di farti forza, Giulia, verrò a prenderti.
Daniele.

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