Cassetta 2 Lato A

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Ti ho amata. Ti ho amata davvero. Forse troppo. Forse non abbastanza.

Ciao principessa. Come stai? Tutto ok? Quassù va tutto bene, spero.
Ci credi se ti dico che sei stato il mio primo vero amore?
Forse no.
Forse non ci credi più da quel
"Marina dobbiamo parlare"
Forse da lì non hai creduto più a nulla.
Forse quando Marina ha preso il posto di Principessa hai smesso di credere in qualunque cosa, me soprattutto.
È stato brutto quando mi hai impedito di andarmene.
Quando hai insistito perché io ci ripensassi.
È stato ancora peggio quando mi hai diffamato ovunque.
"Stefano Lepri è gay"
Era orribile sentirtelo urlare dall'altra stanza per convincere più te stessa che i bicchieri e i piatti che intanto spaccavi.
Era bruttissimo sentirti urlare, sentire quelle parole da quelle labbra che fino a poche ore prima sfioravano le mie.
Era bello sentirti vicina, sistemarti i capelli, abbracciarti e stringerti a me.
Era così bello fare l'amore con te.
Quel sesso che ho capito da poco non fosse vero amore.
Era bello sentirti piena di me per quanto potevo riempirti.
Era rassicurante. Sapevo di stare in un posto mio.
Sapevo di essere gay.
E lo sapevi pure tu, lo sapevi da quando ti ho chiesto di fare sesso da dietro la prima voi.
Lo sapevi che mi immaginavo Sascha al tuo posto.
Lo sapevi eppure sei rimasta.
L'ho capito solo dopo perché.
Pensavo fosse per me.
Per non lasciarmi cadere definitivamente da solo.
Poi mi è stato chiarito tutto.
Rimanevi per te, per non sentirti sola, per non ammettere al mondo di aver fallito. Per non ammettere che il tuo fidanzato era gay.
Cosa c'è di tanto spaventoso in questa parola?
Non lo so. Forse il fatto che non sarei stato più tuo.
Ti piaceva possedere. Era per questo che anche durante il sesso ti lasciavo dominare.
Era un tuo bisogno. Un bisogno che piano piano mi ha schiacciato.
Mi ha schiacciato a tale punto che quando hai smesso di fare pressione ho fatto un salto talmente alto di arrivare dove sono ora.
Questa tua mania, questo tuo bisogno di grandezza, di dominio ti hanno portato qua. Su questa cassetta.
Non volevi lasciami uscire. Quel giorno ti barricasti davanti alla porta con l'odio in volto.
Te lo ricordi?
Prima di confessarmi avevi addosso una mia felpa.
Mi dicevi sempre che ti piaceva indossare i miei abiti, ti piaceva sentire il mio odore su di te.
Non so dove sia finita quella felpa.
Probabilmente bruciata insieme al mio ricordo.
Nonostante tutto avevo dentro di me ancora un briciolo di speranza.
Era una pagina dentro di me che diceva" tranquillo Stefano, lei ti ama, non ti lascerà affrontare tutto da solo"
Ci speravo così tanto, così a fondo.
E poi quelle parole si sono cancellate.
Nel momento in cui mi hai guardata negli occhi. Nel momento in cui ho percepito sulle tue labbra quel disgusto che provavi verso di me, ho visto la tua mano impugnare la gomma come fosse una spada e cancellare quelle parole di speranza.
Li ho capito che ero solo.
Te ne eri andata anche tu.
Anche tu avevi infranto quella promessa.
Come una visione. Come se fossi stato nel deserto e stremato dalla sete mi fossi immaginato un oasi.
L'ultimo briciolo di speranza galleggiava la, nell'acqua di quella visione.
E poi era sparita pure quella.
Abbandonandomi la. Da solo. Senza una speranza e senza una strada da seguire.
Ti ho amata Marina, sei la prima persona che ho chiamato amore.
Sei stata il mio primo amore. Quello che non si scorda mai.
La prima persona che abbia mai amato davvero.
Il primo bacio che mi ha fatto esplodere lo stomaco e seccare la gola.
Sei stata la mia prima volta.
La mia verginità te l'ho donata come tu l'hai donata a me.
È custodita all'interno di entrambi.
Abbiamo condiviso quel momento come due bambini condividono un segreto.
Sei stata l'unica ragazza che io abbia mai toccato.
Sei stata l'unica ragazza di cui conosco ogni centimetro di pelle.
Sei stata la prima di tutte.
E anche la prima ad abbandonarmi.
Ma ti ho amata. L'ho fatto davvero.
Ti voglio tanto bene principessa.

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