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Giovedì. Siamo giunti al giovedì.
Non pensavo che avrei resistito quattro giorni ma invece, ancora una volta ho superato le mie aspettative.

Questo college mette in seria difficoltà la mia pazienza. Non posso tollerare tutte queste ragazze che girano mezze nude solo per farsi notare. La stessa cosa fa anche Ally, anche se so, in cuor mio, che lei è una brava ragazza... Infondo, infondo.

In compenso però le lezioni mi affascinano molto. Ogni giorno sono sempre più interessanti e sono davvero contenta di imparare sempre cose nuove.

Oggi poi è anche una bella giornata, ho un'ora vuota e ne approfitterò per farmi una bella passeggiata nel campus.

Ancora non ho idea a quale confraternita unirmi, ho preso dei volantini ma per adesso nessuna mi ha convinto.
Ho già scarto l'idea di andare su Beta House fin dall'inizio.. Ci sono ancora una decina di confraternite delle quali so ben poco dato che, come ha detto Ally, contano poco e niente.

Mentre camminavo lungo il vialetto del campus, con dei libri tra le braccia, alzai il viso verso il cielo, il sole scaldava la mia pelle.
È strano che ci sia il sole a settembre ma con tutti questi cambiamenti che sta subendo il nostro pianeta non me ne stupisco più di tanto..

Ad un certo punto andai a sbattere contro qualcosa, e a stento trattenni un urlo di dolore. Avevo sbattuto contro una panchina con le ginocchia.
Mi guardai attorno per vedere se qualcuno avesse appena visto la mia grandissima figuraccia e notai un gruppetto di ragazzi che mi stava guardando e ridevano.

Perfetto Clary, continua così. La tua idea di restare in disparte senza farti conoscere è andata a farsi fottere.

Mi ricomposi cercando di far finta che non sia successo niente e ricominciai a camminare, questa volta guardando dove mettevo i piedi.
Non mi stupirei se adesso avessi un soprannome: 'La ragazza panchina'. Pessimo direi.
Non ci pensiamo.

Cercai di allontanarmi da occhi indiscreti ma qui tutti guardavano tutti ed era quasi impossibile. Poi ebbi come una visione.
Una panchina in un angolo, sotto ad un grande albero del campus, libera.

Mi avvicinai velocemente e mi ci misi a sedere. Era all'ombra ma andava bene lo stesso.

Tirai fuori dallo zainetto, che portavo su una spalla, un libro, accavallai le gambe e ripresi la lettura che avevo fermato la sera precedente.

Mi immersi completamente nella lettura, riga dopo riga, parola dopo parola era come una magia.

"Ama, ama follemente, ama più che puoi. E se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente."-disse una voce poco distante da me.

Alzai lo sguardo e davanti a me vidi un ragazzo moro, che mi sorrideva. Almeno così mi sembrava. Iniziai a guardami attorno, non credendo che stesse parlando con me.

"Hai visto qualcosa di strano?"-lo stesso ragazzo si avvicinò a me.

"Ehm..? Scusa?.."-ero completamente in imbarazzo.

"Vedo che stai leggendo un libro di William Shakespeare, Rome e Giulietta. È uno dei miei preferiti.."

"Oh ehm.. wow.."-non capivo cosa mi succedeva.

"Il gatto per caso ti ha mangiato la lingua? Perché sento solo dei versi incomprensibili.."-rise.

Oddio mio! Ha il sorriso più bello che abbia mai visto. Brilla quasi più del sole stesso.

"No, no cioè ehm.."-mi fermai. Chiusi gli occhi. Sospirai.-"Ricominciamo.. È anche uno dei miei. Non mi stanco mai di leggerlo..."-dissi infine.-"Non sapevo che anche a voi maschi piacessero questo genere di libri.."-continuai sorpresa.

Beta House.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora